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Misteri della vita CXXIV: Il gelato sciolto

– E dimmi, caro, ti piace il gelato sciolto?
-Sì.
– AWWWWWWW! E’ come tutti gli altri!

Così mi apostrofò una signora barista cicciona ad Albenga nel 1981 dopo che, insieme al mio babbo, le comprammo una coppetta di gelato.  Stavamo andando dalla logopedista (altra storia, altra volta) e ricordo l’imbarazzo di mio padre. Non lo provava per se stesso, e tantomeno per me, ma per essere stato costretto ad assistere a una scena così pietosa. Ricordo che lo compresi già allora da settenne, e imparai la morale: non si dà troppa confidenza ai bambini degli altri.

Ma torniamo al gelato. Sì, il gelato sciolto mi piaceva, ma la mia strategia mangereccia era più complessa di un semplice rimescolamento, e consisteva in una variante del Mandusso. Nello specifico, il gelato era una coppetta industriale vaniglia e cacao, e la strategia era la seguente: prima si mangia più di metà della parte di vaniglia, che è meno buona, poi meno di metà di quella al cacao, e poi si procede a lavorare di buona lena col cucchiaino ottenendo una crema solo prevalentamente cioccolatosa e poco cremosa. Cremosa e cioccolatosa o vanigliosa e cacaosa? Già, apriamo una parentesi: mi son sempre chiesto perché diamine i gusti industriali standard siano vaniglia e cacao e non crema e cioccolato come nei gelati freschi. La risposta, probabilmente, sta nel fatto che il cioccolato vero costa troppo per le procedure industriali e la crema contiene l’uovo che suppongo sia difficile da gestire nella catena del freddo. In realtà non credo che il gelato alla vaniglia abbia un gusto lontanamente simile a quello della vaniglia. E’ crema bianca anonima, buona solo per stemperare il gelato sciolto, e la cosa mi fa inveire.

E tuttavia quella maledetta barista cicciona ci aveva ragione: il gelato sciolto piace a tutti i bambini. La mia nipotina seienne lo ama e lo chiama “il mescolone”, e io per venirle dietro, di recente, mi ci sono applicato. Ma che diamine, è meravigloso! E’ vero, è anche più buono del gelato normale. Ma allora, perché il gelato viene venduto gelato se sgelato è più buono? Forse abbiamo trovato un modo per diventare ricchi?

Misteri della vita CXXIII: Mutande di ghisa

Perché le mutande riforzate, quelle da mettersi contro gli attacchi degli omosessuali (quei peccatori debosciati sono sempre in agguato! Qualcuno faccia qualcosa!)   o, metaforicamente, per ripararsi dalle avversità, devono proprio essere di ghisa e non di ferro, bronzo, rame, alluminio, ottone o acciaio? Pur ammettendo che la ghisa è la più buffa tra i metalli e le leghe sopra citate, perché proprio questa per far le mutande?

Misteri della vita CXXII: Il maggiordomo

Ma qualcuno sa citare un giallo in cui l’assassino è il maggiordomo?

Misteri della vita CXXI: Al Ghiottone

Ieri mi sono morte le cuffie del lettore mp3. Sapete come succede, no? Quando a un certo punto cessano di suonare da un lato a meno di fare contorsioni del cavo e rimanere immobili. Che fastidio! E poi siccome mi servono per correre proprio non ci sono alternative: dovevo sostituirle. Prima di andarne ad acquistare di nuove, ho ravanato nei cassetti per vedere se ne avevo una di scorta. Non ne avevo e ho inveito, ma ho trovato questo:

1500 lire di buono sconto. Ora, non c’è una data ma so che risale a prima del 2002, inizio dell’era Euro, ma probabilmente è molto più vecchio perché il telefono non ha il prefisso, e quando è stato che è diventato obbligatorio mettere il prefisso anche per le chiamate urbane? 1992, forse? La mancanza del prefisso inoltre mi impedisce di capire dov’è questa focacceria, perché quei geni hanno anche messo l’indirizzo, via Cardano, privo della città.

Insomma, dove si trova la Focacceria Al Ghiottone in modo che io possa riscuotere le mie 1500 lire di focaccia, e magari possa mandar loro gli eredi di Segar perché riscuotano il tributo per l’uso dell’immagine di  Poldo?

Misteri della vita CXL: Senpai

(astioso)

Per quanto tempo ancora in ogni manga tradotto in italiano che Dio manda in terra metteranno la nota per spiegare cosa vuol dire “senpai”? Baaasta! L’abbiamo imparato nel 1993 ai tempi di Video Girl Ai!

Misteri della vita CXIX: Ripensarsi musicalmente

Mi sembra evidente che i musicisti si stufino di suonare sempre le stesse cose, ed è per questo che, ai concerti, fanno malvolentieri i pezzi più vecchi. Mi pare in effetti comprensibilissimo che, dopo decenni a suonare “Satisfaction” in tour gli Stones preferiscano fare altro (anche se poi quella canzone la suonano perché altrimenti i fan li linciano; anzi, di solito in generale il pubblico predilige sentire una bella fetta di vecchia roba).

Ma allora, perché non rielaborano mai quegli stessi pezzi? Non parlo di riarrangiamenti, quelli li fanno un po’ tutti, ma proprio rifare una canzone, cambiandone il testo anche radicalmente (*), tagliando una strofa perché è troppo lunga o aggiungendone una perché hai qualcos’altro da dire, sperimentando una nuova intro, usando qualche nuova idea per l’assolo. Ho cioè l’impressione che le canzoni, una volta scritte e pubblicate, siano sostanzialmente immutabili, e la cosa un po’ mi sorprende. C’è qualche ragione di copyright per cui nessuno lo fa o semplicemente “non si usa”? O qualcuno ha utilizzato comunemente idee simili e la mia ignoranza musicale è sconfinata? :)

(*) Mi pare che i Dead Kennedys abbiano fatto questo dedicando una nuova versione di California Uber Alles a Reagan invece che a Jerry Brown, e anche De André ogni tanto cambiava qualche verso col tempo.

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