xxmiglia.com's
uFAQ
Scrivermi?
Categorie
Ricerca

Per i ritardatari
Mi do da fare
Sono alla moda e tuitto
Odia gli stupidi: Atlas Ufo Robot

Titolo: Ufo Robot Goldrake (opening)
Sigla della serie: Ufo Robot Goldrake (Ufo Robot Grendizer, 1975)
Parole: Luigi Albertelli
Musica: Vince Tempera e Ares Tavolazzi
Cantata da: Michel Tadini, Ares Tavolazzi, Massimo Luca, Fabio Concato (sotto lo pseudonimo complessivo di "Actarus")
Produzione: Rai
Anno: 1978
Subito dopo Heidi, sarà l’incredibile e inimmaginabile successo tutto italiano del Goldrake di Go Nagai[1] a fare da traino nel nostro Paese, anche sul fronte discografico, a tutto ciò che di giapponese sarebbe venuto dopo.
A scrivere la partitura musicale e l’arrangiamento delle due sigle troviamo uno dei più celebri musicisti in forza alla Rai di allora, Vince Tempera, autore di innumerevoli brani per programmi televisivi, ma anche per il cinema di genere anni Settanta e Ottanta, e in seguito produttore musicale. Insieme a fidati collaboratori che sarebbero poi diventati richiesti musicisti sulla scena italiana, come il chitarrista Massimo Luca, il bassista Ares Tavolazzi e il batterista Ellade Bandini (mentre fra i coristi si rintraccia un giovane Fabio Concato), Tempera tira fuori un brano accattivante e orecchiabile, ma che tradisce tutto il mestiere del suo autore, ricordando molto per orchestrazione e scelte sonore (archi, trombe) le sigle dei varietà televisivi, pur rilette in chiave marziale e altisonante.
Il vero pomo della discordia dell’opening di Ufo Robot Goldrake (meno, come vedremo, nella sigla di coda) è il testo di Luigi Albertelli, scrittore prolifico che firmerà anche sigle di maggior pregio testuale, come Anna dai capelli rossi. Nel caso di Goldrake, però, quello che ottiene, forse a causa di un background personale assolutamente inadatto, è un concentrato di ignoranza, tanto del soggetto quando della fantascienza e in generale delle tematiche scientifiche. Una vera e propria sequela imbattuta di stupidate.
Al di là di questo, come prima sigla di una serie di robot giganti, pone uno stilema ripreso da quasi tutti i successori: a differenza delle sigle di altri generi, l’intero testo è strutturato come un esaltato canto di lode del robot protagonista della serie, ad opera di un non ben identificato sostenitore. In generale, c’è la tendenza a trattare questi robot, in realtà quasi tutti privi di intelligenza artificiale, meri veicoli corazzati di forma antropomorfa, come fossero esseri viventi. La cosa, se pure a rigore assolutamente sbagliata, si può accettare considerandola uno stratagemma retorico del testo, e mettendolo in relazione con il fatto che questa tendenza esiste anche nelle stesse animazioni, dove i robot, pur non essendo senzienti, proiettano su di sé emozioni e sensazioni del pilota, in modo assolutamente non-scientifico né motivabile.

1
Ufo Robot, Ufo Robot!
Ufo Robot, Ufo Robot!

L’incipit del brano scandisce la sola apposizione del robot protagonista, che non viene mai nominato direttamente per tutta la canzone, forse perché all’epoca in cui questa veniva composta non ne era ancora stata decisa la versione italiana.
Si può notare a margine come il termine "Ufo Robot" (definizione presente anche nell’originale) non abbia molto senso, e risenta delle facilonerie che negli anni Settanta riempivano la cultura popolare riguardo a tematiche ancora percepite come "nuove": in realtà, infatti, un "Ufo" (Unidentified Flying Object, oggetto volante non identificato) è tale soltanto fino a quando non sia stato, appunto, identificato. Il termine proprio del gergo aeronautico degli avvistamenti viene qui, come altrove, erroneamente usato come sinonimo di "extraterrestre". Un primo indizio del pressapochismo scientifico su cui è costruito il testo (come anche, va detto, gran parte della serie, e della fantascienza giapponese di quegli anni).

