Genova, come noto, è la Città dalle Centomila Motorette, ivi compresa la mia. Tra i motorettisti, vista la numerosità, non ci sono solo ragazzetti con la marmitta scureggiona che fanno le penne imitando Valentino Rossi, ma si trova di tutto: impiegati in cravatta, mamme che portano i figlioletti a scuola, pensionati, casalinghe, signore distinte. La conseguenza di questa a-distinzione è che alcuni comuni comportamenti “criminosi” degli automobilisti vengono traslati sui motorettisti, poiché sono le stesse persone: ad esempio, è abbastanza comune vedere gente che parla al cellulare mentre guida… col cellulare incastrato tra casco e orecchio! Ieri sera, però, ne ho vista una nuova: una donna, avrà avuto circa la mia età, stava scrivendo un sms mentre guidava la motoretta. Andando piano, per carità (e quindi intralciando il traffico), ma senza avere il buon gusto di fermarsi. In casi simili, io penso sempre: “Ohè, Cesira, con questa le ho viste tutte! C’è un tizio lì fuori che si imbratta le mani con gli escrementi di vacca!”, citando a sproposito una delle più memorabili strisce di Lupo Alberto. Poi è passata una farfalla, mi sono distratto e ho dimenticato tutto questo.
Stamane, mentre venivo al lavoro, è accaduta la stessa cosa. Sempre una donna, un po’ più vecchia della precedente, ha deciso che la motoretta in movimento è un ottimo posto dove scrivere un messaggino. Ho scosso la testa, ho inveito e poi ho pensato: “Ma in fondo, a me che cazzo me ne frega?” e son tornato a sorridere.
Nota finale: la coincidenza di assistere allo stesso evento inusuali due volte in un breve arco di tempo era stata trattata in uno dei miei primissimi articoli (ri-leggetevelo, è interessante), e l’avevo battezzata bievento. Questo nome non mi ha mai soddisfatto in pieno: qualcuno ha suggerimenti per un termine più efficace? Tipo qualcosa in greco?
Nota dopo la nota finale: ehi, oggi è il quarto Pinguicompleanno! Fatemi un mucchio di regali, oppure datemi dei soldi così mi compro io quello che più mi piace.
Qualche anno fa Daniel Pennac (che, tra parentesi, riconosco essere bravo ma terribilmente antipatico e supponente) stilò un decalogo sui diritti dei lettori, un’iniziativa per rendere la lettura un’attività meno “polverosa” e accademica. Uno di tali diritti riguardava il “diritto di non finire un libro”, come per dire che se il libro fa cagare, non vi mangia nessuno se lo mollate a metà. Ecco, io confesso che qualche volta ho esercitato questo privilegio, ma con terribili sensi di colpa. Innanzitutto c’è il fattore economico: al ristorante, io seguo la filosofia di “io pago, io mangio”, cioè mangio tutto quello che ho ordinato anche se non mi piace perché soffro troppo ad abbandonare del cibo pagato caro (a casa non mi capita mai perché mi cucino quello che mi piace, son mica scemo!). Per i libri, la situazione è simile: “io pago, io leggo”. Secondariamente, sono convinto che la lettura di qualunque libro, per quanto banale, sciatto e scritto male, accresca le conoscenze e renda le persone migliori. Con l’eccezione di Moccia. C’è un limite a tutto.
Ripensando quindi ai libri che ho abbandonato (almeno temporaneamente, chissà che non mi capiti di riprenderli in mano!) non mi vengono in mente molti titoli. Eccone qualcuno.
L’idiota di Fedor Dostojevskij: io eDostojevskij non siamo mai andati particolarmente d’accordo. Ho letto due volte Delitto e castigo ma non mi ha lasciato praticamente nulla, almeno a livello conscio. Sì, un tipo ammazza una vecchietta e poi si sente in colpa. Per settecento pagine?!? E pensare che l’ho riletto appunto perché della prima lettura non ricordavo niente e la cosa mi infastidiva… L’idiota l’ho provato all’inizio del 2006 ma, arrivato a metà, mi son reso conto che non solo stavo arrancando, ma che continuavo a confondere i personaggi e non ricordavo cosa avessero fatto in precedenza, sintomo del fatto che non stavo capendo una ceppa e che il libro non mi stava dicendo nulla. Ho deciso quindi di lasciarlo, ma secondo me prima o poi io e Fedor riusciremo a trovare un accordo.
