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Enciclopedia Stronza XXX: San Pancrazio Vergine, Carciofo, Fulmine dei mirtilli

San Pancrazio Vergine: santo della provincia di Asti, noto per l’erezione della Cattedrale delle Bricioline e per le circostanze di canonizzazione. Pancrazio, nonostante avesse preso i voti da frate, era noto per la sua vita sregolata: beveva, bestemmiava e picchiava le vecchiette. Ma nonostante tutto era vergine, poiché nessuna fanciulla voleva giacere con un frate brutto, puzzolente e dal naso rubizzo. Finché un giorno, un corno di vino in una mano, una fetta di formaggio nell’altra, il malvagio Pancrazio cercò di usare violenza su una povera suora di passaggio. Tuttavia, appena introdotto il glande nella malcapitata, un boccone di formaggio gli andò di traverso ed egli morì soffocato. Secondo i testimoni – la violenza stava avendo luogo in pubblica piazza – però, Pancrazio prima di spirare fece in tempo a emettere un gemito da tutti interpretato come un segno di supremo pentimento.
Nel 1578 un congresso di teologi si riunì per stabilire se, date le
circostanze, Pancrazio fosse da considerarsi vergine (e quindi degno di essere canonizzato) oppure no (e quindi destinato a finire all’Inferno). I settantasette vescovi, dopo sei anni di discussioni, proclamarono il principio della “profunda penetratio” secondo la quale Pancrazio era in effetti morto vergine, oltretutto rinnegando il suo passato di scelleratezze. San Pancrazio Vergine si festeggia il sette marzo.

Carciofo: ortaggio con capolino e squame carnose che viene consumato in vari modi prima che giunga a completa fioritura. Particolarmente prelibati sono i carciofi ripieni, i carciofi fritti o i carciofi alla giudea, ma molti li preferiscono crudi conditi con olio e limone.

Fulmine dei mirtilli: fenomeno meteorologico tipico della regione del Trentino, consiste in una particolare forma di fulmine attirata esclusivamente dai mirtilli. Quando i Fulmini dei mirtilli colpiscono questi frutti, danno vita a una rara e succulenta marmellata caramellata, detta Mirtillera, di cui però da ogni scarica se ne ottengono solo poche, preziose gocce. Dato l’alto prezzo di mercato della Mirtillera, alcuni professionisti, detti Marmellanti, si sono specializzati nel raccogliere questa singolare composta nel corso delle tempeste di fulmini dei mirtilli (le cosiddette “Martinelle”), a costo di finire uccisi dalle scariche elettriche. Per ovviare a questa morìa, Manrico Krepentel, un ingegnoso scienziato del luogo, ideò un metodo per produrre su scala industriale la Mirtillera: all’interno della sua coltivazione di mirtilli, egli applicò tante minuscole antenne parafulmine a ogni frutto, sperando così di attirare le scariche su di essi e di ottenere grandi quantità di marmellata. Krepentel morì fulminato e caramellato durante una Martinella particolarmente violenta, e fu venduto dal figlio Ulrico al Mercato dei dolciumi di Fai della Paganella.

Enciclopedia Stronza XXIX: Vecchinofono, Eucapone, Guramayon

Vecchinofono: strumento musicale brevettato nel 1923 da Gorlan Yeppez, inventore croato. Per suonare il vecchinofono è necessario un suonatore (detto “vecchiettista”) e un certo numero di signore anziane. Il vecchiettista inizia a percuotere i suddetti soggetti con una mazza di legno d’acero (detta in gergo “la Punitrice”) in modo che i versi emessi siano confacenti alla volontà dell’esecutore e, ovviamente, allo spartito musicale. Nel 1926 il fratello di Gorlan Yeppez, Pirtan Yeppez, brevettò una variante in cui al posto di comuni vecchette vengono utilizzate suore, chiamandolo “suorofono”. Il successo di questa nuova versione fu così travolgente che al giorno d’oggi nessuno ricorda più il vecchinofono, oscurato dalla fama della sua imitazione, e la genialità di Gorlan è stata dimenticata.

