xxmiglia.com's
uFAQ
Scrivermi?
Categorie
Ricerca

Per i ritardatari
Mi do da fare
Sono alla moda e tuitto
Krotki post o titulosci (ovvero: prima ti compro, poi ti rititolo)

L’articolo di oggi è a cura di un ospite, il vice-capo commentatore Kumagoro. E non perché non sapevo che cacchio scrivere (o almeno, non solo), ma perché è un articolo spassoso e istruttivo nonché, come da tradizione dell’orso in questione, logorroico.

A volte, di fronte a certi scempi, ci si chiede: ma come diavolo li traducono i titoli dei film?
Il fatto è che i titoli non vengono semplicemente tradotti, vengono scelti. Il distributore locale decide con quale titolo far uscire il film nel Paese per cui detiene i diritti. A volte i titoli risultano curiosamente simili, ma è un puro caso. Di solito i nostri sagaci distributori (che spesso sono la dipendenza italiana di distributori internazionali) utilizzano le regole apprese alla scuola di marketing della Sora Lella.

Casi abbastanza recenti sono arrivati a indignare gli appassionati di cineasti di grido come i fratelli Coen (Intolerable Cruelty che diventa Prima ti sposo poi ti rovino) o Spike Jonze (dall’inquietante e lynchiano Eternal Sunshine of the Spotless Mind si è arrivati addirittura a un pacchianissimo e vanziniano Se mi lasci ti cancello).

Questo tipo di “rititolazione ignorante” appartiene in realtà a una tipologia molto in voga, che tiene banco a partire dagli anni Sessanta (i titoli italiani dei film dell’epoca d’oro di Hollywood sono invece spesso molto più sobri). Il concetto è: non permettere che lo spettatore fraintenda il genere e il tono del film. Il problema è: ma tu, distributore, li hai davvero capiti il genere e il tono del film? Oppure, hai capito la differenza tra questo film in particolare e altri film dello stesso genere e tono, ma di prestigio e autorialità differenti?

Questo principio si direbbe però funzionare al botteghino, perché non ha mai conosciuto flessioni di utilizzo. Frequenta soprattutto le commedie, che in genere non hanno scampo. Ecco così che Vacation si trasforma in Ma guarda un po’ ‘sti americani! (con tanto di aferesi) e Home Alone nel famoso e purtroppo imitatissimo Mamma, ho perso l’aereo!
In generale, i titoli italiani di questo genere tendono a essere resi mediante una frase in prima persona, idealmente esclamata da uno dei protagonisti. I casi più intollerabili sono toccati a un grande come François Truffaut, reo di aver realizzato nella sua carriera anche varie commedie. Celebre è il Domicile conjugal diventato Non drammatizziamo, è solo questione di corna!, ma non male anche Une belle fille comme moi, che da noi è noto come Mica scema la ragazza!
Stesso tipo di logica per La sirène du Mississippi, che viene anch’esso volto in prima persona e diventa La mia droga si chiama Julie (citare la parola “droga” in un titolo faceva evidentemente molto effetto dopo il Sessantotto).
Bello anche il caso di Boxcar Bertha, esordio di Martin Scorsese, diventato America 1929: Sterminateli senza pietà!, che fa molto film di fantascienza anni Settanta con venature steampunk (peccato che sia invece un dramma storico).
O ancora, The Fearless Vampire Killers di Roman Polanski tradotto come Per favore non mordermi sul collo, nonché, analogamente e sulla scia, The Producers di Mel Brooks tradotto come Per favore non toccate le vecchiette.

Ci sono poi i titoli-genere. Un thriller potrà in originale intitolarsi come gli pare, ma da noi nel novanta percento dei casi avrà un titolo nella forma sostantivo+aggettivo, entrambi appartenenti al campo semantico del noir: Ossessione mortale, Tentazione fatale, Torbida trasgressione, Seduzione letale, e varie permutazioni. Al massimo, si può arrivare a Partita con la morte.
Oppure, riecco spuntare la vecchia scuola anni Settanta-primi Ottanta, che anche qui insiste nel dare una connotazione precisa, memore della gloriosa stagione dei b-movie italiani tanto amati da Tarantino. Ecco quindi The Hunger di Tony Scott tradotto come Miriam si sveglia a mezzanotte e Foxes di Adrian Lyne che diventa A donne con gli amici.

