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Analisi della Settimana Enigmistica: prima parte

Introduzione

Il tempo passa, tutto il mondo cambia, i punti fermi della vita sono pochi. Eppure anche Battiato avrebbe potuto capire che esiste un centro di gravità permanente nella nostra esistenza: la Settimana Enigmistica.
La Settimana Enigmistica ha 48 pagine rilegate a spillatura. Non ha pubblicità se non per se stessa, mediante gli strilloni che si alternano in prima pagina: "La rivista di enigmistica prima per fondazione e per diffusione", "Il settimanale che vanta innumerevoli tentativi di imitazione", "Per conservare la memoria occorre esercitarla: la Settimana Enigmistica ve ne offre la possibilità". Ogni numero ha un colore dominante scelto tra rosso, verde e blu: solo negli ultimi anni qualche rara pagina colorata è comparsa timidamente.
Caratteristica della Settimana Enigmistica è l’estrema serietà, quasi d’altri tempi. Non credo di aver mai notato un refuso tipografico in anni di frequentazione saltuaria di questo settimanale, e i temi toccati dai giochi e dalle soluzioni non devono in alcun modo aver la possibilità di turbare alcuno. Addirittura la moda del politically correct è stata anticipata, dato che anche in tempi non sospetti era molto attenta a non offendere le minoranze.
I cambiamenti in realtà ci sono, ma sono pochi, lenti e istituzionalizzati solo dopo un periodo di prova dev’essere il Cavaliere del lavoro Gr. Uff. Dott. Ing. Giorgio Sisini Conte di Sant’Andrea a dare il suo ok. E pazienza se questo fantozziano signore non è più tra noi. A che servono le sedute spiritiche, altrimenti?

1. I cruciverba

I cruciverba sono forse il piatto forte di ogni rivista di enigmistica, e La Settimana Enigmistica non è un’eccezione.
La prima metà della rivista è riservata a quelli facili, di solito di piccole dimensioni. Il primo, in copertina, è corredato di foto di un attore o di un’attrice; probabilmente in origine serviva a dare un minimo di appeal all’acquirente casuale, mentre adesso costituisce semplicemente parte della tradizione della rivista. Seguono altri cruciverba elementari, fino ad addirittura le "facilitate" la cui semplicità è quasi spudorata. Io non le faccio mai perché se non riuscissi a completarle mi sentirei umiliato. Sono astuto. I solutori più scafati e affamati di cruciverba possono comunque sfruttare le parole crociate più semplici usando solo le definizioni orizzontali o solo le verticali e indovinando le parole rimanenti mediante gli incroci, senza usare le definizioni corrispondenti. Qualunque cosa pur di non rivolgersi agli innumerevoli tentativi di imitazione!

Da pagina 29 in poi compaiono i cruciverboni difficili a tutta pagina, di solito in ordine crescente di difficoltà, fino a quello di pagina 41 che è il più complesso. Una volta esso era sempre il mitico Bartezzaghi, scritto da Bartezzaghi padre (Piero). Ora a volte compaiono quelli del figlio Stefano o di un certo A. (probabilmente un altro figlio), ma più di frequente è il Ghilardi ad avere l’onore di quella pagina. Vedere un proprio cruciverba a pagina 41 dev’essere il coronamento di una carriera di cruciverbista.
In ogni numero, inoltre, è pubblicato un esemplare di ognuna delle classiche varianti del cruciverba: le Cornici Concentriche (che hanno molti estimatori, dato che presentano un approccio alla soluzione radicalmente differente rispetto alle altre varianti), le Parole Crociate senza Schema, gli Incroci Obbligati, il Sillabico, il Bitriletterale, la Ricerca di Parole Crociate; sono in media abbastanza complessi. Accanto a questi pilastri, in ogni numero compaiono sempre uno o due altre varianti, anch’esse di solito non elementari: nel numero che ho sottomano ad esempio ci sono le Parole Crociate su Misura e le Parole Crociate con la Cornice. Raramente compaiono i temutissimi Incroci Obbligati Sillabici, che minacciosamente sono "riservati ai solutori più che abili". Solutori meno che abili o anche soltanto abili, non state nemmeno a sprecare inchiostro con gli Incroci Obbligati Sillabici! Infine, c’è la variante "Una gita a…", in cui al posto di alcune definizioni ci sono delle foto di alcune cittadine da inserire nel cruciverba. Per qualche incomprensibile ragione, solo in questo tipo di cruciverba le parole sono separate mediante ingrossamenti dei separatori delle caselle al posto delle consuete caselle nere.

