Io ho un po’ il vizio di farmi gli affari altrui. “Vizio” tra virgolette, perché trovo che sia una delle grandi verità della vita che impicciarsi sia assai divertente, ma non solo: trovo che l’atteggiamento di chi fa una bandiera di “io mi faccio i cazzi miei” sia in qualche modo stigmatizzabile perché nasconde indifferenza ed egoismo e perché, nella sua degenerazione, porta all’omertà. Ovvio poi che, come tutti piaceri, vada intrapreso con moderazione per evitare l’effetto pettegolezzo, che è una cosa differente. Inoltre ritengo che, soprattutto nel confronto dei propri amici, sia quasi obbligatorio farsi gli affaracci degli altri, soprattutto quando è una questione antipatica. “Sai, Bongo, penso che dovresti lavarti più spesso le ascelle” (chi non ha un amico che si chiama Bongo?).
Da piccolo, anche se non avevo ancora razionalizzato tutto questo, non la pensavo in modo diverso. Un giorno, alle elementari, per qualche motivo intervenni a sproposito in una discussione tra Silvia e Susanna. Quest’ultima, un po’ scocciata, mi disse “Ma ti interessa?” al che io, punto nel vivo, replicai sfacciatamente “Sì!”. Lei allora esclamò “Prendi il libro e vai a messa!”. Sotto shock per l’arguzia della battuta e anche per la blanda blasfemia sottintesa, fui zittito. A questo punto interloquì Mariangela che, pazientemente, mi spiegò che “Quando ti dicono così, tu devi rispondere ‘Il libro non ce l’ho e a messa non ci vo'”. Provai un certo disappunto: innanzitutto perché è una risposta terribile con una rima tremenda, quel “non ci vo” mi dà tuttora i brividi, poi perché uno può andare benissimo a messa senza alcun libro (ci sono i fascicoli apposta!) e, viceversa, possedere uno splendido libro ma non andare a messa. Ma la mia delusione nacque soprattutto perché mi resi conto che si trattava di uno scambio di battute istituzionalizzato, e in quanto tale privo di mordente. Ebbi altre volte in seguito la stessa risposta relativa a libri e messe, ma non utilizzai la risposta preconfezionata. Così mi sentivo più fico, però uscivo sconfitto dalle schermaglie verbali. La volontà di essere originali ha il suo prezzo.
10 Comments »
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hai usato la parola “stigmatizzabile”. hai fatto bene.
come risposta, avresti potuto scegliere un sempreverde: “mavvaffanculo!”
Comment di golosino • 28 Febbraio 2008 11:08
Non ho capito. Quindi ora ti fai gli affari tuoi o quelli altrui?
Comment di Iridella • 28 Febbraio 2008 19:48
Golosino ha ragione.
Comment di Serir • 28 Febbraio 2008 20:27
Susanna avrebbe bisogno di qualche metro di… (anche questa sarebbe stata un’ottima risposta)
Comment di Serir • 28 Febbraio 2008 20:29
Sei stato ligio alla tua originalita’ nonostante le pesanti conseguenze, ammirevole!
Comment di Joril • 28 Febbraio 2008 21:15
Guarda che lo sanno tutti che ti chiamiamo Bongo.
Comment di Cementino • 28 Febbraio 2008 23:14
Golosello: ma no, io ero un bravo bimbo.
Irignappa: quelli altrui. Ma l’aneddoto non c’entra con l’introduzione: è un post dalla struttura un po’ anomala.
Serir: Golosino ha sempre ragione. E’ troppo bello per non averla.
Joril: ti ringrazio di tutto cuore.
Cementello: infatti ho iniziato a lavarmi le ascelle. Giuro.
Comment di xx • 29 Febbraio 2008 11:00
Ma “golosello” è un riferimento alla famosa barzelletta veneta?
Comment di Carlo • 29 Febbraio 2008 14:13
Temo di sì.
Comment di xx • 29 Febbraio 2008 14:17
Io come solito sbaglio nick. Problema di eprsonalità multipla.
Comunque sì, è un post dalla struttura anomala.
Comment di Chicca • 29 Febbraio 2008 14:31