Eucapone: semidio semidimenticato della mitologia greca, Eucapone è figlio naturale di Zeus e di una ragioniera di Biella. La leggenda narra che Zeus, sceso dall’Olimpo tra i mortali sotto forma di corriere dell’UPS, si invaghì della bella Samantha del reparto buoni mensa e che, dopo averla sedotta, scappò in sella ad un Ciao volante. Il frutto di questa relazione peccaminosa fu Eucapone. Non vengono narrate leggende su questo semidio perché Eucapone nella sua vita non fece assolutamente nulla di interessante. Gli dei dell’Olimpo non perdono un’occasione di canzonare Zeus per il suo figlio poco riuscito, intonando canzonacce e tirandogli vecchie e coppini. Al contrario di quanto si creda, il re degli dei non è particolarmente rispettato dai suoi colleghi.

Guramayon: mostro della tradizione giapponese utilizzato per spaventare i bambini capricciosi: “Se non mangi tutto il tuo katsudon, chiamo il Guramayon”. Il dottor Katsushiro Mosho è riuscito a raccogliere tutte le leggende sull’essere e ne ha stilato il seguente ritratto: il Guramayon è un mostro-robot gigante ad energia solare a forma di scimpanzè che spara missili dalla bocca e fa puzzette dall’odore di parmigiano stagionato. Non si sa altro in proposito perché in effetti il Guramayon è un’invenzione della mamma del dottor Mosho.

Enciclopedia Stronza XXVIII: Cacarolles, Mouflettes aux soldats, U verdicchiu

Come annunciato nel volume XXVII, d’ora in poi l’Enciclopedia Stronza si occuperà esclusivamente di divise militari del periodo napoleonico. Buona lettura.

Cacarolles: ampi pantaloni utilizzati dalle truppe napoleoniche d’assalto. I cacarolles avevano il cavallo molto basso, all’incirca al livello delle ginocchia, cosicché nel caso i soldati nel corso di un assalto se la fossero fatta addosso per lo spavento, non sarebbero stati infastiditi dalle loro stesse feci compresse tra la pelle e i pantaloni. In questo modo, invece, gli escrementi venivano raccolti nello spazioso cavallo, da dove poi potevano essere rimosse alla fine dell’assalto.

Mouflettes aux soldats: pantofoline pelose fornite come parte dell’equipaggiamento base delle truppe napoleoniche. I soldati, prima di coricarsi, ponevano le loro Mouflettes ai piedi della brandina, così da poterle calzare agilmente in caso di attacco a sorpresa, al contrario degli stivali, che richiedevano più tempo per essere indossati. A seconda del reparto, le mouflettes erano foggiate secondo le sembianze di un animale diverso: maialini per gli artiglieri, ranocchie per la fanteria, paperelle per la cavalleria e via dicendo. Rimase negli annali il caso di un fante che chiese in via ufficiale il permesso di indossare delle Mouflettes a forma di orsetto – quelle proprie delle truppe d’assalto – e fu impiccato in pubblica piazza come monito per gli altri soldati.

U verdicchiu: berretto d’ordinanza degli ufficiali napoleonici all’interno della divisione degli artiglieri. “U verdicchiu”, come suggerisce il nome, è un tipico copricapo corso importato da Napoleone stesso; assomiglia a una parrucca da pagliaccio di color verde acceso, quasi fosforescente, ragion per cui gli ufficiali dell’artiglieria vennero simpaticamente ribattezzati dai loro sottoposti “fottuti pagliacci”. Una volta constatato che all’interno di tali reparti era sempre più difficile mantenere l’ordine e che le gerarchie erano di rado rispettate, Napoleone a malincuore ordinò che i verdicchiu fossero aboliti e sostituiti da un più sobrio colbacco in pelliccia di uro.

Enciclopedia Stronza XXVII: Speciale web comics

Negli ultimi anni, Internet ha permesso a migliaia di fumettisti in erba di esprimersi al grande pubblico senza dover passare per le forche caudine di quei bastardi editori parassiti: il fenomeno dei web comics è sempre più diffuso e miete sempre più consensi. Eppure, anche qua si formano le solite conventicole che finiscono per trascurare tutto ciò che non sia un Megatokyo o un Eriadan. E’ per questo che i redattori dell’Enciclopedia Stronza sono lieti di presentare 16 web comic sconosciuti ai più, così che idee innovative e coraggiose abbiano la loro chance.