Il passaggio smeraldo, primo libro della Pentalogia del Prisma di Dark Sun, di Troy Denning: da giovane, credo di averne già parlato, mi piaceva il fantasy, e leggevo un pacco di romanzi del genere. Qualcosa di decente lo si poteva trovare qua e là, ma nel complesso la quantità di spazzatura che mi sono sciroppato è impressionante. Probabilmente questo libro è stato l’apice, era talmente scemo che, per fortuna, son rinsavito e ho smesso di dedicarmi a questo tipo di letteratura. Non tutto il male vien per nuocere.
Un amore di Swann di Marcel Proust: ancora un classico, ma su questo ho una buona scusa. Tra la quarta e la quinta liceo, il mio professore di italiano diede alla classe una lista spaventosa di libri da leggere durante l’estate in modo da prepararsi allo studio del Novecento, in Italia e all’Estero. Saranno stati 30-40 libri, comprendenti mostri come l’Ulisse di Joyce o L’uomo senza qualità di Musil o l’opera omnia (o quasi) di Kafka, e porcate come Il piacere di D’Annunzio o I Malavoglia di Verga (lupini!). In questo elenco, c’era anche la lettura di un romanzo a scelta della Recherche di Prouse, e io a caso presi Um amore di Swann. Come avrete intuito, non ce l’ho fatta, ma per un diciottenne credo che sia quasi fisiologico non riuscire a digerire Proust. Affrontare questo autore è invece adesso uno dei miei prossimi obiettivi, anche perché la fenomenologia del ricordo, come forse avrete intuito leggendo questo blog, è uno degli argomenti che più mi stimolano.
The Essential Howard the duck di Steve Gerber e Val Mayerik: persino un fumetto! Gli Essential, per chi non lo sapesse, non sono riassunti, ma sono volumi enormi su carta economica che ristampano vecchi fumetti Marvel. Howard the duck è un fumetto culto degli anni ’70, da cui hanno tratto il controverso film (molti lo odiano, diversi lo amano, io non l’ho visto) e che parla di un papero che fuma il sigaro e si candida alla presidenza degli Stati Uniti, una sorta di versione per adulti del mondo Disneyano. Eppure, complice anche la lunghezza, la ripetitività e comunque l’abitudine a leggere fumetti per adulti con un grado di maturità ben superiore di qualunque cosa possa mai uscire dalla Marvel, me l’han fatto venire a noia. Ahimé.
Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov: un altro russo, e tre volte ci ho provato, diamine! Ho perso il conto delle persone, anche affidabili, che mi hanno tessuto le lodi di questo libro, raccontandomi di quanto fosse meraviglioso, quindi ho voluto insistere. Niente da fare, c’è qualcosa, ne Il Maestro e Margherita, che me lo rende non-interessante. Dopo poche decine di pagine, regolarmente, perdo interesse, lo leggo sempre di meno e finisco per mollarlo. Non credo ci proverò più.
Fisica, volume I di Richard Feynman: anche un saggio scientifico in questo elenco, ma ho una buona scusa. Il testo di Feynman è straordinario, è interessantissimo e propone spesso visioni “laterali” a molti aspetti della fisica di base che la rendono viva e stimolante. Il problema, però, sta nell’edizione che ho preso: è bilingue, col testo originale e a fronte quello italiano a lato, e brossurata. Il libro quindi diventa larghissimo e scomodissimo da leggere, soprattutto per chi, come me, legge soprattutto a letto. Inoltre la traduzione italiana è pessima e priva di qualunque revisione. Non so come una casa editrice come la Zanichelli possa pubblicare un libro con scritto sistematicamente “perchè” al posto di “perché”. Scrissi anche per protestare, e mi risposero che “era l’unico modo per pubblicarlo, e comunque c’è il testo a fronte”. E allora me lo compro in inglese!
Gli indifferenti di Alberto Moravia: sarebbe stato un libro del lotto “estate tra la quarta e la quinta”, ma a quei tempi non ci pensai nemmeno. Lo affrontai invece pochi anni fa, una volta che ero rimasto senza nulla da leggere e me lo ritrovai tra le mani. Quello che mi rese difficilissima la lettura, e alla fine me la fece abbandonare, era il fastidio per quello che accadeva al protagonista. Succedeva infatti che gli capitassero una serie di situazioni terribilmente imbarazzanti; per l’empatia che è inevitabile provare col personaggio principale, non potevo fare a meno di sentirmi in imbarazzo io stesso (“No! Non voglio leggere questo!”), e la cosa mi infastidiva terribilmente, tanto da spingermi alla resa.