La cultura necessaria per risolvere i cruciverba è da un lato nozionistica e dall’altro specialistica. Da una parte, infatti, essi richiedono conoscenza di fatti assolutamente irrilevanti per la vita comune che chi ha studiato in genere delega alle enciclopedie: cultura non è memorizzare molte nozioni, ma sapere dove andarle a cercare quando servono e sfruttarle a fini critici e costruttivi. Inutile quindi negare che spesso la cultura utile per risolvere i cruciverba è quella fornita dalle scuole elementari, quel tipo di nozionismo che ti fa imparare a memoria le province della Sicilia e i fiumi del Portogallo. Da questo punto di vista trovo che un indice di abilità di un autore di cruciverba stia nel trovare definizioni impensabili per termini comuni, e non chiedere fiumi assurdi della Mongolia o il soprannome di poeti dialettali umbri del ‘600.
È però vero che i cruciverba, per loro natura, richiedono molte parole che iniziano per vocale, che terminano per consonante o che comunque presentano gruppi di lettere poco comuni. Di conseguenza il vocabolario delle soluzioni non coincide necessariamente con quello comune: è una delle ragioni per cui sono frequenti le richieste di assurdi termini geografici o sconosciuti scrittori stranieri. Non si tratta solo di un espediente per rendere il cruciverba difficile, ma una necessità da parte dell’autore di qualche combinazione di lettere che non esiste in altre parole.
Una curiosità che non sono mai riuscito a spiegarmi è la frequenza di definizioni sulle trame delle opere liriche, molto più frequenti delle domande sulle opere letterarie. Qualcosa deve avere a che fare con l’universalità dei cruciverba, col fatto che una buona definizione deve poter essere risolta anche ad anni di distanza, e il mondo delle opere liriche è sostanzialmente immune dall’attualità. Però la relativa rarità di domande sulla letteratura classica, che per definizione è cristallizzata nel passato, mi stupisce.

Dal lato specialistico, però, esistono alcune convenzioni che permettono ai solutori con esperienza di risolvere alcune definizioni che per chi non è dentro questo mondo sono estremamente ostiche. Ad esempio, esistono alcuni termini estremamente desueti che vengono comodi per costruire gli incroci e compaiono abbastanza di frequente:
– Antico precettore (aio, dalle utilissime tre vocali)
– Raganella verde (ila)
– Situata in profondità (ima)
Penso si tratti di vocaboli conosciuti ai solutori di cruciverba ancor più che ai linguisti.
A tratti ostici per i principianti sono i gruppi di due lettere, che spesso sono definiti con alcuni giochini che sono ovvi per chi sa come funzionano e astrusi per i non iniziati:
– "i confini di" o "ai lati di" indicano la prima e l’ultima lettera. "I confini della Spagna" è "sa", non "Portogallo, Francia e Andorra". Similmente, "nel mezzo di" indica di prendere le due lettere centrali: "nel mezzo della spagna" è "ag", non "Madrid".
– "nell’x e nell’y" indica di prendere le lettere comuni alle parole x e y. "Nella mano e nella milza" è "ma", non "tessuti organici" o cose del genere.
– altri trucchi simili giocano comunque con la struttura della parola e non il suo significato: "le consonanti in voga" è "vg", "le ha uguali la commessa" è "ms" e così via.

I cruciverba della Settimana Enigmistica obbediscono ad alcune regole abbastanza evidenti, che probabilmente sono codificate esplicitamente per gli autori ma che possono essere solo intuite dai solutori. Qualche esempio:
– nessun verbo coniugato
– i riferimenti all’attualità devono essere il meno possibile e comunque limitati allo spettacolo. Pare che ogni tanto compaiano ancora cruciverba di Bartezzaghi padre che è mancato diversi anni or sono, e questo testimonierebbe quanto fossero universali i suoi lavori.
– definizione dei gruppi di tre lettere in termini di sigle o di parole, non di giochi di parole come per i gruppi di due
– quando si definiscono gruppi di due lettere con le iniziali, citare esplicitamente il nome o il cognome. Ad esempio, non si trova mai "iniziali dell’autore della Ricerca del Tempo Perduto", ma "Iniziali di Proust"
– nelle definizioni col giochino "in x e y", x e y devono essere due oggetti in qualche modo correlati e l’ordine delle lettere comuni deve essere lo stesso.
– ogni tanto sono consentite definizioni spiritose o basate su giochi di parole. Con l’eccezione di quelli codificati per i gruppi di due lettere, in casi del genere è obbligatorio usare i punti di sospensione all’interno della frase. Ad esempio, "Il pericolo giallo…del fumatore" è "nicotina".

Per quanto mi riguarda, non vado pazzo per i cruciverba, perché le strategie di soluzione sono poche e di scarso interesse, anche per varianti più complesse come gli Incroci Obbligati o le Cornici Concentriche. Al di là di sapere come iniziare o di come procedere quando mancano le idee, tutto sta nel sapere quella stupida cittadina del Bangladesh o quell’odioso personaggio minore de "La Fanciulla del West". E, ovviamente, questo non è molto stimolante.