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Misteri della vita LXIV: Quattro tamarri

Alassio, 1 luglio 2007, ore 22 circa
Se i weekend estivi della Riviera ligure di Levante sono funestati dalla presenza dei milanesi, quelli della Riviera di Ponente sono invece meta preferita dei torinesi. Accanto a quelli “falsi e cortesi” delle barzellette sbarcano anche maniche di giovinastri, che scendono in spiaggia a giocare a pallone con lo stereo tunz-tunz a tutto volume. Quattro di questi ultimi sono i protagonisti di questa storia.

E’ una domenica sera, il giorno dopo la mia festa di compleanno. Tutti gli invitati sono partiti o in procinto di partire, quand’ecco che accanto alla stazione di Alassio assisto ad una scena che mi colpisce assai. Un’automobile rossa, una Peugeot 106 o qualcosa di simile, è parcheggiata maluccio e ha il cofano aperto. Nella sue prossimità stazionano tre tamarri, vent’anni o poco più, e una tamarra. Un tamarro è seduto per terra con aria sconsolata. Un altro dice:
– Ma p**** ***, perché cazzo dovevi schiacciare quel bottone?
e il terzo risponde:
– Ma che cazzo ne sapevo io, *** p****!
La ragazza sta seduta in macchina e manda nervosamente un sms, probabilmente scrivendo alla Giusi “x colpa d qll stordito d Omar sm blokkati in qst paese d merda!”.

Non mi son attardato ad osservare ulteriormente, ma non ho cessato di pensare alla loro miseranda situazione. Troppo tardi per trovare un meccanico aperto o prendere un treno, probabilmente senza abbastanza soldi per il soccorso 24 ore o per un alberghetto per passare la notte. E domani come faccio ad andare a lavorare al centro commerciale/benzinaio/ parrucchiere? Non una situazione simpatica.
Infatti il mistero della vita che mi tormenterà per sempre è sapere come se la sono cavata quei quattro disgraziati, e soprattutto che cacchio era quel bottone che tamarro #2 ha schiacciato e che ha bloccato la zarromobile (io lo immagino come l’autodistruzione delle Time Bokan, un enorme bottone rosso al centro della plancia di comando). Tamarri in questione, se siete in ascolto battete un colpo.

24 Comments »

  1.  MonsterID Icon

    secondo me sul bottone c’era pure disegnato su un teschio luminescente

    Comment di golosino • 29 Agosto 2007 14:50

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    Erano le quattro frecce. Stanno ancora cercando di capire da dove provenisse quel ticchettìo, e come fare per farlo smettere. Nel dubbio, meglio fermare l’auto, che magari esplode.

    Comment di Kumagoro • 29 Agosto 2007 16:06

  3.  MonsterID Icon

    Tutto torna: un tasto rosso ben visibile che genera un rumore ticchettante. E’ ovviamente il pulsante dell’autodistruzione. Il Mistero dei Quattro Tamarri è stato ufficialmente risolto. Bravo, Kuma, hai vinto un abbonamento a Braccio di Ferro Mese.

    Comment di xx • 29 Agosto 2007 16:10

  4.  MonsterID Icon

    Quando c’e` del genio… Inutile negarlo….

    La domanda, pero`… sorge spontanea… Come faceva Kuma a conoscere cosi` bene la situazione? Uhmmmm….

    Comment di Botty • 29 Agosto 2007 16:30

  5.  MonsterID Icon

    sissì, la spiegazione è soddisfacente…

    Comment di golosino • 29 Agosto 2007 17:49

  6.  MonsterID Icon

    :-) Mi ricordo la situazione :-)

    Comment di deedrew • 29 Agosto 2007 18:15

  7.  MonsterID Icon

    Uhm, io sapevo di un pulsante nella mia vecchia Fiesta che diventava premibile solo in caso di impatto frontale. In quel caso, per evitare incendi, la pompa della benzina si bloccava automaticamente, e per farla funzionare di nuovo bisognava premere il pulsante (che era ad altezza piede, lato autista)

    Comment di Carlo • 30 Agosto 2007 10:09

  8.  MonsterID Icon

    Carlo: ah, ho capito, un po’ come il tasto che di solito è presente nelle moto e che si usa in caso di emergenza per fermare il motore. In effetti quella macchina poteva anche essere una Fiesta (magari deedrew se lo ricorda). Magari la scena è avvenuta così:

    Tamarro #2: A cosa serve questo pulsante? (fa per premerlo)
    Tamarro #3 (al rallentatore): Noooooo! Non premerlooooo! (primo piano del dito di Tamarro #2 che schiaccia il Bottone Maledetto)
    Tamarro #1: Perché?
    Tamarro #3: P$%£# @&%! Si incastra e ora non si può più sbloccare!
    (sopraggiunge Tamarra mangiando un pezzo di pizza)
    Tamarra: Ehi, raga, si parte? E’ stata proprio una bella giornata, nulla potrà rovinarla!

    Comment di xx • 30 Agosto 2007 10:21

  9.  MonsterID Icon

    Le tamarre dicono “stordito” ?

    Comment di Dave • 30 Agosto 2007 10:47

  10.  MonsterID Icon

    Golosino potrà confermare che ho affrontato il problema ma, non essendo io abbastanza gggiovane nè abbastanza tamarro, non son riuscito a trovare un termine migliore. “Bollito”, forse? A chi dà un buon suggerimento offro un abbonamento a Tiramolla Color.