Mamma che monelli: gag a volontà in questa strip dedicata a Tippi, Tappi e Mototronco, tre monelli sempre in cerca di guai che ne combinano di cotte e di crude. Caratteristico il cappellino con l’elica di Mototronco, che si mette a girare quando il mariuolo ne pensa una delle sue.

Che pasticcio, Hassan! : protagonista di questa striscia è Hassan, giovane arabo che vive in una metropoli occidentale. Hassan vorrebbe vivere una vita come tutti gli altri, ma la sua fluente barba, il suo turbante e la sua passione per le scimitarre non gli rendono la vita facile. Hassan ne combina di cotte e di crude, ma quando le cose sembrano risolversi per il meglio, finisce per gridare la sua felicità con l’espressione “Salto in aria dalla gioia!” al che il suo arcinemico, l’ispettore Markus, sbuca fuori e lo porta in prigione dove verrà torturato.

Gatto di Patate: storia di un gatto che si crede un gattò di patate e di un gattò di patate che si crede un gatto. Dopo i difficili inizi, una sincera amicizia nasce tra i due. Indimenticabile la saga in cui l’Uomo decide di invitare gente a cena promettendo “coniglio con contorno di torta salata”. I due se la vedranno brutta!

Penna Balenga: il guerriero indiano Penna Balenga si addormenta nel 1850 e si risveglia nella California moderna. Qui incontra il bimbo Gimpy e diventano amici. Gimpy fa vivere Penna Balenga nella propria cameretta travestito da Mon Ciccì, cosa che fa infuriare l’orgoglioso pellerossa. Quest’ultimo, non conoscendo il mondo moderno, ne combina di cotte e di crude.

La prova del cuoco: versione a fumetti del celebre programma televisivo con Antonella Clerici. In ogni striscia, la simpatica bionda conduttrice finge di litigare con gli astanti, canta buffe canzoncine e ne combina di cotte e di crude (letteralmente).

Ganz tunz tunz: striscia modaiolo-futurista, parla di un gruppo di appassionati di discoteche che amano discutere di arte, guerra, nuovi locali e macchine a vapore. Dato che nel caos delle discoteche essi tendono a non capire ciò che gli altri dicono, ne combineranno di cotte e di crude.

Clemente, il simpatico catarifrangente
: Clemente è un piccolo catarifrangente che viene sballottato dalla bici del piccolo Gianpipino all’automobile del papà Giangozzo all’utilitaria della mamma Gianpista alla motoretta della sorella Gianbanana. Clemente confonde sempre il mezzo su cui si trova, combinandone di cotte e di crude.

Due suore e una matta: due religiose, Suor Pannocchia e Suor Petecchia, allevano una trovatella di nome Peppy. Peppy, crescendo, diverrà sempre più ribelle e, pur volendo bene alle sue baffute genitrici, ne combinerà di cotte e di crude. Indimenticabile la saga in cui Peppy si tinge i capelli di rosso e finge di essere posseduta dal demone Gasparon.

Matte risate con Pepi Ton: fumetto incentrato sul personaggio di Pepi, simpatico pensionato che ama passare le sue giornate tra il bar e il garage del figlio. Ogni puntata termina con una barzelletta raccontata in veneto dal beneamato protagonista. Pepi ha inoltre un nipotino un po’ irrequieto, Taddeo (chiamato affettuosamente da Pepi “Taddeo il cicisbeo”) a cui vuole un bene dell’anima nonostante ne combini di cotte e di crude.

Gonz e Fonz: avventure di due giovani metallari ticinesi nei bassifondi di Bellinzona. Fonz, chiamato così per la sua passione per i Fonzies, è il ciccione simpaticone della situazione, mentre Gonz, soprannome derivato dall’astuzia del ragazzo, è alto, magro e irritabile. La miscela esplosiva dei due personaggi si confronta con la quotidianità della Svizzera, generando situazioni imprevedibili. Indimenticabile la saga in cui Gonz e Fonz vanno al concerto di Britney Spears convinti che quella sera suonassero gli Slayer.
PS: Gonz e Fonz ne combinano di cotte e di crude.