2
Si trasforma in un razzo missile
Con circuiti di mille valvole
Tra le stelle sprinta e va

Da qui in avanti, ogni verso contiene stupidate di qualche tipo.
"Si trasforma in un razzo missile": al di là del fatto che Goldrake non "si trasforma" affatto[2], l’espressione "razzo missile", costruita mettendo insieme due parole neanche tanto esotiche nel tentativo di rafforzare un unico concetto (la capacità di Goldrake di sfrecciare nello spazio), è una delle più ridicole di tutta la storia delle serie animate. Il verso, come molti altri del testo, non risulta avere alcun significato.
Inoltre, il riferimento ai "circuiti di mille valvole", oltre a citare tecnologie già largamente obsolete, lo fa senza criterio: mille valvole sono una miseria, con così pochi elementi non si costruisce nemmeno una calcolatrice tascabile!
Questo, come si notava, richiama la diffusa ignoranza scientifica popolare di un’epoca, gli anni Settanta, in cui l’elettronica si stava affermando ed era di moda, ma rimaneva un argomento ancora elitario e misterioso, e la televisione non forniva molto approfondimento in merito.
Si noti anche il brutto neologismo "sprinta", e l’uso banalissimo della chiusura in "va", ripetuto pari pari nella strofa successiva.

3
Mangia libri di cibernetica
Insalate di matematica
E a giocar su Marte va
Goldrake, essendo un robot, "mangia libri di cibernetica" e "insalate di matematica". Questo, che è forse uno dei versi più derisi di tutto il testo, nasconde una triplice chiave: l’umanizzazione del robot (confronta anche, più sotto, "Lui respira nell’aria cosmica"); la scienza usata in modo approssimativo, per sentito dire; infine, cosa più interessante ancora, un tono favolistico che rivela la ricerca di un linguaggio comprensibile ai più piccoli. Si tratta a ben guardare di una metafora un po’ goffa, che non intende proporre un concetto reale (è come dire "io sono cresciuto a pane e cinema"), benché il suo esito estetico sia certamente risibile, nel surrealismo comico evocato dall’immagine di un robot che, in quanto ritrovato scientifico, mangia libri di scienza. È un curioso surrealismo infantile, derivato dal racconto fiabesco: cercavano di trasformare un eroe grossomodo tecnologico (si parla di robot, fantascienza, viaggi interstellari, eccetera) in qualcosa che fosse più vicino alla tradizione della fiaba per bambini, in cui la logica delle cose è sospesa.
Il terzo verso ne è la conferma: "a giocar su Marte va" sembra riferirsi al tenero personaggio di un piccolo alieno bambino, qualcosa che potesse stare in linea con l’età presunta degli spettatori, e non con una fredda macchina da guerra che combatte invasori alieni per difendere la libertà della Terra. È anche possibile che Albertelli non avesse una chiara idea del soggetto di cui stava scrivendo.

4
Lui respira nell’aria cosmica
È un miracolo di elettronica
Ma un cuore umano ha
Di nuovo si gioca, in maniera totalmente indebita, con un presupposto dualismo di Goldrake, per metà "miracolo di elettronica" (tema comunque ben poco sviscerato anche da Nagai, che non perde troppo tempo nel descrivere il funzionamento di Goldrake), e per metà essere vivente e respirante. "L’aria cosmica" è naturalmente una stupidata scientifica, o al massimo un’altra metafora goffa. Il "cuore umano" dovrebbe alludere al pilota, anche se la natura vivente del robot è già stata definita in modo inequivocabile.