    Comment di xx • 30 Agosto 2007 10:51

  11.  MonsterID Icon

    Brasato. Il brasato è ottimo.

    Comment di golosino • 30 Agosto 2007 12:06

  12.  MonsterID Icon

    aggiungiamo del folklore. stessa stazione, stessa ora, un paio di settimane più tardi, però SABATO SERA….quattro tamarri stavolta due temmarri e due tamarre, regolarmente posteggiati probabilmente da tutto il giorno sulla zona disco 30 minuti della stazione di alassio, commentano la giornata al mare. “mitico”, siamo troppo “grandi”, siamo “fuori”…il tutto a commentare che nel suddetto luogo ed ora si stavano cambiando il costume e si stavano attrezzando per passare la notte in qualche disco della zona per poi ripartire verso torino non si sa se all’alba o alla sera dle giorno dopo dopo aver dormito in spiaggia. O tempova o moves…

    Comment di tua sorella • 30 Agosto 2007 12:34

  13.  MonsterID Icon

    Flashato è un termine ggiovane… oppure come si dice a Locarno: Flaskato!

    Comment di Dave • 30 Agosto 2007 14:31

  14.  MonsterID Icon

    Mi sembrava fosse una Peugeot, ma non ci posso giurare.

    Comment di deedrew • 30 Agosto 2007 19:38

  15.  MonsterID Icon

    Miasorella: è una pratica assai comune, credo. Giornata al mare, notte in discoteca e poi freschi come una rosa a fare il viaggio fino a Torino! Le sane abitudini dei gggiovani.

    Golosino: no, brasato sucks.

    Dave: uhm, flashato in effetti è più gggiovane, ma ha una sfumatura più ironica e bonaria, come poteva essere “svitato” parecchi anni fa. La tamarra qua è incazzata come un’ape, non c’è spazio per l’ironia. Stendo un velo peloso su flaskato. :)

    Comment di xx • 31 Agosto 2007 10:30

  16.  MonsterID Icon

    Bah non so i tamarri italici… ma se proprio devi esprimere La Rabbia (scritta maiuscola e con la K) perchè non “rincoglionito”? anzi no… “rinKoglionito”!:D

    Comment di Dave • 31 Agosto 2007 12:41

  17.  MonsterID Icon

    Scirokkato? E` fuori moda? E` roba da panozzi?

    Comment di Botty • 31 Agosto 2007 13:57

  18.  MonsterID Icon

    “Rinkoglionito” è un evergreen col significato corretto…ma il problema è che tamarra sta scrivendo un sms, e una parola del genere è troppo lunga e complicata.

    Scirokkato è terribilmente demodé, e comunque esprime un modo di fare bizzarro, “weird”. Ha una sfumatura negativa, ma chi preme l’autodistruzione non è uno scirokkato.

    Comment di xx • 31 Agosto 2007 15:00

  19.  MonsterID Icon

    E’ elementare: i tabbozzi in questione hanno montato uno stereo da gara su un’auto da 1.1 da 60 cavalli, con alternatore vecchio e debole. L’impianto audio prevede 3 amplificatori, 6 altoparlanti e un subwoofer che prende tutto il bagagliaio.
    La regola non scritta è che cotanto assorbimento di potenza puo’ essere retto dall’automobile solo sopra i 70 orari.
    Il furbo avrà provato ad accendere gli amplificatori da fermo provocando l’esplosione dell’alternatore, la bruciatura della centralina, e quant’altro.

    Comment di Gianluca • 31 Agosto 2007 19:55

  20.  MonsterID Icon

    Sono abbacinato da tanta saggezza, grazie!! :)

    Comment di Joril • 31 Agosto 2007 20:29

  21.  MonsterID Icon

    “Rinkoglionito” si può ancora abbreviare in “rinko”, anche se è un uso vecchio di vari decenni. Però “stordito” mi sembra vada bene. “Bollito”, oltre che vecchiotto, non è assolutamente un termine da ragazzina tamarra.

    Comment di Kumagoro • 31 Agosto 2007 22:32

  22.  MonsterID Icon

    Gianluca (non Kumagoro): ah. Abbacinante nella sua semplicità e nella sua saggezza. Altra domanda: dove cacchio tenevano le borse da mare se il bagagliaio è occupato dagli amplificatori? Mah, chissene, è una domanda meno interessante.

    Gianluca (Kumagoro): però “rinko” è un sempreverde, una di quelle parole che non passano mai di moda. Chi mai non direbbe “merda” solo perché lo dicono i propri genitori?

    Comment di xx • 3 Settembre 2007 13:32

  23.  MonsterID Icon

    “Merda” non è slang, è una parola italiana ufficiale. Comunque “rinko”, come dicevo, ha una tradizione consolidata, ma è ancora attuale. Soprattutto se erano ventenni, non quattordicenni.

    Comment di Kumagoro • 3 Settembre 2007 19:54

  24.  MonsterID Icon

    E mentre ch’io là giù con l’occhio cerco, / vidi un col capo sì di merda lordo, / che non parëa s’era laico o cherco

    Comment di xx • 4 Settembre 2007 09:20

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