Anatomia alternativa: pseudobranca della medicina inventata dal signor Matteo Bancalegno di Roma nel 1983. Bancalegno non era un medico, ma essendo ipocondriaco era un avido lettore di enciclopedie mediche. Dato che non riusciva mai a comprendere i testi a causa dei nomi delle parti del corpo a suo dire “poco intuitivi”, decise di ridenominare completamente il corpo umano. Decise quindi, ad esempio, che l’aorta si doveva chiamare tubo grosso, che il nervo sciatico si sarebbe chiamato miccazello, che i testicoli avrebbero preso il nome di pentagalli e che la parte interna del gomito si sarebbe dovuta chiamare parte interna del gomito. Bancalegno morì nel 1987: resosi conto che stava avendo un attacco di cuore, irruppe al Pronto Soccorso gridando che aveva male al pipino (nome da lui scelto per il cuore), fu messo a priorità bassissima e morì.
Cranzo: versione italiana del popolarissimo brunch ideata da Attilio Infascelli, linguista di Bisceglie nostalgico del ventennio fascista. Infascelli, sostenendo in vari suoi scritti la necessità dell’autarchia linguistica, arrivò a proporre il termine “cranzo” per designare quel pasto che sta a metà tra la “colazione” e il “pranzo”. A chi gli faceva notare che esiste da tempo la parola “brunch” (unione di “breakfast” e “lunch”), il professor Infascelli ribatteva che una parola in inglese non può denotare alcunché in italiano, perché si tratta di lingue differenti. Quindi trascinò in tribunale tutti i locali della Penisola che proponevano brunch per “vilipendio della lingua italica”, in una causa dalle proporzioni epiche. Quando sul quotidiano La rinascita pugliese uscì un suo editoriale intitolato Il cranzo degli italiani, in cui chiedeva a gran voce l’istituzione del “Ministero del cranzo”, Infascelli fu legato a un trattore da ignoti e trascinato sul tratto di superstrada che va da Bisceglie a Trani, morendo scorticato contro l’asfalto.
Piccola Stefi: serie animata giapponese prodotta dalla Nippon Animation nel 1979, col titolo originale di E! Atashi wa Sayaka-chan!, e trasmessa in Italia nel circuito regionale a metà degli anni ’80. Si tratta di una serie che coniuga quattro macrofiloni dell’animazione seriale giapponese: i robot, le maghette, gli orfani e lo sport. Infatti Piccola Stefi (Sayaka-chan in originale) è una bimba orfana che crescendo diventa una giocatrice di pallavolo di gran talento, con l’obiettivo di vincere il Torneo degli Orfanotrofi. Tuttavia, il Grande Mago Piollà (Pikichi-sama) le ha dato il potere di trasformarsi in un enorme robot, il Valhalla F5, per combattere i cattivi della stella Mantikka, e spesso deve rinunciare a partite duramente preparate in allenamento per venire incontro al suo dovere di paladina dell’umanità. La serie è stata trasmessa una sola volta in Italia
perché il capo dei cattivi, un alieno polipoide di nome Garutto, aveva una vaga somiglianza con Bettino Craxi, cosa che però fu sufficiente a far imbestialire l’allora presidente del Consiglio e a fargli ordinare l’interruzione della trasmissione.
6 Comments »
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A me il pipino non fa male.
Comment di Serir • 12 Febbraio 2008 18:42
L’hai scampata bella.
Comment di xx • 13 Febbraio 2008 11:21
Ma come finiva la Piccola Stefi? all’epoca mi persi l’ultima puntata. E poi in Giappone non e’ ancora uscita nemmeno in DVD!
Comment di Garion • 13 Febbraio 2008 23:46
Sayaka-chan purtroppo in Giappone non ha riscosso un gran successo, e quindi è stata interrotta alla 49. puntata sulle 52 previste. Conseguenza di questo è che l’arco finale finisce bruscamente. Stefi scopre di essere (SPOILER) figlia di Garutto e se lo trova davanti come allenatore durante le finali del torneo nazionale. Incerta se usare la sua magia per vincere o se trasformarsi nel Valhalla F6 (come ricorderete ha fatto l’upgrade nella 32. puntata) per sconfiggere il suo craxiano arcinemico, alla fine esplode. Le leggi degli share televisivi sono terribili.
Comment di xx • 14 Febbraio 2008 10:06
Un minuto di silenzio per la compianta pallavolista-eroina. Sarai sempre nei nostri cuori.
Comment di Serir • 14 Febbraio 2008 16:28
Tra l’altro ricordo con nostalgia la puntata in cui la Valhalla F5 (siamo prima della puntata 43) scopre le gioie della carnalità con Benji, il noto calciatore giapponese che, separatosi da Holly per una brutta storia di denaro sporco, acquisisce da Piollà il potere di diventare Voltron. Nel momento topico dell’atto l’emozione la fa ritrasformare in Stefi, con non pochi problemi anatomici (Benji infatti era rimasto Voltron). Ma alla fine tutto si risolve con nemmeno una cinquantina di punti di sutura.
Comment di Serir • 14 Febbraio 2008 16:41