5
Ma chi è?
Ma chi è?
Ufo Robot, Ufo Robot!

L’interrogativo che funge da fraseggio centrale (non c’è un vero ritornello) lascia piuttosto perplessi: come sarebbe chi è, ne stai tessendo le lodi da mezz’ora, è il difensore della Terra, lo sanno tutti chi è! (Anche se si potrebbe sospettare un gustoso in-joke, se veramente la produzione italiana non avesse ancora deciso il nome del personaggio nel momento in cui la canzone fu incisa).
Inoltre, è misera e stridente l’apertura del verso con l’avversativa "ma", esattamente come nel verso immediatamente precedente ("Ma un cuore umano ha").

6
Raggi laser che sembran fulmini
È protetto da scudi termici
Sentinella lui ci fa
Altra stupidata scientifica: cos’ha a che fare un raggio laser con un fulmine? E quale dovrebbe essere la gerarchia fra loro?
Stranamente sensato è invece il verso "È protetto da scudi termici": non credo venga mai detto nella serie, a Nagai non importando molto dell’aspetto tecnico, però è sensato. Anche se è un fatto assolutamente marginale, per nulla mirabolante: anche un forno a microonde è protetto da scudi termici!
"Sentinella lui ci fa" è una forzatura per motivi metrici (in luogo di "Da sentinella lui ci fa"), parzialmente accettabile come licenza poetica.

7
Quando schiaccia un pulsante magico
Lui diventa un ipergalattico
Lotta per l’umanità
Se la chiusura stabilisce in modo netto quale sia il ruolo di Goldrake (contraddicendo di fatto il tema infantile dei primi versi: Goldrake è dunque al tempo stesso sia una sentinella che lotta per l’umanità, sia una specie di bambino robot che va a giocare su Marte), i due versi precedenti sono quanto di più enigmatico ha da proporre l’intero brano: a cosa si riferisce il pulsante premuto che azionerebbe la favolosa trasmutazione[3]? E perché il pulsante è definito "magico", dopo tutta la tiritera scientifica? E cosa dovrebbe essere un "ipergalattico"? Altre parole pseudo-scientifiche in libertà (il clima di scienza-magia, non fosse così ingenuo, rasenterebbe l’oscurantismo).

[Ripete da 1 a 2]
[Ripete da 4 a 7]
[Ripete 2]
[Ripete 1]

In definitiva, un brano tra i più conosciuti e amati, ma che a una più attenta analisi non è un pezzo musicalmente imperdibile, ed è soprattutto minato in maniera irreparabile da un crescendo di stupidate, che allontanano il vero registro narrativo della serie, e cercano una dimensione fiabesca infantile che smarrisce però ogni possibile fascino a confronto con la realtà di un soggetto con cui non ha nulla a che fare. Se Goldrake potrebbe comunque leggersi come una fiaba tecnologica del XX secolo, il modo in cui Albertelli si approccia alla materia è concettualmente e poeticamente fallimentare. Forse, semplicemente, non era la persona giusta per questo tipo di sigla.

[1] Nella realtà, Goldrake (Grendizer) non è che una delle tante serie robotiche partorite dal creatore di Mazinga, molto meno ricordata in Giappone rispetto ad altre. Goldrake fa comunque parte dell’universo robotico principale di Nagai (a differenza di serie minori non in continuity come Jeeg, Gaiking o Groizer X), ma risulta "barocca", manieristica, priva della potenza originale dei Mazinga e di Getter Robot.
[2] A meno di non voler considerare alla stregua di una trasformazione le due modalità "disco volante" e "robot antropomorfo". Da questo punto di vista, il "pulsante magico" potrebbe essere il comando che avvia la trasformazione (e che in realtà, però, è una leva sul soffitto dell’abitacolo). Da ciò si potrebbe dedurre che le due modalità di Goldrake sono "razzo missile" e "ipergalattico".
[3] Vedi nota 2.

