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Annecy 2005 parte terza: da lunedì a mercoledì

Lunedì

14:00 So jeunes et déjà classiques (Canada)
La prima visione dell’anno è un programma dedicato alla nazione dell’anno, il Canada. Il titolo è incomprensibile (ci sono corti degli anni ’40, giovani un gran par de palle!), ma comunque è una bellissima panoramica dell’animazione canadese. Si parte col botto con Norman McLaren, probabilmente il maggior sperimentatore della storia dell’animazione, del quale viene proposto l’astratto Begone Dull Care (a sinistra), e si prosegue con altri corti, tra cui il famoso The cat came back di Cordell Baker (che riprende una canzone popolare commentandola con gran umorismo), Every Child di Eugene Fedorenko (finanziato dall’Unicef, sull’abbandono di bambini con grazia e senza indulgere alla commiserazione). Programma di gran qualità.
16:00 Cinémathèque québécoise 1 (Canada)
E si continua col Canada, con un altro programma di corti vari. La Cinémathèque Québécoise mantiene un’importante collezione di corti animati, e qui viene presentata una selezione internazionale di gran riguardo. Nomi come Svankmajer, Fleisher, Trnka, ancora McLaren vengono affiancati ad alcune rarità, come un corto anni ’30 ritirato per l’esplicito razzismo. Poco canadese, ma altro programma da mozzare il fiato.
18:00 Cortometraggi in concorso 1
E dopo un pomeriggio dedicato a quelle meraviglie, il programma di corti in concorso è quasi imbarazzante. Già di per sé la selezione è scarsina, tanto che ho avuto qualche difficoltà a decidere a chi dare il mio voto, ma contrapposta ai due spettacoli precedenti davvero sfigurava. Segnalo il nuovo corto di Josè Miguel Ribeiro, autore portoghese dell’ottimo e premiatissimo A suspeita, che però delude col nuovo ma poco significativo Abraço do vento; En nattsaga della svedese Maja Lindstrom che ha vinto il poco ambito premio del "corto più molesto dell’anno" narrando soporiferamente le vicende di una famiglia con la mamma malata; il discreto Une histoire vertébrale del francese Jérémy Clapin, storia d’amore di un uomo e una donna con un particolare difetto fisico, abbastanza fine e ben realizzato ma banaluccio (ho votato questo); e l’olandese Jona/Tomberry (a destra), di un certo Rosto, uno schizzatissimo miscuglio tra Borgess e Murnau in varie tecniche, con deviazioni sul gotico e sul surreale.
21:00 Terkel i knibe, Terkel in trouble
Lungometraggio danese con diverse particolarità e, nel complesso, parzialmente riuscito. Narra la storia di un bambino alle prese coi bulli, e a tratti ricorda South Park, anche se la scorrettezza politica e il cinismo sono un po’ fini a loro stessi e privi del substrato di satira intelligente che rende South Park unico. In 3d, è stato realizzato con alcuni accorgimenti (le cosiddette "mouse gestures", il riciclo degli scheleteri dei personaggi…) che hanno permesso di risparmiare parecchio, anche se a tratti la ricerca del risparmio è più che evidente. C’è in atto una tendenza in Europa a recuperare il controllo delle animazioni senza delegarle ai soliti studi coreani mediante lo sviluppo di tecnologie particolari che riducono ulteriormente i costi: Terkel è un ottimo esempio, ma diversi studi francesi che lavorano per la tv si stanno muovendo in questo senso. Comunque divertente, nel complesso: decisamente il lungo che mi son goduto di più della rassegna.

