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Per i ritardatari
Mi do da fare
Sono alla moda e tuitto
Cattivi maestri

Alassio, primi anni ’80.

In seguito a non ricordo cosa, un giorno sbottai:
– Me ne frego!
Al che la Mamma mi riprese:
– Non si dice “Me ne frego!”. Si dice “Non mi importa.” Ma dove l’hai sentito?
– Non lo so.

In realtà lo sapevo benissimo, ma per qualche strana remora non volevo dirlo. I cattivi maestri erano nientepopodimenoché i Ricchi e Poveri. Infatti la loro hit sanremese “Sarà perché ti amo” recita le seguenti immortali parole:
Cade una stella
ma dimmi dove siamo
che te ne frega
sarà perché ti amo.

Un giovane virgulto destabilizzato da una brunetta, un baffo e un bello!

(potreste chiedervi cosa c’è di male nell’espressione “fregarsene”. In effetti la mia famiglia voleva che io crescessi il più retto possibile, anche quando, come in questo caso il legame con la “sconcezza” originale è completamente dissolto: “me ne frego” o, meno comune, “me ne stropiccio” indica il gesto di chi si sfrega i genitali per indicare la propria indifferenza. Un gesto perlomeno poco elegante).

Poi, poco tempo dopo, fui parcheggiato da mia nonna per una giornata e sentii in televisione una canzone che proclamava: “Che casino che è scoppiato quaggiù!”, mi pare sull’aria di Banana Boat. Colpito, cominciai a cantarla senza sosta. Al ritorno dei miei genitori, essi capirono con sconforto di aver perso una battaglia.