39 Comments »

  1.  MonsterID Icon

    A parte tutta l’analisi che trovo corretta e stimo… Solo una noticina a margine. Il termine “missile” (cito da DeMauro Paravia) e’ anche aggettivo: “destinato a essere lanciato”. Non sposta il problema dell’idiozia della frase, ma la mitiga un po’. (Volendo, in un lancio di ottimismo, pensare che Vince Tempera l’abbia utilizzata proprio in qel modo…)

    Comment di Botty • 7 Marzo 2006 14:16

  2.  MonsterID Icon

    Botty: l’autore del testo è Albertelli, non Tempera (di lui si possono dire tante cose, ma almeno fu totalmente estraneo alle parole che venivano unite alla sua musica). Dubito comunque che volesse usare “missile” come aggettivo, ma anche se fosse, definire un razzo “missile” è come definire l’acqua bagnata. :-)

    Comment di Kumagoro • 7 Marzo 2006 22:45

  3.  MonsterID Icon

    Ma te pensa, ci sono Ares Tavolazzi ed Ellade Bandini che suonano sulla colonna sonora di Ufo Robot, che storia…

    Comment di deedrew • 8 Marzo 2006 01:00

  4.  MonsterID Icon

    @Kumagoro: belin, c’hai ragione… evidentemente l’abbiocco post prandiale stava facendo il suo dovere…;) Comunque si`, non intendevo assolutamente discolpare albertelli!! :D (e razzo missile resta una fesseria, beninteso!!)
    @deedrew: chissa` quanti grandissimi sono “nati” sulle sigle dei cartoni…
    @XX: ci starebbe bene, a proposito di “grandissimi”, un ‘odia gli stupidi’ sulla sigla di Lupin cantata da Castellina Pasi!!

    Comment di Botty • 8 Marzo 2006 09:02

  5.  MonsterID Icon

    Il Lupin di Castellina Pasi in effetti non e’ una cattiva idea, ripensandolo adesso ci trovo diversi spunti. Appena esaurita la coda di sigle analizzate (ce ne sono almeno altre due) potrei provvedere.
    (e non usare l’accento ascii, Botty! Usa l’apostrofo, altrimenti il parser poi fa casini!)

    Comment di xx • 9 Marzo 2006 13:41

  6.  MonsterID Icon

    Sapevo che ti avrebbe ispirato (direi che e’ discreta fonte… ;-))Prometto, per l’accento cerchero’ di impegnarmi… ma e’ dura rinunciare agli automatismi…

    Comment di Botty • 9 Marzo 2006 14:29

  7.  MonsterID Icon

    La solita nota dello zio Cente: Bandini e Tavolazzi, come anche Tempera, erano turnisti gia’ molto noti allora: Tavolazzi aveva inoltre sostituito Patrick Djivas nella sezione ritmica degli Area gia’ dal 1974. Questi tre signori suonano praticamente sempre insieme, ad esempio nei dischi proprio di Concato dei primi anni 80 (se ascoltate la celeberrima “Guido Piano”, sentite la stessa Band di Ufo Robot. Mica male, no?), ma sono fin dall’inizio degli anni 70 la band di Guccini, e lo sono ancora. Prova ne e’ il fatto che da quando il grande pubblico ha conosciuto il volto del grande Vince, durante la trasmissione sugli anni 70 “anima mia” che conduceva Baglioni alcuni anni fa, a tutti i concerti di Guccini a cui sono stato (6, dal 97 a oggi) l’esecuzione di almeno un frammento di Ufo Robot e’ sempre avvenuta, a mo’ di rituale…
    Diciamo che Tempera, per divertirsi un po’, faceva anche le sigle dei cartoni, ma era gia’ un grandissimo allora (aveva scritto e arrangiato per mezzo mondo…), e con lui Ellade e Ares, che erano gia’ molto noti. Interessante il fatto che abbiano entrambi nomi ellenicizzanti, peraltro :-).