Ferali anche i sottotitoli. Sempre un problema di voler spiegare il film nel titolo è il caso di Target di Arthur Penn, che da noi è diventato Target – Scuola omicidi, senza che ci fosse alcun legame logico fra la trama del film (un thriller psicologico senza molta azione) e il termine “Scuola omicidi”, puramente evocativo di un’atmosfera abbastanza fuorviante.

Moda degli ultimi anni, a volte la scelta cade sul non-adattamento del titolo. Maggiore fedeltà all’originale? Finalmente l’agognato rispetto dell’opera trasposta? Illusione. Semplice tentativo di risultare accattivanti presso una certa parte di pubblico considerata destinataria principe del film. E non mancano eccessi inutili: qual è il senso di lasciare inalterati titoli, per giunta di ardua pronuncia, come Once Were Warriors o Y tu mamá también?

Certo, sempre meglio che tradurre un titolo straniero con un altro titolo straniero senza alcun legame: si veda Mad Max diventato un ancor meno pronunciabile, insensato e anonimo Interceptor. Ma i casi da citare sarebbero fin troppi.
Qui però ricadiamo forse già nel caso dell’errore marchiano e della miopia produttiva. Spesso infatti un titolo italiano stravolgente è stato assegnato a film che stavano dando inizio a una serie, come Die Hard, ambientato in un grattacielo, che diventa Trappola di cristallo (memore del celebre L’inferno di cristallo, che però in realtà era The Towering Inferno: la passione per i cristalli evidentemente è tutta italiana). Ma, ahinoi, all’epoca di Die Hard 2 il protagonista Bruce Willis è certamente ancora “duro a morire”, ma purtroppo non c’è più alcuna traccia di qualunque cristallo di sorta. La vera trappola è quella che appare inevitabile anche per i più smaliziati project manager degli anni Duemila: cosa dire di Pirates of the Caribbean: The Curse of the Black Pearl, che annunciava a caratteri cubitali l’appartenenza a una serie già bella e progettata, e che in italiano ha perso proprio il titolo generale della serie, diventando soltanto La maledizione della prima luna? (Titolo peraltro assolutamente imbecille, dal momento che la maledizione del film è legata alla luna piena, mentre la “prima luna” è una luna nuova, e che per tutto il film nei dialoghi si parla della “maledizione della Perla Nera”!).

Caso clinico fu il secondo episodio di Venerdì 13. Primo film: Friday the 13th; traduzione: Venerdì 13. Facile, pulita. Secondo film: Friday the 13th – Part 2. Completare la sequenza non sembrava così difficile… E invece no! È infatti “sfuggito” il fatto che Friday the 13th – Part 2 alludesse “a un certo altro film”, ed è stato perciò ribattezzato L’assassino ti siede accanto. (Non indagherò se l’uscita del secondo film precedette in Italia quella del primo; ma in ogni caso, a voler essere un po’ lungimiranti, si poteva al massimo chiamare il secondo film Venerdì 13, sperando poi di distribuire anche l’altro, e invertendo semplicemente l’ordine dei sequel – tanto più che le trame di tutti questi slasher sono grossomodo identiche).

E che dire dei Racconti delle quattro stagioni del grande Eric Rohmer? Ogni film ha un titolo indicante la relativa stagione, e a video compare sempre anche il titolo della quadrilogia. Un bimbo di terza elementare non avrebbe problemi. Vediamo: Conte de printemps, Racconto di primavera. Conte d’hiver, Racconto d’inverno. Facile, no? Ma prima del quarto e ultimo, (Conte d’automne, Racconto d’autunno), c’era il Conte d’été, e questo ha messo in crisi i nostri distributori. Così, giunti al terzo capitolo, dopo sette anni che andava avanti la serie, ecco I racconti delle quattro stagioni – Un ragazzo, tre ragazze!

Tralasciando, poi, i tentativi inversi di lanciare film di secondo piano facendoli sembrare seguiti di film di successo (famoso il caso di Balle spaziali 2, che è in realtà una commedia fantascientifica intitolata Martians Go Home, o i vari finti seguiti di Alien, La casa e 2001: Odissea nello spazio), rimangono i misteri insondabili. Perché, ad esempio, il film tratto dal best-seller kinghiano Dolores Claiborne, in vendita in tutti i migliori supermercati, in Italia è diventato L’ultima eclisse? Follia? Masochismo?

Ma facciamo una rapida carrellata tra le asinerie assortite più divertenti.

Dirty Mary Crazy Larry, action movie anni Settanta con Peter Fonda, diventa Zozza Mary pazzo Gary. Per fare meglio rima (cosa che non era comunque prevista), si è pure cambiato nome al protagonista. E il dispregiativo dialettale “zozza”, che traduce (anche letteralmente) “dirty”, è un vero tocco di anti-classe.

