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Mercoledì 21, giovedì 22

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Mercoledì 21

Oggi abbiamo mangiato da Gabriele. Ho mangiato molto. Di primo dei maccheroni al sugo, secondo: milanese e patate, frutta: 5 prugne e alcuni grissini. e tutto mi è piaciuto.

Giovedì 22

Oggi è arrivata a Sassello zia Adelina. Quando ha abbracciato zia Mavi si è accorta che ha perso una perla dell’orecchino. Poi l’abbiamo ritrovata nella macchina di papà.

Queste due giornate passeranno alla storia come “la trilogia dello smarrimento”, in quanto, anche se apparentemente slegate, narrano entrambe eventi relativi a uno smarrimento: nel primo caso della mia decenza, nel secondo di un gioiello.

Gabriele, introdotto nel magico mondo di Luca Notizie il 19 luglio, è comparso a Sassello due anni: un anno alloggiando in un albergo poco lontano dal Piano (la frazione di Sassello dove si svolgono le mie avventure), nella località chiamata “la Villa” e una nel Piano stesso, nell’unica casa che veniva affittata ai villeggianti, la cosiddetta “casa di Nicola” dove poi avrei alloggiato io stesso più avanti. Ma questa è un’altra storia. Non ho prove documentate, ma sono ragionevolmente convinto che quell’anno Gabriele fosse in albergo. Questa introduzione è per dire che mi sono infiltrato in albergo a scroccare un pranzo, e non mi sono certo limitato. Persino oggi un pranzo con primo, secondo, contorno e frutta mi sembra troppo abbondante, figuriamoci per un bimbo di 8 anni che pesava poco più di 30 kg; sarà per questo che ora non peso più 30 kg? Bravo, Luca: è importante nutrirsi adeguatamente. Dal punto di vista formale, trovo assai interessante l’uso creativo della punteggiatura in questo pezzo, con particolare riferimento ai due punti nell’elenco. Dirò di più: il fatto che l’ultimo periodo non inizi con la maiuscola deriva dal legame stretto che ha con ciò che veniva prima. Infatti Suor Maddalena, che la sapeva lunga, non l’ha segnato come errore. Faccio infine notare che io evidentemente consideravo i grissini come un tipo di frutta, e che impazzivo a fare la “h” maiuscola in corsivo, mi pareva una lettera assurda e incomprensibile.

Zia Adelina era una presenza talmente costante della mia infanzia che non ho ritenuto necessario dedicarle nemmeno due parole di introduzione per spiegare chi era e cosa faceva, anche se la sua presenza in campagna è piuttosto anomala, poiché Sassello era territorio della famiglia di mio padre, e Zia Adelina era la zia di mia nonna materna (sì, era una proprozia). Comunque sia, zia Adelina è rimasta poco da quelle parti, giusto il tempo di darci il brivido del Mistero della Perla Perduta, poi ritrovata fortunosamente nella macchina di papà. Mi rimane tuttavia un dubbio: come ha fatto zia Adelina ad accorgersi di aver smarrito una perla mentre abbracciava zia Mavi? Cioè: in che modo l’atto di abbracciare un parente può favorire la consapevolezza di aver perso un pezzo di orecchino? Non lo sapremo mai…