    Tra parentesi, non erano pochi i grandissimi a cimentarsi con le sigle dei cartoni: lasciando da parte la leggenda metropolitana di Piero Pelu’ e Jeeg (secondo me non e’ vero, IMHO), mi vengono in mente Nico Fidenco, che si cimento’ in “Don Chuck Castoro” e i Vianella (Wilma Goich e Edoardo Vianello – si, proprio quello dei Watussi!) che incisero “Cybernella”, oltre a Elisabetta Viviani che godeva gia’ di una certa fama nel pop quando incise “Heidi”. Cerco’ di mantenerla anche dopo, ma poi capi’ che era piu’ redditizio accompagnarsi a un calciatore.

    Comment di Cente • 9 Marzo 2006 18:48

  8.  MonsterID Icon

    1974… il secondo disco degli Area, praticamente… con Tavolazzi al basso e al trombone (?!) Non sapevo che fosse gia’ in giro (e Bandini neanche, anche se lo sospettavo).
    Curiosa la storia della Grecia (ci vogliamo mettere anche Stratos?)
    Pelu’ confermo che e` un falso…
    “Jeeg robot è stata cantata da Roberto Fogù (alias FOGUS) nel ’79, all’ètà di 49 anni. E’ morto nel ’95 all’età di 65 anni. ” (da http://www.encirobot.com)

    Comment di Botty • 10 Marzo 2006 09:36

  9.  MonsterID Icon

    Che Pelu’ e Jeeg fosse una leggenda urbana pensavo che ormai fosse stranoto!
    Cente: per curiosita’, chi si bomba la Viviani?

    Comment di xx • 10 Marzo 2006 11:18

  10.  MonsterID Icon

    Nico Fidenco ha realizzato una marea di sigle! :)

    Comment di Carlo • 11 Marzo 2006 19:40

  11.  MonsterID Icon

    Ma perché, Nico Fidenco ha fatto altro oltre le sigle dei cartoni?!?

    Comment di xx • 11 Marzo 2006 20:22

  12.  MonsterID Icon

    Fidenco e sigle: ne ha fatte molte e tutte orecchiabili (Sam ragazzo del West, Cyborg 009, Bem) ma era diventato famoso negli anni ’60 con Legata a un granello di sabbia, filone balneare. Nei revivalistici anni ’80 fece parte dei “Super4” con Gianni Meccia, Gimmy Fontana e Riccardo Del Turco.

    La Viviani: fu per anni compagna di Gianni Rivera.

    Comment di MCP • 13 Marzo 2006 15:14

  13.  MonsterID Icon

    Legata a un granello di sabbia fu il primo disco italiano a vendere un milione di copie!

    Comment di Carlo • 13 Marzo 2006 16:56

  14.  MonsterID Icon

    Ma che canzone e’? Non credo di averla mai sentita! Prova a fischiettarla.

    Comment di xx • 13 Marzo 2006 16:59

  15.  MonsterID Icon

    Luca, sai che sono stonato..

    Provo…

    Ti voglio cullare cullare
    portandoti su un’onda del mare del mare
    legata ad un graneeelo di saaabbia
    dove io… blabla bla
    … e accanto a te mi rivedrai…

    Boh, non me la ricordo… Usa il mulo google!

    Comment di Carlo • 13 Marzo 2006 17:01

  16.  MonsterID Icon

    Confermo legata a un granello di sabbia, una copia del 45 giri e’ tra i cimeli di mia madre e dei miei zii. E tra l’altro, a parte il testo ormai tragicamente demode’ e’ comunque un brano secondo me molto bello.

    XX, era Gianni Rivera a stare con la Viviani parecchi anni fa, non so se stiano ancora insieme; cmq avevano avuto una figlia.

