Confesso un piccolo scheletro nell’armadio: Marco Masini mi è sempre stato simpatico. Per carità, non credo che ci sia una sua canzone che mi piace, e il facile senzazionalismo di Vaffanculo e Bella stronza è stata una strategia mediatica deplorevole, però ci ha qualcosa che mi fa venire voglia di dargli un buffetto sulla guancia e offrirgli una biretta. “Ehilà, Marco, che si dice di bello? Ci vediamo al Mister Minchietta?”
Ho sempre saputo che Masini, qualche anno fa, si era esibito in una cover del lentaccio strappalacrime dei Metallica Nothing else matters, ma non l’avevo mai ascoltata. Anzi, non l’ho mai ascoltata, ma gli dei dispettosi mi hanno messo sottomano il testo. Parliamone.
Lo so che il tempo lo sa
che siamo nascosti qua,
in fuga dalla realtà,
e chi se ne frega.
Fin qui, tutto bene. Bravo, Marco. Un’altra biretta?
L’iguana dei passi tuoi,
il tuo inguine di viva orchidea,
dove annegano gli occhi miei
e il tempo si ambigua. [E il tempo si ambigua…]
Uh…l’iguana? Beh, dimmi di più.
Io da qui non mi muovo più, [Io da qui non mi muovo più,]
abbracciato a una cruce, tu, [abbracciato a una cruce, tu,]
mentre il sole riallaga il blu, [mentre il sole riallaga il blu,]
e chi se ne frega. [e chi se ne frega.]
Voglio quello che vuoi tu, [Voglio quello che vuoi tu,]
voglio il tempo che non ho [voglio il tempo che non ho]
e l’avrò! [e l’avrò!]
…riallaga il blu?!?…Cruce? (dai, qui può essere un errore di trascrizione) Però nel dubbio, Marcolino, ridammi un po’ quella biretta, va’…
Il tempo ai cani e la polizia,
sbaranzia e dietrologia,
fa che insegua la nostra scia,
e chi se ne frega. [E chi se ne frega…]
Tempo ai cani?!? SBARANZIA?!? Ora, cerchiamo di immaginare cosa potrebbe essere la sbaranzia. Qualche idea:
a) C’entra con Sbranzo, sarebbe Sbranzìa ma essendo difficile da pronunziare diventa sbaranzia. Lode a Sbranzo.
b) E’ la traduzione in italiano dell’espressione ligure “desbarasu”, che indica le vendite promozionali che fanno i negozi mettendo le merci al di fuori del negozio stesso.
c) Similmente, indica l’atto di uscire da un bar, cioè di “sbararsi”.
d) Oppure, Masini, hai una zia che si chiama Sbaran?
e) O magari indica l’atto di osservare controluce un bicchiere per vedere se è stato lavato per bene.
Io da qui non mi muovo più, [Io da qui non mi muovo più,]
neanche se te ne andassi tu, [neanche se te ne andassi tu,]
su quest’erba che guarda in su [su quest’erba che guarda in su]
e sembra che prega. [e sembra che prega.]
…che preghi! Che cazzo, il congiuntivo! Anche se non fa rima con “frega”! Ridammi anche la bira di prima!
Voglio quello che tu vuoi, [Voglio quello che tu vuoi,]
voglio quello che vorrai, [voglio quello che vorrai,]
voglio vivere di più, [voglio vivere di più,]
voglio il tempo che non ho [voglio il tempo che non ho]
e l’avrò, sì! [e l’avrò, sì!]
Eeeeeh…l’erba voglio non cresce nemmeno nel giardino del re! Comunque lascia stare e parlaci ancora della sbaranzia…
Lo so che il tempo lo sa
che siamo nascosti qua
e se vuoi ci raggiungerà,
ma chi se ne frega!
Noooo…è finita! E non c’è più sbaranzia! Ora sono triste.