C’è poi quella che è forse la worst adaptation ever (o quantomeno l’apoteosi della banalità): il film(accio) con Russell Crowe e Meg Ryan intitolato Proof of Life, e incentrato su un rapimento a cui segue una richiesta di riscatto, viene astutamente intitolato… Rapimento e riscatto!

Scorched, commedia su tre impiegati che rapinano la loro banca, diventa Bancopaz (brrr! Non vorrei aver partecipato al brainstorming che ha generato questo titolo).

G:MT – Greenwich Mean Time viene tradotto come GMT – Giovani Musicisti di Talento. Ma non si faceva prima a cambiare anche la sigla a quel punto? (A parte che GMT è anche in italiano la sigla di Tempo Medio di Greenwich).

Ha sempre superato la mia comprensione il motivo che ha generato il titolo Mad Max oltre la sfera del tuono, che non significa pressoché nulla: perché diavolo tradurre letteralmente (e insensatamente) il “Thunderdome” originale, che era semplicemente il nome dell’arena dove si svolge gran parte dell’azione? Guardare il film prima di dargli il titolo a volte potrebbe aiutare, ma sono trucchetti che si acquisiscono solo dopo anni di esperienza come international senior executive con qualifica di title consultant.

Marilyn Monroe è stata spesso maltrattata dai titolisti italiani.
Il suo River of No Return, per esempio, è diventato La magnifica preda: il film è tutto ambientato su un fiume, che viene definito anche nei dialoghi italiani “il Fiume del Non Ritorno”; e nessuno è la preda di nessuno (evidentemente piaceva usare quell’aggettivo, la cui desinenza suonava forse autoreferenziale per Marilyn).
E Don’t Bother to Knock, thriller ambientato in una camera d’albergo, diventa inspiegabilmente La mia bocca brucia. Sarà un eritema o la peperonata?

L’alchimia distributiva è poi un’arte molto praticata dalle nostre parti (di solito con risultati fallimentari, da cui nessuno impara mai). Il succitato caso di Eternal Sunshine tentava di far passare un film tutt’altro che ridanciano come “l’ultima spanciata di risate con Jim Carrey” (poveretto, per una volta che riusciva a non fare smorfie). Qualche anno prima, il semplice thriller Teaching Mrs. Tingle era stato trasformato nell’horror Killing Mrs. Tingle (e il trailer manipolato per far credere che si trattasse di una storia cruenta).
E per Fools, serissimo dramma sulla relazione proibita fra una ragazza e un uomo maturo, si è assurdamente optato per il tono sbarazzino: Ha l’età di mio padre ma l’amo pazzamente!

Il sublime a mio avviso è stato raggiunto in particolare in due casi.

Krotki film o milosci (letteralmente: “Breve film sull’amore”) di Krzysztof Kieslowski, versione lunga di Decalogo 6: Non commettere atti impuri, è stato intitolato (da qualcuno che marinava catechismo) Non desiderare la donna d’altri.

Ma il vero non plus ultra è la sorte toccata al poco noto film TV Extreme Close-Up, un dramma intimista su un sedicenne che tenta di superare la morte della madre montando ossessivamente spezzoni di filmini che la ritraggono, e contemporaneamente si trova a dover ricucire il rapporto con il padre con cui non riesce ad avere un dialogo.
Titolo italiano (televisivo, si badi!): La parte erogena di un transessuale!

Chapeau!

52 Comments »

  1.  MonsterID Icon

    Grande! Era da tempo che mi incuriosiva la questione…

    Potrei aggiungere alla lista Furyo (orig. Merry Christmas Mr. Lawrence) che non ho visto, ma che mi sembra degno di nota tra quelli citati per rititolazione arbitraria? (Kuma, se mi puoi illuminare anche su questo…)

    E non ho cuore di pensare cosa possa essere successo alla varia cinematografia di lingue meno note (cfr. per esempio tutta la produzione di Hong Kong… chessoio… Cinque dita di Violenza… Con una mano ti rompo con due piedi ti spezzo…)

    Comment di Botty • 4 Ottobre 2007 16:29

  2.  MonsterID Icon

    articolo interessante, con notevoli chicche…
    ma dato che ci sarebbero troppi commenti da fare sui singoli titoli, rimando a una questione accennata nell’articolo del Kuma, quella dei trailer svianti… io ho un ricordo di trailer di Fight Club che lo facevano sembrare tipo un film di lotta, ma immagino che anche qui di esempi ce ne sarebbero parecchi.