    Botty: si parla esattamente del secondo disco degli Area, infatti nel primo c’era Djivas, poi passato alla corte della PFM. C’e’ da dire che l’impronta di Tavolazzi fece molto meglio agli Area, visto che era uno dei pochi bassisti italiani ad avere idee molto chiare su come usare il basso elettrico (se hai presente il bellissimo 1978 gli dei se ne vanno gli arrabbiati restano, in alcuni episodi come Acrostico in memoria di Laio sembra di ascoltare Pastorius!).

    In ogni caso, anche nelle sigle, erano anni in cui in Italia si puntava tantissimo sulla qualita’: arrangiatori come Giampiero Reverberi (anima e cuore di Rondo’ Veneziano), Mauro Malavasi (i vari Back to Bach, etc), Luis Bacalov (il compositore delle musiche de “Il postino), Vangelis Papathanassiou (oggi meglio noto come Vangelis, all’epoca appena fuoriuscito dai mai troppo compianti Aphrodite’s child e in fase di assestamento della propria carriera solistica) arrangiavano per Baglioni, per De Andre’… difficilmente c’e’ un disco italiano, anche il pop piu’ becero, che sia suonato male. E peccavamo sulle registrazioni, che facevano schifo. Adesso continuiamo a confezionare pop becero, solo che lo suoniamo malissimo, pero’ e’ registrato divinamente. Non so voi ma io preferivo com’era prima…

    Comment di Cente • 13 Marzo 2006 17:32

  17.  MonsterID Icon

    Cente, come hai ragione!! Si rischia di sfociare nel solito “come erano belli quei tempi la`…!”, ma cosa ci possiamo fare..? E` vero! Erano molto meglio… (PS 1978 e` stato il primo disco degli Area che ho avuto… ultimamente ho acqustato anche “le milleuna” di Stratos… un po’ piu` pesantino, ma molto interessante)
    Mauro Malavasi manca… lo conoscevo solo come produttore… mentre per Evangelos Papathanassiou (scusa la correzione..-_^) ho un’autentica venerazione…

    Comment di Botty • 14 Marzo 2006 11:21

  18.  MonsterID Icon

    grazie siete i miei famigliari, vi amo per le cose ke mi avete fatto provare, le senzazioni piè pelle della mia vita ma andate e chaghare

    Comment di Andrea Baldassari • 25 Settembre 2006 16:17

  19.  MonsterID Icon

    Su, non te la prendere e non sputacchiare. Cos’è che ti turba?

    Comment di xx • 25 Settembre 2006 16:30

  20.  MonsterID Icon

    Sei forte, ti scopro in ritardo di oltre 3 anni da quando hai scritto questa analisi di Ufo Robot song e la pensi esattamente come me che di anni ne avevo 12 quando andò in onda per la prima volta in TV. Chi ha scritto questa canzoncina è solo un vecchio conservatore troppo legato ad un concetto di animazione che è cambiata proprio con Goldrake, uno a cui hanno fatto vedere su uno schermo qualche immagine della sigla ed è andato in corto circuito non trovandoci nè conigli rosa gelatinosi nè dolci e rassicuranti principesse che ballano tra topini, stelline e farfalle e il risultato è questa “perla”, la dice lunga infatti quel “ma chi è” ripetuto ossessivamente, se lo domandava lui stesso con sgomento. Pochi anni più tardi, con l’avvento dei magnetofoni, mi registravo le puntate dei cartoni giapponesi dalla tele, per le sigle? No, quelle le ho sempre e da sempre detestate , lo facevo per le BGM originali, adesso sono collezionista di colonne sonore di anime d’epoca e non…beh imparagonabili e soprattutto sono come un abito di sartoria: su misura, adatte ai contesti.

    Comment di Ventura • 8 Dicembre 2009 20:57

  21.  MonsterID Icon

    Per odiare ancora un po’ gli stupidi:

    “a giocar su Marte va”: beh ok, Marte attira ancora la fantasia di molti sognatori, ma per il bimbo-robot (sic!) goldrake offre dei ben miseri divertimenti… tutt’al più qualche castello di sabbia (rossa). A meno che su Marte non abbiano edificato una bisca in cui il buon Actarus andava a giocare… il suo stipendio!

