Commenti a: Annecy 2007 parte terza: Di bello e di brutto https://pinguini.xxmiglia.com/index.php/2007/07/annecy-2007-parte-terza-di-bello-e-di-brutto/ Un blog di cui vergognarsi Tue, 24 Jul 2007 13:28:49 +0000 hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.2.2 Di: Iridella https://pinguini.xxmiglia.com/index.php/2007/07/annecy-2007-parte-terza-di-bello-e-di-brutto/#comment-3834 Tue, 24 Jul 2007 13:28:49 +0000 http://www.xxmiglia.com/index.php/2007/07/annecy-2007-parte-terza-di-bello-e-di-brutto/#comment-3834 Ma tu SEI pleonastico!

(no, un attimo… quella forse sono io… ah, no! Io sono ripetitiva, non pleonastica. Thanks God! E ora sono anche creazionista, vedi là!)

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Di: xx https://pinguini.xxmiglia.com/index.php/2007/07/annecy-2007-parte-terza-di-bello-e-di-brutto/#comment-3832 Tue, 24 Jul 2007 12:52:04 +0000 http://www.xxmiglia.com/index.php/2007/07/annecy-2007-parte-terza-di-bello-e-di-brutto/#comment-3832 Prego. Torna qua, che discutere con Kuma non è divertente (cioè, in generale lo è, ma ci siamo già detti tutto dopo le visioni e ripetere gli scambi in pubblico è pleonastico).

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Di: parigina sberluccicosa https://pinguini.xxmiglia.com/index.php/2007/07/annecy-2007-parte-terza-di-bello-e-di-brutto/#comment-3828 Tue, 24 Jul 2007 08:25:24 +0000 http://www.xxmiglia.com/index.php/2007/07/annecy-2007-parte-terza-di-bello-e-di-brutto/#comment-3828 … solo per ringraziare xx per l’ico nuova :)
appena mi resusicita la postazione a casa leggo tutto!
saluti ecumenici,

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Di: Kumagoro https://pinguini.xxmiglia.com/index.php/2007/07/annecy-2007-parte-terza-di-bello-e-di-brutto/#comment-3804 Fri, 20 Jul 2007 00:47:24 +0000 http://www.xxmiglia.com/index.php/2007/07/annecy-2007-parte-terza-di-bello-e-di-brutto/#comment-3804 Inevitabili commenti saccenti da parte mia. In ordine di comparizione.

Khan Kluay: era un buon film, altro che cagata. Per bambini, naturalmente, con i messaggi che ogni bambino thailandese deve imparare fin dalla più tenera età: “Impegnati con giudizio, non tradire gli amici e spilla copioso il sangue del nemico sul campo di battaglia”. Mi ha lasciato perplesso solo il design, con gli elefantini pacioccosi e colorati. Ma forse serviva a fare da contrasto con il sangue sul campo di battaglia. Se avessi seguito bene la storia, avresti capito che il nemico era il principe di un regno confinante, e il tutto era tratto da una pagina di storia thailandese.

Aachi & Ssipak: era il miglior lungo di tutto il festival, insieme ad Azur & Asmar. Forse perché entrambi hanno i nomi dei due protagonisti nel titolo.

Film Noir: sì, gli autori celiavano, l’hanno detto in conferenza stampa. Sono due serbi sfuggiti a Milosevic. Il loro prossimo film si chiamerà “Western” e sarà un’altra summa dei cliché del genere.

Jeu: Schwizgebel non usa la macchina da presa virtuale, i suoi sono film analogici, dipinti su cel. E’ soltanto un maestro dei movimenti prospettici. Se lo cercate su YouTube trovate un po’ di cose interessanti. Molto consigliato.

Madame Tutli-Putli: l’aspetto fondamentale era il design dei pupazzi, in cui erano innestati occhi in ripresa dal vero che li rendevano vivi e inquietanti. Gli autori si sono rifiutati di rivelare il segreto della loro tecnica. Probabilmente comprende omicidi e pratiche occulte compiute sugli sventurati che si trovano a passare fuori dalla loro magione, di notte.

Game Over: il sito di PES l’avevo citato già nell’altro post, ma lo ripeto volentieri perché il ragazzo va sostenuto: http://www.eatpes.com.

Dei non citati, segnalerei almeno il ritorno di Koji Yamamura (uno degli autori più premiati del decennio), con la sua giustamente allucinata riduzione di A Country Doctor di Kafka, che meritava più di quanto ha raccolto (niente). Ma quest’anno si è avuta una discreta prova per vari nomi già illustri che avevano film in concorso o panorama: Bill Plympton con il suo primo corto non basato sulle gag, Konstantin Bronzit e Juan Pablo Zaramella, entrambi in versione “estrema sintesi di linee e concetti”, e Michaela Pavlatova, con un Carnevale degli Animali di Saint-Saens usato come pretesto per gustose metafore erotiche. Alexander Petrov, invece, continua gli stucchevoli dipinti su vetro resi famosi dal troppo premiato “Il vecchio e il mare”, e stavolta ci infligge una storia russa di amori e bildungsroman ottocenteschi.

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