    Comment di golosino • 4 Ottobre 2007 16:42

  3.  MonsterID Icon

    ah, il riferimento era ovviamente al caso di Teaching/Killing Mrs. Tingle

    Comment di golosino • 4 Ottobre 2007 16:43

  4.  MonsterID Icon

    io ormai guardo tutto il possibile in VO da anni e con Eternal Sunshine mi sono messa definitivamente il cuore in pace.

    e quando dico che la Sirène du Mississippi è il primo film di Truffi che ho visto non mi crede nessuno. se avessi saputo del titolo italiano probabilmente non l’avrei nemmeno preso in considerazione.

    adesso però sto pensando quando e se un titolo italiano sia riuscito a dire meglio dell’originale… ah, sì, per i film italiani :)

    Comment di parigina sberluccicosa • 4 Ottobre 2007 20:09

  5.  MonsterID Icon

    Punto 1) vi prego presentatemi qualcuno di questi geni, vi prego!!!
    Punto 2) segnalo “my girl” film piacevole e anche un bel pò profondo, ma che, data la partecipazione di macaulay culkin, è stato tradotto “papà, ho trovato un amico”…
    Punto 3) le distribuzioni hanno questa idea di noi, siamo d’accordo, ma siamo davvero così imbecilli?

    Comment di Serir • 4 Ottobre 2007 20:52

  6.  MonsterID Icon

    uhhh my girl era un cult della mia infanzia!!
    quello della ragazzina innmorata del prof. col babbo becchino!
    cavoli… :D

    Comment di parigina sberluccicosa • 4 Ottobre 2007 21:20

  7.  MonsterID Icon

    Sì sì, proprio quello lì, ragazzina problematica, ipocondriaca, un pò sfigata, culkin che tira le penne, dan aykroyd grasso, jamie lee curtis figlia dei fiori.

    Comment di Serir • 4 Ottobre 2007 22:01

  8.  MonsterID Icon

    Ma esiste “tira le penne” o è la dislessia a parlare per me?

    Comment di Serir • 4 Ottobre 2007 22:03

  9.  MonsterID Icon

    Venerdì 13 – anche il terzo capitolo fu intitolato in altro modo: Week end di terrore.

    Solo dal quarto in poi c’e’ stato il riallineamento.

    Comment di MCP • 4 Ottobre 2007 22:24

  10.  MonsterID Icon

    Mi son messo a rimuginare sulla questione posta da Lou, cioè, se in mezzo a cotanto orrore, sia mai capitato che il titolo italiano ci abbia guadagnato rispetto alla versione originale. Suppongo che i puristi possano dire che no! Solo il fatto di cambiare un titolo è degno di morte!, ma io credo che qualcosa ci sia.
    A chi lo trova, un abbonamento a Geppo Color Special.

    Comment di xx • 5 Ottobre 2007 08:41

  11.  MonsterID Icon

    Beh… Rinuncio a priori (sebbene tra le lacrime) all’abbonamento a Geppo Color Special… Troppo ignorante…

    Pero` mi piace segnalare, nella scia dei “falsi sequel” come il titolo finlandese (?!) di Blade Runner fosse “Blade Runner – Metropolis 2020”

    Che ci sia chi sta peggio??? :-)

    Comment di Botty • 5 Ottobre 2007 09:13

  12.  MonsterID Icon

    @ Serir: hai fatto una sorta di crasi tra lasciarci le penne e tirare le cuoia :)

    devo assolutamente trovare la cassettina del film, mi è persino tornato in mente il motivetto… gh :D

    @ xx: un titolo, almeno uno, ci deve essere, en effet! oggi ci ripenso seriamente (il premio però non è molto incentivante).

    Comment di parigina sberluccicosa • 5 Ottobre 2007 10:14

  13.  MonsterID Icon

    Portentosa raccolta di nefandezze, grandissimo Kuma. Vi sparo la mia personalissima top five, in ordine crescente, ciascun punto seguito da una mia breve motivazione (di seguito il commento standard che li accompagnerebbe tutti: “Non si deve stravolgere il titolo di alcun film, coglioni!”)