Insomnia di Stephen King: in generale King mi piace. Ha i suoi difetti (alla fine il punto chiave dei suoi romanzi è spesso lo stesso – la distruzione di una famiglia o, in senso più esteso, della società -, e nei finali di solito l’autore non sa come risolvere le situazioni e finisce per far esplodere tutto), ma è un grande narratore, e non è vero che Clive Barker è più bravo di lui. Però Insomnia è uno dei suoi libri proprio riusciti male: noioso, stupidino, non porta da nessuna parte. Almeno, fino alla parte in cui sono arrivato (tre quarti del libro); visto che i finali sono di solito la parte peggiore di King, non mi pento particolarmente di averlo mollato.
Come suggerito da più voci (beh, una) nei commenti, si bandisce qua un grande concorso. Chi vuole partecipare, invii via mail a questo indirizzo un aneddoto inconcludente secondo le modalità che spiego sotto, scritto il più possibile secondo l’infondibile stile dei Pinguini. Gli aneddoti inconcludenti verranno pubblicati tutti insieme in forma anonima e poi verranno votati. Ovviamente, insieme a tutti gli articoli farlocchi verrà pubblicato anche quello vero.
L’articolo dovrà essere sul tema “La gara di geografia di quarta elementare” e dovrà citare almeno i seguenti personaggi: Luca, la maestra Suor Maddalena, Mariangela ed Emanuele. Non ci sono limiti al numero di battute, ma se volete apparire verosimili dovete regolarvi anche da questo punto di vista. La data di scadenza è il 31 ottobre 2008, e gli articoli saranno pubblicati all’inizio di novembre appena mi riprendo dalle fatiche di Lucca Comics.
Il vincitore sarà colui che verrà votato dai commentatori come il più verosimile, cioè quello più vicino al mio stile. Non vale votare per se stessi: lo so che gli articoli sono in forma anonima, ma io lo so chi sono gli autori. Al vincitore andrà una splendida maglietta Warhol puppa offerta dal tenutario. Questa volta davvero! Se però, come probabile, l’articolo più votato sarà il mio, mi terrò la maglietta. Questo è un concorso educativo, e quindi è come la vita vera, non ci sono premi per il secondo arrivato.
Quasi per caso, l’altro giorno, ho notato come sia facile fare una pessima batuta giocando sulle coppie casino/casinò e fiches/fiche. Dai, ve la devo spiegare? Nel casinò (dove giochi d’azzardo) ci sono le fiches (i gettoni), nel casino (il luogo di malaffare) ci sono le fiche (gli organi sessuali femminili). Sì, fa pietà, è degna di un Sergio Paoletti per adulti, ma non è questo il punto. E’ possibile che in tutte le produzioni di film scollacciati, in tutte le pessime barzellette a sfondo sessuale, in tutte le gag di comici scadenti nessuno abbia mai sfruttato questa battuta? Dovrei brevettarla e venderla a Massimo Boldi?
Sì, lo so che il “post sulle chiavi dei motori di ricerca” è considerata l’ultima spiaggia del blogger senza idee, ma ho deciso che una volta all’anno, in autunno, me lo posso concedere. Via alle danze degli imbecilli! (Ho infatti deciso arbitrariamente che tutti quelli che hanno fatto queste ricerche sono imbecilli, anche se la ricerca era seria. Pinguini nel salotto, un luogo di rara crudeltà anche all’interno della Rete, che è comunque un posto crudele)
joe di brutto top: yeah, minchia sì!
wikipedia temi il primo giorno di scuola: una doverosa premessa: nel mese di settembre sono sommerso dalle visite di gente che cerca varianti di “Tema il primo giorno di scuola”, chiave per la quale sono al primo posto in Google grazie a questo post. Sono basito non solo dalla pigrizia dei ragazzi che cercano temi fatti, ma anche da quella dei professori che propongono a valanga un tema così banale. In ogni caso, questo qui che è talmente abituato a cercare su wikipedia da pensare di trovarci il tema già fatto si candida al premio di Re degli Imbecilli in questo lotto.
come si chiama un gruppo di pinguini: dato che sono uccelli, uno “stormo” di pinguini. Questo geniale internauta, comunque, fa parte della categoria di imbecilli che io chiamo delfisti, ovvero quelli che pensano che i motori di ricerca siano oracoli a cui fare una domanda per avere una risposta. Sono una categoria soprendemente diffusa.
donna paffuta sempre piaciuta: paffuta? ohibò…mi sta facendo venire un dubbio…e se questo imbecille avesse la soluzione al mistero?
stronza: a te e tua sorella.
ottenere pass lucca comics -password: basta pagare o essere un ospite di riguardo, e hai ragione, non serve una password.
