Una categoria di barzellette piuttosto diffuse, soprattutto ai miei tempi, era quella chiamata “i colmi”. Ad esempio:
– Sai qual è il colmo per un falegname?
– Avere una moglie persiana.
I colmi, quand’ero piccolo, per me erano sinonimi di barzelletta brutta. Non facevano mai ridere, erano roba da Sergio Paoletti. Tuttavia, direi che in quanto barzelletta brutta adesso meritano un po’ di analisi.
La struttura canonica è quella di dialogo introdotta dalla domanda “Sai qual è il colmo per…”. Tale struttura non è necessaria, ma solo una tradizione: il colmo citato funzionerebbe benissimo proclamando semplicemente che “il colmo per un falegname è avere una moglie persiana”.
Il significato di “colmo” è un mio spinguinamento recente. L’ho sempre interpretato come “introduzione su un mediocre gioco di parole”, quando, evidentemente, significa “il massimo”, cioè “la cosa più incredibile che possa mai accadere”. Lo so che è evidente, ma se siete qui avrete sentito parlare del concetto di “Pinguino nel salotto”, suppongo. La conseguenza, comunque, è che il colmo presenta una situazione reale ma che per qualcosa di esterno alla situazione stessa dovrebbe essere buffo. Non c’è niente di strano al fatto che un falegname abbia una moglie mediorientale, se non per uno stupido gioco di parole. Probabilmente è questa la ragione per cui li ho sempre trovati poco divertenti: la barzelletta è il terreno dell’assurdo, non dell’ironico. La stessa cosa vale, ad esempio, per il colmo dell’idraulico (avere un figlio che non capisce un tubo), o il colmo per un matematico (abitare in una frazione) etc.
I colmi raggiunsero il loro colmo nel 1985, col colmo della saga del “colmo dei colmi”. Mi spiego meglio: nel 1983, si diffuse la barzelletta:
– Sai qual è il colmo dei colmi?
– Un muto dice a un sordo: “un cieco ci sta spiando”
Come avrete notato, la grossa differenza rispetto ai colmi tradizionali sta nel fatto che propone una situazione impossibile, la cui assurdità dovrebbe essere la miccia per l’effetto comico. Dico “dovrebbe” perché in effetti non fa ridere, tanto più che il muto potrebbe comunicare col sordo a gesti, e il cieco potrebbe spiare, in senso lato, origliando.
La cosa non finisce qui: l’anno successivo, qualche buontempone aggiunse un pezzo al colmo dei colmi. Questo è il colmo dei colmi 1984:
– Sai qual è il colmo dei colmi?
– Un muto dice a un sordo: “un cieco sta spiando un paralitico che fa ginnastica”.
Come prima, non fa ridere, e la ginnastica del paralitico potrebbe essere fisioterapia.
Nel 1985 il colmo dei colmi ebbe una svolta. Invece di aggiungere, che so “un cieco sta spiando un mongoloide che insegna a un paralitico a fare ginnastica” (sì, erano barzellette terribilmente politically incorrect. Vedi sotto) un genialoide propose:
– Sai qual è il colmo dei colmi?
– Ornella Muti dice ad Alberto Sordi: Cecchetto ci sta spiando.
Che, anche se torna nel terreno dei giochi di parole dei colmi tradizionali, un timido sorrisino lo strappa.
Nel 1986, l’Italia fece una figura barbina ai mondiali in Messico, nessuno aveva voglia di raccontare barzellette e così finì la saga del Colmo dei colmi.
PS: il colmo per un blogger è fare un post sui colmi, ovviamente. Lo so che non fa ridere, ma nemmeno il colmo per un falegname.
PPS: sì, per il falegname c’è la variante sulla moglie persiana che va in giro scollata. Ma non fa ridere lo stesso.
PPS: la versione 2008 del colmo dei colmi, ovviamente, sarebbe: “Un diversamente comunicante dice a un audioleso: ‘un non vedente ci sta spiando’ “.