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Tempo fa girava nella blogosfera una catena in cui si elencavano le proprie abitudini assurde. A me non è arrivata (tutti mi odiano, ma in questi casi è meglio così), ma ne ho una la cui origine non riesco a ricordare e il cui senso mi sfugge.
Finché ho vissuto coi miei, l’estate e l’inverno erano nettamente separate dal tipo di coperte che stavano sul mio lettino. In inverno mi infilavo sotto la trapunta, in estate mi coprivo con lenzuola ed eventualmente con un plaid; il cambio tra le due modalità simboleggiava in qualche modo il passaggio di stagione. Ebbene, due volte all’anno, in occasione di questo evento, il giovane Luca cantava l’inno nazionale prima di andare a letto. Si trattava di un’abitudine talmente stupida e assurda da essere completamente inspiegabile e da andarne fiero: infatti non ho smesso fino ad un’età di oltre vent’anni. Immaginatevi un imbecille in pigiama che massacra "Fratelli d’Italia" peggio di un calciatore. Ecco, ora potete smettere di ridere.