    “è un miracolo di elettronica”: beh perché no? governare una macchina complessa come il goldrake con un circuito di sole mille valvole è proprio un miracolo di elettronica!!!

    “respira nell’aria cosmica”: forse voleva dire che i motori a razzo (missile?) presentano delle prese d’aria che gli permettono di risparmiare ossigeno liquido nel volo atmosferico… ma in questo caso il robot “respira” aria normale! ma prova tu a cantare “lui respira nell’aria normale”, non è la stessa cosa!

    “raggi laser che sembran fulmini…” cioè hanno un moto pressoché erratico e si scagliano sugli oggetti appuntiti? poco utile in ambito militare questo laser, inadatto persino come sistema di puntamento!

    Comment di San Zeno • 7 Aprile 2010 23:01

  22.  MonsterID Icon

    Ah dimenticavo l’ipergalattico… ti sei già scordato che il “magico yo-yo” di Paul e Nina era un’arma “superbolica”?

    Comment di San Zeno • 7 Aprile 2010 23:05

  23.  MonsterID Icon

    xx11 (che risale a quattro anni fa, ma San zeno ha resuscitato il post): Nico Fidenco ha scritto le musiche dei film di Emanuelle di Joe d’Amato con Laura Gemser

    Comment di paolo • 8 Aprile 2010 11:12

  24.  MonsterID Icon

    San Zeno:
    Fermi tutti! Chi altri è che va a giocare su Marte se non il Dr. Manhattan? Mumble mumble…
    Con un circuito di mille valvole, tra l’altro, non ci fai nemmeno un “not”!
    E’ possibile cantare “lui respira nell’aria nòrmale”. Suona anche bene.
    I raggi laser che sembran fulmini, poi, sono del Grande Mazinga.
    Un’arma superbolica è come una iperbolica, però un po’ di meno.

    Paolo: prendo atto e ho una scusa per guardare Emanuelle.

    Comment di xx • 9 Aprile 2010 16:11

  25.  MonsterID Icon

    stavo ripensando all’aria cosmica… non è che l’ha confusa col vento solare? O forse pensavano che Daitarn avrebbe reclamato i diritti?

    Comment di San Zeno • 14 Aprile 2010 22:27

  26.  MonsterID Icon

    xx24: eccoti la filmografia di Nico Fidenco:
    http://www.imdb.com/name/nm0275754/

    E non dimenticare che gli “Emanuelle” di cui sopra avevano una “m” sola per non aver problemi di diritti coi produttori degli “Emmanuelle” con Sylvia Krystel!

    Comment di paolo • 15 Aprile 2010 09:59

  27.  MonsterID Icon

    patetico…. Adulti stizziti e inariditi dalla vita che cercano di ditruggere con la misera ragione i sogni di un infanzia….

    “aria cosmica”, ascoltatelo con il cuore non con la zucca e capirete subito cosa l’ autore (uno dei pochi adulti capaci di parlare ancora la magica lingua dei bambini che è poi quella dei sogni) voleva evocare in noi.

    la matematica (e quindi la cibernetica, per noi bimbi sua sorella più grande) era il grande nemico e goldrake mangiandone i libri era ancore di più il nostro grande alleato, e giocare su marte era quanto di più magico si potesse immaginare…

    potrei continuare ad illustrarvi la magia e la poesia di questa canzone ma sarebbe inutile fino a quando non cercherete di tornare bambini e dopo non vi servirà più, la troverete da soli

    adulti nn cercate di capire un prodotto che non è destinato a voi, tornate bambini al suo ricordo e anche il mondo di oggi vi sembrerà migliore

    Comment di Dukeflee • 3 Maggio 2011 08:56

  28.  MonsterID Icon

    Sondaggio ai lettori dei pinguini: vi sentite più stizziti o inariditi? Io stamattina sono stizzito.

