(ovvero, roba che ha imparato un tizio che non era mai stato ai tropici)
1) Le automobili hanno solo la targa posteriore.
2) Si mangia un mucchio di cose buone e strane, per di più a prezzi modici. Ciononostante, per quanto ti piacciano il riso e il pollo (e a me piacciono parecchio), dopo due settimane ne sarai un po’ stufo.
3) Durante la stagione delle pioggie piove.
4) Impegnati quanto vuoi, ma un po’ di cacaruola te la beccherai lo stesso. Prega che non capiti durante una gita in catamarano.
5) Non è vero che il sole tramonta in un momento, ma a mezzogiorno è proprio sopra di te.
6) I dominicani in generale sono bravi cristi e non hanno l’obiettivo di mettertelo in culo. Ci sono delle eccezioni, ma a differenza dell’Italia e la Grecia (dove è la norma) sono casi isolati.
7) La musica popolare dominicana offre dei tormentoni che manco “Sole cuore amore”, e forse anche più brutti.
8) E’ possible mangiare una pizza all’ananas cucinata da una tedesca, se ne avete il coraggio. Io l’ho avuto.
9) E’ pressoché impossibile comprare un pallone.
10) Si trova birra praticamente di una sola marca e solo in bottiglia, la Presidente. Per fortuna è birra buona.
11) Ci sono zanzare ma non così tante. Più che a Genova, meno che a Milano. In generale, ci sono meno insetti di quanto temessi.
12) I vegani indiani fanno una vita di merda.
13) I cessi sono in stile americano, pieni d’acqua fino a metà tazza, coi relativi fastidiosi schizzi.
14) I bancomat di Santo Domingo sono guardati da guardie con un fucile a pompa. Pare che serva a tranquillizzare i turisti, più che per reale necessità. Sarà, ma io accanto ad un tizio con un fucile a pompa tanto tranquillo non sono.
15) Gli autobus dominicani sono o pittoreschi o gelati, aut aut. Non esiste una terza possibilità.
E’ ben noto che XVII è anagramma di VIXI, in latino “ho vissuto” e quindi “sono morto”. Per il diciassettesimo tomo, i curatori dell”Enciclopedia Stronza colgono l’occasione e lo dedicano ai nostri simpatici ed ectoplasmici vicini fantasmi.
Fantasma del Sale: fantasma di Jacques Burreuse, noto chef francese di nizi ‘900, ucciso da un collega invidioso del suo successo. Il rivale narcotizzò Burreuse e lo chiuse in un pentolone, bollendolo a morte; lo servì poi stufato nel corso di una cena di gala, dimenticandosi però di aggiungere il sale. Come risultato, il piatto risultò insipidò non fu gradito agli ospiti. Da allora il fantasma di Jacques vaga per e cucine di Francia rovesciando il sale nelle pentole e padelle dei cuochi, rendendo i loro piatti immangiabili.
Fantasma delle Puzzette: fantasma di Gregorio Malfatti, che a causa di una mozzarella di bufala avariata fu colpito da un’orribile dissenteria proprio mentre, durante un black-out, era chiuso in un affollato ascensore. Per lo sforzo di trattenere i liquami il misero Gregorio esplose, e da allora infesta l’ascensore teatro della tragedia. Il Fantasma delle Puzzette si manifesta unicamente quando ci sono solo due persone: in tali frangenti emette un rumore di peto con relativo odore, e così entrambe le persone credono che l’altro sia il responsabile del misfatto. Non poche amicizie sono state guastate dal Fantasma delle Puzzette.
Fantasma della Saponetta: fantasma di Terrence O’ Connor, galeotto irlandese assassinato dai suoi due compagni di cella perché non si lavava mai: il poveretto fu insaponato fino allo scorticamento. Da quel tetro giorno, Terrence vaga come spettro nelle prigioni, facendo scivolare a terra le saponette ai carcerati nelle docce comuni, con esiti prevedibili.
Fantasma del Monopoli: il Fantasma del Monopoli è lo spettro dell’aviatore tedesco Rudolph Kaspoff, che morì paracadutandosi in un campo di cactus della Baviera meridionale. Da allora egli vaga per le case alla ricerca di partite di Monopoli in corso, e quando ne trova una in cui un giocatore fa uso del cactus come pedina scatta la sua vendetta. Lo sventurato monopolista infatti continuerà a finire su Tassa Patrimoniale, Bastioni Gran Sasso, “In prigione!” e Stazione Est. L’unico modo per liberarsi del Fantasma del Monopoli è tirare un doppio uno per tre volte di seguito.
Fantasma Morto: il Fantasma Morto è lo spirito di Cristophe Malloui, contadino belga morto di meningite sul finire del XIX secolo mentre controllava allo specchio il suo stato di salute. Lo spettro, trovatosi di colpo di fronte alla sua agghiacciante immagine riflessa, perì a sua volta per lo spavento. Da allora, in quanto defunto, non fa assolutamente niente. Poiché è quindi impossibile smentirne la presenza, è il preferito dai medium di tutto il mondo.
Fantasma dalle Mani Insanguinate: spirito di Ettore Frusciante, giornalista morto di stenti a causa del dilagare dei giornali gratuiti come Metro, Leggo e City e del conseguente fallimento della sua testata. Da allora, il fantasma di Ettore infesta le metropolitane, sbirciando dalle spalle dei passeggeri che leggono giornali gratuiti. Questi ovviamente non possono vedere chi sia l’impiccione, e rimangono così con la fastidiosa sensazione per la durata di tutto il tragitto.
Per la cronaca, lo spettro non ha affatto le mani insanguinate: il nome gli fu affibbiato da un cronista di City in cerca di un titolo spettacolare per il suo articolo sulla vicenda.
Fantasma delle Monetine: fantasma di Anna Velante, impiegata milanese. La signora Velante, caffeinomane, morì di infarto quando scoprì con rabbia che la macchinetta del caffè del suo ufficio non accettava monetine da uno o due centesimi, e che quindi non avrebbe potuto sorbire la sua amata bevanda nera. Da allora gira per case ed uffici cambiando tutte le monete che trova in un’orrenda cascata di spiccioli da 1 o 2 centesimi. Se il vostro borsellino vi appare all’improvviso pesante, è probabile che il Fantasma delle Monetine sia passato da voi.