    5. “I racconti delle quattro stagioni – Un ragazzo, tre ragazze” : per la zappa sui piedi
    4. “Non drammatizziamo, è solo questione di corna” : per l’irriverenza
    3. “GMT – Giovani Musicisti di Talento” : per l’ignobile e arrogante presunzione di ignoranza del pubblico
    2. “Non desiderare la donna d’altri” : per la prodigiosa svista
    1. “Bancopaz” : incontrastabile, non aggiungo nulla che il titolo stesso non manifesti nella sua bruttezza, inadeguatezza e cafoneria

    Comment di kotekino • 5 Ottobre 2007 16:51

  14.  MonsterID Icon

    Aggiungo l’anonima commedia “Only you” diretta da Betty Thomas che, negli anni in cui furoreggiava Larry manomorta, fu sagacemente intitolata “Weekend senza il morto”.

    XX e titolo che ci guadagna – vale solo per i film? C’e’ un racconto di R.Matheson il cui titolo italiano e’ veramente geniale e migliore dell’originale, pero’ se non mi serve a vincere Geppo Color Special me lo tengo buon per un’altra occasione.

    Comment di MCP • 5 Ottobre 2007 22:55

  15.  MonsterID Icon

    e come dimenticare il film di Woody Allen Play it again Sam tradotto con “Provaci ancora Sam”? Boogie ha più volte rollato nella tomba…

    Comment di tua sorella • 5 Ottobre 2007 23:12

  16.  MonsterID Icon

    Appunterò volentieri tutte le segnalazioni.
    “Weekend senza il morto” sta molto bene nella sezione “tentativi di spacciare un film per il seguito di un altro film”. E “Furyo” è veramente un bell’esempio di stupidaggine insensata (non ha alcun legame con il film, né alcun vero significato).

    Credo comunque che ci sia stato il caso in cui un titolo italiano funzionasse meglio dell’originale. Innanzitutto ci sono i casi in cui il titolo originale non avrebbe funzionato affatto, né lasciandolo così com’era né adattandolo in linea diretta.
    E ho l’impressione, come dicevo nel post, che i titoli dell’era classica di Hollywood fossero resi molto meglio. Proviamo a prendere Hitchcock, ad esempio.
    Forse “Il prigioniero di Amsterdam” ha persino più fascino di “Foreign Correspondent”. E “Prigionieri dell’oceano” di “Lifeboat”.
    E quasi sicuramente “Nodo alla gola” è un titolo migliore di “Rope” (che non avrebbe mai funzionato in italiano).
    “Il delitto perfetto” è forse un po’ banale, ma non è che “Dial M for Murder” fosse questa genialata di titolo. Così come il difficilmente traducibile “North by Northwest”, benché vada ammesso che “Intrigo internazionale”, che pure ormai ci è entrato in testa, è di una piattezza assoluta, potrebbe riferirsi praticamente a qualunque film di spionaggio esistente.
    D’altro canto, fa il paio con “Scandalo internazionale” di Billy Wilder, che era “A Foreign Affair”.
    Però alcuni dei primi Billy Wilder non ci perdono nella rititolazione:

    “The Major and the Minor” => Frutto proibito
    “Five Graves to Cairo” => I cinque segreti del deserto
    “Double Indemnity” => La fiamma del peccato
    “The Lost Weekend” => Giorni perduti

    “La fiamma del peccato”, in particolare, mi sembra guadagnarci.
    Ma guardate cosa succede alla filmografia di Billy Wilder quando ci spostiamo dagli anni Quaranta-Cinquanta agli anni Sessanta-Settanta:

    “The Fortune Cookie” => Non per soldi… ma per denaro!
    “Avanti!” (già in italiano, perché ambientato in Italia, e fra camere d’albergo) => Che cosa è successo tra mio padre e tua madre?

    La stortura è proprio generazionale (e il caso di “Avanti!” è notevole).

    Poi ci sono i titoli di Bertolucci, che da un certo punto in poi nascono in inglese perché le produzioni sono americane. E forse lui stesso arriva a trasformare il poetico “The Sheltering Sky” nello stupidino “Il tè nel deserto”, e ugualmente “Stealing Beauty” in “Io ballo da sola” (confermando i nostri beneamati titoli in prima persona).

    Comment di Kumagoro • 6 Ottobre 2007 21:10

  17.  MonsterID Icon

    (Fiuuu, meno male che nessuno si è accorto che ho attribuito a Spike Jonze un film di Michel Gondry! Luca, per favore, sostituisci, che è già sufficiente che la mia asineria rimanga testimoniata per sempre in questo commento).