Palmiro, ghepardo crumiro
: Palmiro è un ghepardo che viene assunto in miniera in Inghilterra durante gli anni degli scioperi contro la Thatcher. La striscia mostra uno spaccato sociale di quegli anni difficili per il Regno Unito, pur non rinunciando ad essere spassosa a causa del cortocircuito tra il ghepardo, che ne combina di cotte e di crude, e le condizioni di vita dei minatori. Indimenticabile la saga in cui Palmiro incontra il draghetto Grisù e insieme decidono di diventare cercatori d’oro.

Fantafamiglia: strip incentrata sulle avventure quotidiane della famiglia “mista” dei Dragoberti. Fessa è un’elfa ranger legale buona, Sguro è un orco guerriero caotico malvagio: i due riescono a portare avanti il loro menage matrimoniale nonostante le differenze razziali. A tenerli uniti è quella simpatica teppa del loro figlio adottivo Bigol, un hobbit ladro caotico buono che ne combina di cotte e di crude e attinge spesso al portafogli incustodito di papà Sguro. Con inedita arguzia, la striscia mescola un’irriverente parodia dei luoghi comuni del genere fantasy ad una satira pungente della nostra società.

Daniela dei Tonni: avventure e disavventure di una quattordicenne di oggi, alle prese con professori, genitori, amiche e…amori! Daniela ama usare metafore ittiche per le persone con cui interagisce, e i ragazzi, quei misteriosi esseri al centro della sua attenzione, sono chiamati “Tonni”. Insieme alle sue amiche Carla, ragazza con qualche problema di igiene, e Miyako, la fissata coi manga, ne combinerà di cotte e di crude per conquistare il bel Damiano.

Betty la battona: fumetto verista incentrato sulla figura della prostituta Elisabetta, conosciuta dai clienti come Betty. Rimasta orfana dei genitori a poco più di 18 anni, Betty si vede costretta a vendere il suo corpo per mantenere sé e il fratellino ciccione di 11 anni (il piccolo Baobab), che ne combina di cotte e di crude. Indimenticabile la saga in cui Baobab vende la sorella ai mercanti di schiavi in cambio di sei Mars e tre Bounty.

Haruka-chan e Big Larry: tentativo di coniugare l’estetica degli shojo manga coi classici fumetti d’avventura americani. Haruka è una giovane studentessa giapponese che un giorno incontra il biondo e muscoloso Larry in qualità di insegnante di inglese. Si innamoreranno di un amore proibito e insieme partiranno all’avventura inseguendo i pirati della Manciuria, e ne combineranno di cotte e di crude.

Gobdon il Gobdoniano: fumetto sulle vicissitudini di un Gobdoniano di nome Gobdon, alle prese con i problemi di tutti i giorni, come lucidare lo Svlirpo, coltivare le Rabekdt, respingere gli attacchi dei Forforiani e crescere un figlioletto che ne combina di Wurlitz e di Bregdi.

Enciclopedia Stronza XXVI: Anatomia alternativa, Cranzo, Piccola Stefi

Anatomia alternativa: pseudobranca della medicina inventata dal signor Matteo Bancalegno di Roma nel 1983. Bancalegno non era un medico, ma essendo ipocondriaco era un avido lettore di enciclopedie mediche. Dato che non riusciva mai a comprendere i testi a causa dei nomi delle parti del corpo a suo dire “poco intuitivi”, decise di ridenominare completamente il corpo umano. Decise quindi, ad esempio, che l’aorta si doveva chiamare tubo grosso, che il nervo sciatico si sarebbe chiamato miccazello, che i testicoli avrebbero preso il nome di pentagalli e che la parte interna del gomito si sarebbe dovuta chiamare parte interna del gomito. Bancalegno morì nel 1987: resosi conto che stava avendo un attacco di cuore, irruppe al Pronto Soccorso gridando che aveva male al pipino (nome da lui scelto per il cuore), fu messo a priorità bassissima e morì.