    Comment di xx • 3 Maggio 2011 09:39

  29.  MonsterID Icon

    Io in realtà più inaridito, ma è un po’ una cosa normale per me… Io (anche se improprio) avrei aggiunto anche “patetici” come scelta, al sondaggio…

    Comment di Botty • 3 Maggio 2011 10:00

  30.  MonsterID Icon

    E anche “adulti”.
    Riformulo: oggi vi sentite più:
    a) patetici
    b) adulti
    c) stizziti
    d) inariditi

    Io però continuo a sentirmi stizzito. Sarà stata la cassiera scortese in banca.

    Comment di xx • 3 Maggio 2011 10:13

  31.  MonsterID Icon

    Io più che altro mi sento appesantito dalla “Mariscada” che ho fagocitato a La Coruña. Si tratta di “tutti i molluschi e crostacei del creato” alla piastra. Boni.

    Comment di serir • 3 Maggio 2011 10:15

  32.  MonsterID Icon

    Io mi sento inaridito per non aver ancora bevuto oggi ceske pivo… ma oggi pomeriggio in ufficio c’e’ il Bierklub con tanto di Staropramen e mi rifaccio

    Comment di paolo • 3 Maggio 2011 10:53

  33.  MonsterID Icon

    per la cronaca, quel £$%& di Gianni Rivera ebbe nel 1978 (l’anno di Goldrake in Italia!) la figlia Nicole dalla Viviani salvo comportarsi da bestia… come raccontato alla trasmissione “Perdenti” (rai 3, 9 luglio 1996): lei era 21enne, lui 32enne e rifiuto’ di sposarla anzi le chiese di abortire! “Di fronte al mio no categorico”, ha raccontato la Viviani, “Gianni per un po’ scompare. Poi torna, accetta di starmi vicino ma dice che non mi sposerà mai”, salvo poi dire il contrario a Giorgio Bocca e dopo qualche mese “la proposta mi arrivo’ ma dal suo avvocato. Ormai per me lui non esisteva piu’, la storia era finita”. “Io e Gianni non ci sentiamo mai… L’ultima volta l’ho visto in tribunale qualche mese fa. Mia figlia? Non lo vede mai neppure lei. Gli ha telefonato il giorno che e’ diventata maggiorenne, perche’ lui ha sempre detto: Quando Nicole avra’ 18 anni capira’. Allora lei l’ ha chiamato e ha capito. Che non ci sara’ mai dialogo”. L’ex calciatore, ex democristiano, ex deputato nella Lista Dini, ex tutto aveva anche intestato a Elisabetta e Nicole un negozio di cornici, per il futuro… bah

    Comment di Groupie • 3 Maggio 2011 11:25

  34.  MonsterID Icon

    mi sono perso, ma il comportamento di Gianni (Merda) è atato in effetti riprovevole…

    Comment di golosino • 3 Maggio 2011 12:16

  35.  MonsterID Icon

    Bierklub FTW!!!

    Comment di Botty • 3 Maggio 2011 12:59

  36.  MonsterID Icon

    gianni Rivera nel 1979 vinse lo scudetto col Milan.

    Comment di paolo • 3 Maggio 2011 13:37

  37.  MonsterID Icon

    Secondo me Gianni Rivera, Gianni Merda e Gianni Morandi hanno molto in comune.

    Comment di xx • 3 Maggio 2011 15:51

  38.  MonsterID Icon

    Secondo me state colpevolmente omettendo il fatto che la principessa Kate ha copiato il vestito da sposa a, nientepopodimenoché, Belén Esteban.

    Comment di serir • 3 Maggio 2011 15:58

  39.  MonsterID Icon

    Diamine! Questo mi fa passare da stizzito a adulto un po’ inaridito.

    Comment di xx • 3 Maggio 2011 16:01

Leave a comment

You must be logged in to post a comment.