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Stupidi ateniesi! – un post reazionario

L’umanità è in continuo progresso sotto molto aspetti, ma ci sono alcuni di essi che sono sostanzialmente fermi. L’aspetto paradossale è che l’obsolescenza di essi è dovuta al fatto che, quando sono stati ottenuti, erano talmente rivoluzionari e fondamentali che l’idea di metterci mano, anche in termini di progresso, è paradossalmente considerata reazionaria.

Il miglior esempio è il principio di democrazia rappresentativa con suffragio universale. Non è una novità che la democrazia non funzioni, Churchill stesso diceva che è la peggior forma di governo con l’eccezione di tutte le altre (vabbè, Churchill era un vecchio trombone anche da giovane, lasciamolo stare). Eppure nessun politico, di nessun schieramento, oserebbe mettere in dubbio l’importanza del principio per il quale tutti hanno diritto ad un voto, uguale per tutti. Ho l’impressione che la ricerca filosofica sulla questione sia ferma, mentre in matematica si fa qualcosa in Teoria dei Giochi ma senza mettere in dubbio le fondamenta dell’idea di "governo del popolo".
Si sente spesso dire che si utilizza la democrazia solo perché non si è trovato nulla di meglio. Ma esiste qualcosa di meglio? Mi pare ovvio. Partiamo da una semplice verità: il principio di una testa, un voto è sbagliato e controproducente. Non tutti sono informati allo stesso modo sui fatti e hanno la stessa intelligenza, e quindi ogni opinione ha valore differente. Vi pare antidemocratico? Certo, lo è per definizione! Vi pare irrealizzabile? Forse. È difficilissimo capire il peso da dare all’opinione di chicchessia, ma ci si può lavorare sopra. La soluzione più semplice, ad esempio, è di dare diritto di voto solo a chi ha studiato o ha passato un certo esame. Corollario a questo principio è che l’istruzione deve essere assolutamente gratuita, accessibile ed efficiente.
Ma questa è solamente una proposta come ce ne possono essere tante altre, e può essere sensata o meno. L’importante è parlarne: quello che mi preoccupa è che la democrazia è vista come un punto di arrivo e non una fase della Storia dell’Umanità.