xxmiglia.com's
uFAQ
Scrivermi?
Categorie
Ricerca

Per i ritardatari
Mi do da fare
Sono alla moda e tuitto
Divisioni imperfette

Alassio, 1982 circa

Un giorno, quand’ero piccolo  venni a sapere un’informazione preziossima: “La croce su cui è stato crocefisso Gesù è stata divisa così: un braccio a Roma dal Papa, un braccio a Gerusalemme, e un pezzettino a tutte le chiese del mondo”. Non ricordo bene chi mi sentì in dovere di comunicarmi questa incontrovertibile verità, forse mia sorella o forse qualche compagnuccio di scuola, ma mi colpì assai. Innanzitutto mi chiesi dove fosse tenuto il pezzetto di croce appartenente alla chiesa che frequentavo allora. Mi autoconvinsi che si trovasse nell’altare, in quella specie di cassetta con una porta che mi sembrava di oro massiccio, e le noiosissime messe furono allietate dal brivido di essere vicini a un pezzetto della Vera Croce.

Ma non solo: iniziai a riflettere sui problemi pratici che comportava questa regola. Quando viene fondata una nuova chiesa, cosa succede? Ci sono due possibilità: o quando è stata fatta la divisione primordiale tutta la croce è stata divisa tra le chiese esistenti allora, oppure solo una parte di essa è stata divisa, e il resto conservato da qualche parte e tenuto per le future consacrazioni.
Nel primo caso, per dare un briciolo di croce alle nuove chiese l’unica possibilità è che un’altra chiesa si privi di un pezzetto del proprio pezzetto di legno. “Ah! E io dovrei dare un po’ della mia croce a quelli di San Busiano Superiore? Ma che bisogno avevano di fare una chiesa nuova, non potevano continuare ad andare a messa da noi a San Busiano Inferiore? No, no, io non gliela do. Che siano quelli di San Busiano Mediana a dividere il proprio tessoro”.
Le cose vanno anche peggio per quel che riguarda la seconda ipotesi. Innanzitutto, dove viene conservata la croce ancora  da dividere? A Roma, probabilmente, e questo potrebbe anche starmi bene, però allora non venirmi a raccontare la favola di “un braccio a Roma, il resto a tutte le chiese del mondo”, quando chissà quanta altra parte della croce se ne sta a Roma lì dal Papa. E poi le chiese sono in continuo aumento, i missionari si danno da fare! Prima o poi, se si dà a tutte le chiese la stessa quantità di reliquia, quest’ultima finirà, e allora ricadiamo nel primo caso. Una soluzione è diminuire progressivamente il volume di croce da dare a ogni croce, secondo una legge esponenziale negativa, in modo da non raggiungere mai lo zero e garantire quindi la possibilità di infinite divisioni. L’effetto collaterale, però, lo immaginate tutti: “Ah, ah! Quei puzzoni di San Busiano Superiore hanno un pezzetto di croce molto più piccolo del nostro, quindi noi siamo migliori di loro e andremo in paradiso più forte”.

Questi sono i problemi più evidenti, ma non son mica gli unici…
a) la basilica di San Pietro, oltre al suo braccio, ha diritto anche al suo pezzettino, in quanto chiesa? Proprio incontentabile,  il Papa…
b) di preciso, dove sta a Gerusalemme quel braccio? E poi, va bene che Gesù ha avuto la strana idea di nascere da quelle parti, ma un intero braccio in un posto dove sono tutti di religione diversa?!?
c) se una chiesa perde il suo pezzetto, ne ha diritto a uno nuovo? Si sa che dovrebbe tenerlo ben da conto, ma gli incidenti capitano, e tra tutte le chiese che ci sono ogni tanto a qualcuno succederà di passare l’aspirapolvere con troppa solerzia.
d) quando una chiesa viene sconsacrata, che succede del suo pezzettino? Fammi indovinare…torna a Roma dal Papa!

Ecco, ora non riuscirò più a dormire a causa di tutti questi dubbi…  Aiutatemi.