Cranzo: versione italiana del popolarissimo brunch ideata da Attilio Infascelli, linguista di Bisceglie nostalgico del ventennio fascista. Infascelli, sostenendo in vari suoi scritti la necessità dell’autarchia linguistica, arrivò a proporre il termine “cranzo” per designare quel pasto che sta a metà tra la “colazione” e il “pranzo”. A chi gli faceva notare che esiste da tempo la parola “brunch” (unione di “breakfast” e “lunch”), il professor Infascelli ribatteva che una parola in inglese non può denotare alcunché in italiano, perché si tratta di lingue differenti. Quindi trascinò in tribunale tutti i locali della Penisola che proponevano brunch per “vilipendio della lingua italica”, in una causa dalle proporzioni epiche. Quando sul quotidiano La rinascita pugliese uscì un suo editoriale intitolato Il cranzo degli italiani, in cui chiedeva a gran voce l’istituzione del “Ministero del cranzo”, Infascelli fu legato a un trattore da ignoti e trascinato sul tratto di superstrada che va da Bisceglie a Trani, morendo scorticato contro l’asfalto.

Piccola Stefi: serie animata giapponese prodotta dalla Nippon Animation nel 1979, col titolo originale di E! Atashi wa Sayaka-chan!, e trasmessa in Italia nel circuito regionale a metà degli anni ’80. Si tratta di una serie che coniuga quattro macrofiloni dell’animazione seriale giapponese: i robot, le maghette, gli orfani e lo sport. Infatti Piccola Stefi (Sayaka-chan in originale) è una bimba orfana che crescendo diventa una giocatrice di pallavolo di gran talento, con l’obiettivo di vincere il Torneo degli Orfanotrofi. Tuttavia, il Grande Mago Piollà (Pikichi-sama) le ha dato il potere di trasformarsi in un enorme robot, il Valhalla F5, per combattere i cattivi della stella Mantikka, e spesso deve rinunciare a partite duramente preparate in allenamento per venire incontro al suo dovere di paladina dell’umanità. La serie è stata trasmessa una sola volta in Italia
perché il capo dei cattivi, un alieno polipoide di nome Garutto, aveva una vaga somiglianza con Bettino Craxi, cosa che però fu sufficiente a far imbestialire l’allora presidente del Consiglio e a fargli ordinare l’interruzione della trasmissione.

Enciclopedia Stronza XXV: Lethal Explosions, Retroculo, Partito delle Panchine

Lethal Explosions: pellicola del 1998 del regista Hector Strabone, con il defunto Max Rampage nel ruolo del protagonista. Lethal Explosions vanta il curioso record di ben 246 esplosioni in soli 84 minuti di film, contro appena 98 battute di dialogo, 65 delle quali sono “Aaah!” o “Dannazione!”. Il film è allo stesso tempo celebre perché Rampage morì sul set appena al secondo ciak, non a causa di un’esplosione ma per una nocciolina andatagli di traverso; per il resto delle riprese fu sostituito da un manichino doppiato da Strabone.

Retroculo: il retroculo (del metrò) è un montacarichi pieno di banane attaccato in fondo ai vagoni della metropolitana di Singapore. Quando passa emette il caratteristico rumore “glon glon”, poiché c’è sopra un uomo che suona un campanaccio.

Partito delle Panchine: Formazione politica creata nel 1996 da Augusto Bellantoni, pensionato di Malnate in Subbuglio (VA). Stanco della penuria di panchine nel suo paese natìo, impossibilitato a riposare all’ombra dei celebri salici di Malnate poiché gli unici posti pubblici dove sedersi erano costantemente occupati da immigrati nordafricani, Bellantoni decise di fondare un partito politico, il Partito delle Panchine, per ristabilire gli equilibri di una volta. Riuscito a farsi eleggere sindaco dopo un’agguerrita battaglia con Tano Santacroce, sfidante della Lega Nord, il pensionato mise immediatamente in atto il suo programma, che prevedeva il posizionamento obbligatorio di una panchina ogni dieci metri di strada e l’istituzione di una task force impegnata a controllare che tutti quelli che vi si siedono siano in possesso di regolare permesso di soggiorno. Per finanziare il suo ambizioso progetto, che prevedeva l’installazione di oltre millecinquecento panchine, il neoeletto sindaco tagliò i fondi alle scuole, agli ospedali e al trasporto pubblico di Malnate. Una volta attuato il suo programma politico, Bellantoni si ritirò a vita privata, passando il resto della sua vita comodamente seduto sulle panchine del suo paesello, che da allora vive un’insanabile crisi socioeconomica.

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