Martedì

10:30 Gobelins

"Les Gobelins" è il nome di una scuola di animazione che da vent’anni si occupa di realizzare le sigle di Annecy. Francamente non ho presente alcun nome importante venuto da loro, ma la media della qualità delle sigle è decisamente alta. In questo programma per una mezz’ora viene mostrato il meglio delle sigle, quindi una serie fulminante di micrometraggi (un minuto, un minuto e mezzo) in una gran varietà di tecniche, e qualche altra loro produzione, a volte buona a volte meno. Un programma discreto, nel complesso. A destra, una delle sigle di Annecy 2003.
14:00 Scuola 4
Questo programma, tra i tre che ho visto di scuola, è il meno interessante: c’è un buon 3d francese, Workin’ Progress; un italiano collettivo tra i cui autori compare mia figlia (Valentina Ventimiglia), dedicato a gag sui cinque (sei!) sensi; un indiano in pixilation, ben realizzato ma di soggetto un po’ confuso; una gustosa satira delle aziende che sponsorizzano le scuola, fenomeno tutto americano per foruna ancora sconosciuto in Europa, che però è realizzato in un goffo 3d.
16:00 Politically Incorrect 1
Programma fortemente voluto da Serge Bromberg, tende molto di più al politico che alla satira di costume, che però è ciò che si intende più comunemente per Political Incorrectness. Diciamo che è una serie di corti che dicono esplicitamente cose che spesso si tende a tacere per pudore o per quieto vivere. Buona figura fanno i due classici italiani Manuli e Bozzetto (a sinistra, il suo Europe and Italy), almeno due o tre corti poi si scagliano contro l’imperialismo americano (ehi, siamo pur sempre in Francia!), un paio sulla Gran Bretagna e il suo ex impero coloniale, e infine, un po’ fuori posto ma tutto sommato piacevole, un Beavis and Butthead, Animation Sucks. Con qualche piccola eccezione, si ride molto con intelligenza.
18:00 Frederick Bach
Programma dedicato a uno dei più famosi animatori canadesi. Devo dire che non si tratta di opere molto nelle mie corde. Bach ha uno stile molto particolare detto "impressionismo animato", visto che i suoi disegni ricordano decisamente gli impressionisti francesi (soprattutto Renoir, direi), e sono davvero piacevoli da vedere. Il problema sta nel fatto che narrano storie tremendamente retoriche e stucchevoli, quasi di un reazionario fastidioso. E allora giù del piacere della vita bucolica, della cattiveria del mondo moderno, dell’inutilità dell’arte moderna. Peccato.
21:00 Cortometraggi in concorso 2
Decisamente migliore del primo, questo programma di corti in concorso mostra i primi gioiellini. Di questo programma ricordiamo Learn Self Defence, dell’americano Chris Harding, una satira dell’imperialismo americano realizzata in stile "cartoni di pippo"(how-to con narratore esterno); lo spagnolo Cada dia paso por aquì, di Raul Arroyo, discreta realizzazione di foto giustapposte della strada che l’autore percorre quotidianamente; The moon and the son: an imagined conversation, di John Canemaker (a destra), che personalmente avrei premiato come miglior corto del concorso: una lunga seduta autopsicoanalitica in cui l’autore esplora la propria relazione col padre morto, con una regia serratissima e una spietatezza nei confronti di sé e del genitore davvero unica; e infine il mitico, impronunciabile Gliegenpflicht fur quadrate kopfe,del tedesco Stephan-Flint Muller, che a stento si può definire d’animazione, essendo al 90% dal vivo, però giocando continuamente su prospettive errate e comunque con uno spirito di inventiva che in genere si attribuisce all’animazione. Una goliardata spassosissima e ricca di idee, ha riscosso enorme successo dal pubblico…e anche dalla giuria!