come disegnare un extraterrestre: ma disegnalo come ti pare! Intanto nessuno potrà dirti che non assomigliano a quelli veri!
testo canzone heidi in tedesco: Heidi, Heidi, über alles, über alles in der Welt.
riassunti l’autista di professione: l’aut. di prof.
plurale di shampoo: il plurale di shampoo è “capistazione”.
luca ventimiglia biografia: ora ho paura.
belgio favole e fiabe ber bambini: in Belgio sono troppo belgi per avere favole e fiabe per bambini. Maledetti belgi!
ragazza spiata mentre fa la cacca: contento tu…
il mio primo giorno di scuola alle superiori: ecco, passi alle elementari, al limite alle medie… ma che alle superiori si faccia fare ancora questo tema è ributtante! Anch’io me lo andrei a cercare su internet!
house palla muro: secondo me questo imbecille cercava informazioni su quanto un muro possa fermare l'”house a palla”. Invece purtroppo ha trovato informazioni sulla palla muro. La Rete è davvero un posto crudele.
sinonimo di stronza: secondo il dizionario dei sinonimi e dei contrari, nessuno. Devi usare proprio “stronza”, ma vedrai che il prof, correggendo il tema sul primo giorno di scuola, non si accorgerà delle ripetizioni.
ve le racconta sergio paoletti: no, pietà!
pinguino paperino: o pinguino, o paperino! Aut, aut!
sotto il ponte di baracca c’è mimì che fa la cacca: Pierin, al massimo Ninin. Mimì è in fabbrica.
temi i miei primi giorni di scuola: povera stella, nemmeno uno solo! Hai tutta la nostra solidarietà, amico imbecille!
i pinguini e di cosa sono curiosi?: Ed è proprio una bella domanda! E secondo me i pinguini non sono curiosi. I pinguini e vogliono solo mangiare, riprodursi e cagare. E no, e non ballano né cantano.
vomito verde enciclopedia: questo imbecille ha anche fatto una ricerca quasi sensata, chiedendo un’enciclopedia in cui capire cosa significa il vomito verde. Però (e probabilmente in questo caso sono più imbecille io) a me viene da pensare a uno che ha vomitato verde su un’enciclopedia, o ha vomitato su un’enciclopedia verde, e ora non sa più come fare.
mie sloggi: le hai addosso, imbecille.
trucchi per calcinculo: i più auto-nominati ganzi si mettevano a circa 3/4 di giro prima del “fiocco” e facevano qualche passo indietro per aver slancio, in modo da prenderlo già al primo giro. Ti dirò, non è che la cumpa li rispettasse di più per questo.
chi a iventato la walt disney : l’Imperatore degli Imbecilli, signori. (No, non è l’Imperatore che “a iventato” la Walt Disney, sei tu! No, non sei tu che “ai iventato” la Walt Disney! Oh, io ci rinuncio…)
creare bocchino: dato il verbo utilizzato credo che questo imbecille volesse trovare davvero un sito che gli spiegasse la procedura artigianale per costruire un bocchino di qualche genere. Purtroppo temo che troverà siti di altro genere (ivi compreso questo): la Rete è un posto crudele.
il dente non c’e’ piu’ nel gergo porno: ohibò, questa non l’ho mai sentita. Qualcuno lo sa? Mi incuriosisce!
dare del voi cavalieri zodiaco: dai, non è difficile. “Signor Pegasus (anzi: Cavalier Pegasus), accomodatevi! Gradite un po’ di te?”
su quale canale fanno holly e benji: a memoria d’uomo è sempre stato su Italia 1. No? Vabbè, scanala un po’, prima o poi lo becchi.
avete visto su youtube paninaro paternò: no! Avrei dovuto?
enciclopedia di fagioli : se la trovi, fammi un fischio. Pensa che spasso, duemila pagine di fagioli! Prot! Ah, ah!
chi mi può fare un tema sul suo primo giorno di scuola: come tutti i delfisti, questo imbecille vede la Rete come un organismo vivente; non chiede nemmeno un tema già fatto, pretende che il motore di ricerca lo metta in contatto con qualcuno che gli sappia risolvere il problema. Molto Web 2.0 , in effetti.
passeggio umanizzato: sì, lo so che è un lapsus e che l’imbecille di turno volena scrivere “paesaggio umanizzato”, ma, come ormai avrete capito, “la Rete è un posto crudele” e io lo derido. Prrrr!
tavolini da salotto con elefante: no, dai, sono di cattivo gusto.
All’anno prossimo! (o anche prima se sono senza idee…)