23 Luglio
Ieri, Chiara mi ha detto che la mamma e il papà hanno comprato una macchina nuova macchina.
O è una Mini o è una Panda.
Verranno su con l’auto Domenica, Lunedi o Martedi.
Io e Chiara abbiamo scommesso il colore dell’auto.
24 Luglio
Oggi, io racconto che Chiara Mario e Daniele sono andati nel bosco fino a un villaggio abbandonato.
Mentre andavano hanno visto una bella biscia e e hanno trovato e hanno trovato un orologio e quando tornavano è scoppiato un temporale.
Queste due giornate passeranno alla storia come “la trilogia degli altri”, perché riguarda più coloro che mi circondano che me.
Sulla giornata del 23 luglio, mi basisce una cosa: cosa significa “o è una Mini o è una Panda”? I miei avevano comprato la macchina dando un forfait al concessionario che solo al momento della consegna avrebbe deciso se darci una Mini o una Panda? O forse mia sorella non aveva semplicemente capito che tipo di macchina fosse? Temo che non lo saprò mai, ma credo che continuerò a vivere nonostante questo dubbio. E non ricordo nemmeno chi abbia vinto la scommessa! D’altronde era color crema, non proprio un colore facile da indovinare. Sarà finita pari.
Ma infine, era una Mini o una Panda? L’ho già detto da qualche parte in questo blog, e come sapete non amo ripetermi. No, non è vero, in realtà amo ripetermi, ma voglio lasciarlo come esercizio ai lettori. Miasorella, miamamma e miocugino, voi non valete.
Postilla a lato, la maestra ha corretto questa entry del diario con un po’ più di cura del solito, e io ho fatto un paio di errorini di troppo. Perdersi l’accento su lunedì e martedì no, che diamine! Però la maiuscola sui giorni della settimana non ci va. E “scommettere” regge la preposizione “su”. No, in effetti non ha corretto un granché bene, quella là.
Più sconcertante è il giorno del 24. Dovevo essere stato proprio invidioso di questa scampagnata di Mario, Chiara e Daniele se ci ho dedicato una voce intera! E in effetti villaggio abbandonato, biscia (bella, per di più!), orologio e financo temporale costituiscono una serie di avventure non da poco. E io non c’ero, che rabbia! Magari ero rimasto a casa a fare i compiti! Grrr…ecco cosa ci si guadagna a fare i bravi!
Aggiungo però che in seguito andai più volte al villaggio abbandonato, e mi chiedo ancora adesso cosa rappresentasse: si trattava di alcune costruzioni recenti nel pieno del bosco ma palesemente disabitate e prive di manutenzione. Quasi sicuramente in quella zona non c’era acqua corrente e forse nemmeno elettricità, e mi chiedo tuttora chi avesse avuto l’idea di costruirle e perché. So solo che, a ripensare quelle casette adesso, ricordano in modo inquietante Evil Dead.