Mercoledì

10:30 Cortometraggi in concorso 3
In una proiezione in teoria riservata alla stampa ma in realtà affollatissima, ecco una sequenza di corti non notevolissima ma che ha riservato anche un premio. È stato premiato infatti dalla giuria dei ragazzi Louise, della canadese Anita Lebeau, che racconta della sua vitale nonnetta (a sinistra). Abbastanza delicato, non noioso, ma a mio parere un po’ anonimo. Era atteso poi il nuovo corto dell’inglese Paul Bush, While Darwin Sleeps, ma tutto sommato non ha entusiasmato nessuno. I grandi nomi quest’anno hanno un po’ deluso, e Koji Yamamura, autore di Atama Yama, vincitore nel 2003, non si scosta: la sua favoletta esopica Old Crocodile non convince, né per tecnica né per il soggetto. Discreto successo (anche se io non ho condiviso molto) ha riscosso Le couloir, dei francesi Alain Gagnol e Jean-Loup Felicioli, storia surreale e un po’ enigmatica. Infine, menzione per La parole de vie, ancora francese, di Pierre La Police, come corto più inutile del 2005: non si capisce perché questa blanda e stupida satira della Chiesa sia stata scelta dal comitato di selezione.

14:00 Film di scuola 1
Forse il migliore dei programma di film di scuola, qui si assiste a parecchi stili e parecchie buone idee. Quasi tutti i corti sono degni di menzione: si va dalla presa in giro dei cartoni per bambini (True friends), alle metafore sui mostri dei processi creativi (Mural), all’horror di stile (Amfraid, peccato per il doppio finale a sorpresa alla Chiaverotti!), alla reinterpretazione delle favoel (Poteline), alla satira sociale (The instrunctional guide to dating), alla delicatezza dei sentimenti adolescenziali di Skyggen i Sara (a destra), fino al mio preferito: Annie und Boo. Purtroppo, essendo in inglese piuttosto stretto senza sottotitoli non l’ho capito bene, ma un 3d così complesso l’ho visto raramente, e una tale cura nel ricreare le espressioni facciali penso di non averla mai vista nemmeno in produzioni Pixar. Ha vinto solo un premio minore, peccato.
16:00 Premi ONF
Un altro ottimo programma di corti canadesi, questa volta riservato a quelli che hanno vinto un premio ad Annecy durante gli anni. Programma in media relativamente recente, offre per sua definizione una gran qualità. Tra di essi amo ricordare Flux, schizzatissimo ai limiti del figurativo di Christopher Hinton sulla ciclicità delle generazioni, The Big Snit (guerre nucleari e crisi coniugali) di Richard Condie, Village of Idiots di Eugene Fedorenko e Rose Newlove, favoletta morale di puro spirito ebraico e, ahimé, Caroline Leaf col suo Entre deux soeurs. Questa signora ha il raro talento di risultarmi tremendamente soporifera. Non reggo a più di un minuto o due dei suoi film, pur pregevolmente animati con la sabbia. Mi sto già riaddorment…zzzz…
18:00 Brand Tislar, Among the thorns
Grossa sorpresa da questo mini-lungometraggio (45′!) svedese (a sinistra). Grossa sorpresa perché non sono riuscito tuttora a comprendere come molti dei miei compagni d’avventura possano aver giustificato un tale orrore, e considerarlo "beh, non era male". Vecchio, vecchio, vecchio: un professore d’orchestra e il suo insopportabile figlio alle prese con un’orchestra di giovani maleducati. E come giustificare gag come "la rana nel trombone" o "il rock rumoroso"? Forse ha una valenza pedagogica, ma per lo spettatore adulto è melenso, noioso e insopportabile. Peggiore visione del festival.
21:00 Spike and Mike’s Sick and Twisted Animation Show
Unico programma visto all’aperto, sul Giant Screen, e visto solo a metà perché faceva un freddo culo e io ero vestito leggero (ehi, è estate! t-shirt e bermuda!). Comunque si tratta di uno spettacolo itinerante portato in giro una volta da due yankee e ora dal solo Spike (Mike non è più, purtroppo) fatto di cortometraggi rigorosamente umoristici, spesso con connotazioni sessuali o splatterose. Forse a lungo andare stanca, ma in genere ci si diverte. Spike va in giro con un cappello buffo (quest’anno una giraffa) per farsi riconoscere e perché la gente gli sottoponga nuovi corti.