    Comment di Kumagoro • 6 Ottobre 2007 21:19

  18.  MonsterID Icon

    Oh, ma stai dando degli asini a tutti o cosa? :)

    Comment di parigina sberluccicosa • 8 Ottobre 2007 09:02

  19.  MonsterID Icon

    Io continuo a trovare “La mia droga si chiama Julie” un titolo molto romantico, così come trovo nella fantascienza (altro ambito dove i titolisti vanno a capocchia) il titolo “I reietti dell’altro pianeta” molto più evocativo e affascinante del romanzo che contiene. Per la cronaca il titolo originale era “The dispossessed”.

    Comment di Skalda • 8 Ottobre 2007 11:27

  20.  MonsterID Icon

    ParSbe: sto dando a tutti dei sorvolatori benevoli della mia asineria.

    Skalda: però anche “La sirena del Mississippi” sarebbe stato romantico.
    Sulla scifì, c’è da citare la sfilza di titoli sballati “con data”. In ordine cronologico:

    – “1975: occhi bianchi sul pianeta Terra” (The Omega Man, aka I Am Legend)
    – “1999: conquista della Terra” (Conquest of the Planet of the Apes, qui si sono persi per strada anche la serie)
    – “2002: la seconda odissea” (Silent Running, tra l’altro bellissimo)
    – “2022: i sopravvissuti” (Soylent Green)
    – “Anno 2670: ultimo atto” (Battle for the Planet of the Apes, vedi sopra: “ultimo atto” de che?)

    Comment di Kumagoro • 8 Ottobre 2007 19:25

  21.  MonsterID Icon

    ah, mi pareva… :)

    Comment di parigina sberluccicosa • 8 Ottobre 2007 21:43

  22.  MonsterID Icon

    C’entra solo in parte, trattandosi piu’ che altro di scarsa conoscenza dell’inglese: V for Vendetta tradotto in V PER Vendetta

    Comment di MCP • 8 Ottobre 2007 22:56

  23.  MonsterID Icon

    Kuma: E’ vero dopo 2001 incominciarono a mettere titoli a capocchia un po’ ovunque. Tra l’altro tre dei film che citi sono anche piuttosto belli!

    Ricordo anche un “200X L’ultima odissea” su dei tizi che usavano un mezzo a otto ruote per attraversare gli USA dopo una guerra nucleare.

    MCP: Potevano tradurlo come “V come Verona” ;)

    Comment di Skalda • 9 Ottobre 2007 16:45

  24.  MonsterID Icon

    …e che dire del vecchio musical “Sound of Music” tradotto TUTTI INSIEME APPASSIONATAMENTE? o del film con Julia Roberts di qualche anno fa “Runaway bride” diventeto inspiegabilmente SE SCAPPI TI SPOSO…?? non ha senso!!!!!!!

    Comment di Colly • 10 Ottobre 2007 11:06

  25.  MonsterID Icon

    ho appena scoperto che in spagnolo “Dellamorte Dellamore” è stato intitolato con un pacchiano “Mi Novia e un zombie”, “la mia fidanzata è uno zombi”.
    Non siamo soli…

    Comment di golosino • 10 Ottobre 2007 11:52

  26.  MonsterID Icon

    Ovviamente in Ispagna c’è lo zampino di Alejandro Botafogo

    Per The sound of music è anche vero…Tutti insieme chi? I figli del crucco austriaco?

    Comment di xx • 10 Ottobre 2007 12:05

  27.  MonsterID Icon

    Già, difficile pensare che non c’entri qualcosa…

    Comment di golosino • 10 Ottobre 2007 12:56

  28.  MonsterID Icon

    Skalda: i tre film belli erano quelli non appartenenti alla serie del Pianeta delle scimmie? :-)
    (Vabbe’, anche quelli non erano così male, dai).

    Quello che citi dovrebbe essere questo: http://italian.imdb.com/title/tt0075909/, però da IMDb non risulta un anno nel titolo italiano, c’è solo “L’ultima odissea” (strano film, tratto da Zelazny, non l’avevo mai sentito: potrebbe essere stato un’ispirazione per Mad Max?).

    Gli spagnoli sono tremendi quanto o peggio di noi per le titolazioni (dev’essere un problema dei popoli latini più incolti). Però, a giudicare dall’esito filmico di Dellamorte Dellamore, il titolo iberico mi sembra più che adeguato.

    Comment di Kumagoro • 13 Ottobre 2007 21:25

  29.  MonsterID Icon

    Mad Max si ispirò dichiaratamente a Un ragazzo e il suo cane (che in italiano mi pare diventa PsychoCane o qualcosa del genere)

    Kuma, scrivendo l’articolo hai commesso un errore comunissimo che però a me fa accapponare la pelle: non quadrilogia, ma tetralogia!

