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Aladino e il Genio del Campanile

Verso la fine delle elementari ero ancora uso andare a messa, ma ero giudicato abbastanza grande per andarci da solo se necessario. In una di queste occasioni, in una domenica pomeriggio invernale, ascoltavo Padre Tommaso che teneva l’omelia nella chiesa dei cappuccini di Alassio. Quand’ecco che incombe la tragedia. Padre Tommaso lamentava la necessità di fare dei lavori urgenti al campanile, per i quali servivano dei fondi che la chiesa non aveva a disposizione. "Quindi, oltre l’usuale questua, verranno distribuite delle buste nelle quale fare un’offerta", concluse il frate sorridendo sotto la barba.
Io andai in panico. Da bambino non avevo mai una lira in tasca (non avevo semplicemente l’abitudine di portarmi dietro del danaro), ma consegnare la busta vuota mi pareva tremendo. Se è il prete a chiedere soldi, pensavo, è un po’ come se lo facesse Dio per interposta persona, e quindi non dare nulla è in qualche modo un peccato! Finirò all’inferno! (per qualche strana ragione, invece, non mi facevo problemi a non dare niente nella normale questua, che per di più è pubblica, ma per ora torniamo al piccolo Luca spaventato)
Mi ritrovai quindi a sperare: "Beh, magari dentro la busta qualcuno ha lasciato qualcosa…". Aprii la busta e ci trovai dentro una banconota, mille lire. Per me erano un piccolo tesoro e sarebbero bastate.
Quindi, in quel fatidico pomeriggio, ho avuto a disposizione un desiderio come quelli del Genio della Lampada e l’ho utilizzato per trovare mille lire. Avrei potuto desiderare la Pace nel Mondo, o di diventare ricchissimo, o che Nicole Kidman mi spupazzasse il salame per il resto dei miei giorni o, con rara astuzia, di avere altri infiniti desideri a disposizione. D’altronde, i frati hanno riparato il campanile e io ho avuto l’anima salva. Accontentiamoci, per questa volta.