    (Ok, ora farai dieci post per convincermi che si dice correttamente anche quadrilogia. Può darsi, ma a me fa schifo)

    Comment di Anonimo • 20 Ottobre 2007 21:19

  30.  MonsterID Icon

    Di nuovo ero io.

    Comment di Carlo • 20 Ottobre 2007 21:20

  31.  MonsterID Icon

    Carlo/Anonimo: Mad Max si ispirò a “A boy and his dog” di Harlan Ellison? Non lo sapevo, può essere sono entrambi pieni di di topos del sottogenere post-atomico.

    Per quanto riguarda lo scegliere tra quadri e tetra, confermo la tua idea, dato che tri-logia è chiaramente una parola di derivazione greca, per indicare il numero 4 si deve usare un vocabolo anch’esso greco.

    Comment di Skalda • 22 Ottobre 2007 14:14

  32.  MonsterID Icon

    Non dubito che Mad Max non abbia inventato nulla, raramente il cinema lo fa in questi casi.

    Per la quadrilogia, cosa vi devo dimostrare? E’ una parola del dizionario, introdotta nel 1959. Tetralogia è un termine del teatro greco, e dell’opera lirica (e sul dizionario dice: “Sinonimo di quadrilogia”). A me piacciono di più le arti contemporanee e uso termini che se la tirano meno. :-P
    Poi, se volete, potete anche dire tetralatero, tetramestre, tetrupede, tetrumviro e tetracromia (alcuni di questi esistono davvero).

    Comment di Kumagoro • 23 Ottobre 2007 17:24

  33.  MonsterID Icon

    Tetramestre mi fa ridere perché pare un mese triste triste.

    Comment di xx • 23 Ottobre 2007 17:27

  34.  MonsterID Icon

    A me fa venire i brividi.. per tutt’altro motivo…

    Comment di Iridella • 23 Ottobre 2007 17:47

  35.  MonsterID Icon

    Oddio.. comincio già con lo sdppiamento della personalità! E’ ovvio che Iridella e Chicca sono due facce dello stesso icosaedro..

    Comment di Chicca • 23 Ottobre 2007 17:48

  36.  MonsterID Icon

    …due rovesci della stessa medaglia… ;-)

    Comment di Botty • 24 Ottobre 2007 08:56

  37.  MonsterID Icon

    Quello che mi inquieta è che entrambe abbiano lo stesso avatar…che dovrebbe essere generato con un md5 basato sulla stringa nick+email. O ho sbagliato qualcosa nell’algoritmo, oppure c’è una probabilità su un gozillione che capiti una cosa simile!

    Comment di xx • 24 Ottobre 2007 11:17

  38.  MonsterID Icon

    magari già conosci…ma di questo genere di argomenti (e di tanti altri “scempi” delle case di distribuzione e co.) si parla su http://www.therewillbeblood.splinder.com

    Comment di Zenn • 21 Settembre 2009 21:27

  39.  MonsterID Icon

    Ripescando questo post grazie all’ultimo commento, ho scoperto oggi che l’aberrazione del cambio titolo per Soylent Green ha raggiunto piu` o meno equanimemente l’universo mondo conosciuto… Per simpatia riporto tutti i titoli di cui akas.imdb.com mi porta a conoscenza…

    À Beira do Fim Portugal
    …Jahr 2022… die überleben wollen… Austria
    2022: i sopravvissuti Italy
    Fremtidens rædsel Denmark
    Jahr 2022… die überleben wollen West Germany
    Maailma vuonna 2022 Finland
    No Mundo de 2020 Brazil
    Soirento geriin Japan
    Soleil vert France
    Soylent Green: Cuando el destino nos alcance Spain
    Soylent green – Amerika år 2022 Sweden
    Zöld szója Hungary
    Zelena soja Serbia

    Mi pare bellissimo come, in Brasile, sia addirittura cambiato l’anno, e come gli Svedesi abbiano sentito la necessita` di specificare che si trattasse dell’America… (per non parlare dei francesi, per cui il Soylent diventa il Sole, Ungheresi e Serbi per cui -stando a google translate- il Soylent sono semi di soia e dei danesi per cui si parla genericamente di “Future Horror”)

    Mah… :-D

    (io ho inserito i Tab ma salta la formattazione, portate pasiensa…)

    Comment di Botty • 22 Settembre 2009 10:41

  40.  MonsterID Icon

    Vivendo in Germania noto che anche qui i distributori hanno abitudini analoghe a quelle italiche. Alcuni esempi (tra parentesi la traduzione italiana del titolo tedesco):

    The Long Good-Bye (R. Altman, 1973, dall’omonimo romanzo di Chandler): Der Tod kennt keine Wiederkehr (La morte non conosce ritorno)
    Les quatre cents coups (F. Truffaut, 1959): Sie küssten und sie schlugen ihn (Lo baciarono e lo picchiarono)
    Vivre sa vie (JL Godard, 1962): Die Geschichte der Nana S. (la storia di Nana S.)

    Ho scelto questi tre casi perche’ erano i primi che mi erano venuti in mente: la cosa bufa e’ che il titolo della distribuzione italiana di tutti e tre e’ la traduzione letterale dell’originale (o quasi, comunque “Questa e’ la mia vita” e’ accettabile)
    Il caso “400 copus” e’ interessante, perche’ e’ un’espressione idiomatica intraducibile che e’ stata tradotta dappertutto letteralmente, salvo in Germania dove gli hanno dato un titolo quasi degno dell’ormai mitico “Non drammatizziamo…” (perche’ proprio Truffaut deve farne sempre le spese?)

    Comment di paolo • 22 Settembre 2009 12:29

  41.  MonsterID Icon

    E a questo punto propongo un trivia: sotto quale titolo italiano e’ stato distribuito “Up!” di Russ Meyer?

    Comment di paolo • 22 Settembre 2009 12:34

  42.  MonsterID Icon

    La potente lobby internazionale dei titolisti odiava Truffaut per motivi misteriosi (probabilmente ne ha anche causato la morte per avvelenamento da idiozie).
    Notevole il caso di Meyer. Soprattutto è interessante capire come abbiano fatto a far stare il titolo in un cartellone la cui grafica era basata su due sole lettere giganti.

    Comment di Kumagoro • 22 Settembre 2009 15:12

  43.  MonsterID Icon

    Kuma, ho capito che sai la risposta al trivia: scrivila, cosi’ ci facciamo un po’ di risate.

    Comment di paolo • 22 Settembre 2009 15:21

  44.  MonsterID Icon

    Be’, veramente non la sapevo, ma basta cercarla sull’IMDb italiano (che fra l’altro adesso è diventato sito a se stante, una porcheria per chi voleva seguire l’attualità americana E avere gli aka italiani nelle schede dei film!).
    Comunque era “Le deliranti avventure erotiche dell’agente Margò”.

    Comment di Kumagoro • 22 Settembre 2009 15:37

  45.  MonsterID Icon

    A proposito di “Up”: come verra’ tradotto in italiano il titolo del film della Pixar? Verra’ lasciato in originale come hanno fatto con “Toy Story” e “Cars”?

    Comment di paolo • 22 Settembre 2009 15:44

  46.  MonsterID Icon

    Sic!

    Comment di Botty • 22 Settembre 2009 16:26

  47.  MonsterID Icon

    Invece delle “deliranti avventure erotiche” abbiamo “armi segrete”… la situazione si fa sempre piu’ bufa

    Comment di paolo • 22 Settembre 2009 16:36

  48.  MonsterID Icon

    Invece delle “deliranti avventure erotiche” abbiamo “armi segrete”… la situazione si fa sempre piu’ bufa.

    Grazie Botty per il tuo ritrovamento

    Comment di paolo • 22 Settembre 2009 16:36

  49.  MonsterID Icon

    Per Up della Pixar: pare resti così in italiano. I francesi, da par loro, non hanno resistito a nazionalizzarlo in “Là-haut”. Per i cechi è diventato “Vzhuru do oblak”, invece. Potrai spiegarci che significa.

    Comment di Kumagoro • 24 Settembre 2009 21:22

  50.  MonsterID Icon

    In tedesco si chiama “Oben”, traduzione di “up” (stato in luogo) mentre “vzhuru do oblak” vuol dire “su nelle nuvole” (moto a luogo, come si vede dall ‘uso di “do” + genitivo)

    Comment di paolo • 25 Settembre 2009 09:27

  51.  MonsterID Icon

    ome si vede dall ‘uso di “do” + genitivo

    Ovvio! :-)

    Comment di Botty • 25 Settembre 2009 13:44

  52.  MonsterID Icon

    Beh, devo pur tirarmela un po’, no?

    Comment di paolo • 25 Settembre 2009 14:57

Leave a comment

You must be logged in to post a comment.