Di recente, il mio amato lettore mp3 Creative Zen è defunto. Non riuscivo più a caricarlo se non inveendo per mezzora armeggiando col cavo usb, e comunque, dopo la corsa sotto la grandine, non si è più acceso. Ho quindi provveduto ad acquistarne uno nuovo, ed essendomi trovato bene con quel lettore ne ho preso la versione nuova, lo Zen Mosaic, e per l’occasione ne ho trovato uno rosa. Rosa! Yuppie! A dire la verità mi piace di meno di quello precedente, per diverse ragioni che sono troppo noiose per scriverle qua, ma comunque il suo porco lavoro lo fa. Ho anche colto l’occasione per rinnovare un pochino il parco musicale presente nel lettore: prima era diviso in tre parti più o meno uguali con musica classica, l’opera omnia di De André e heavy metal, più qualche cosina sparsa. Adesso invece ho eliminato De André (perché in occasione del decennale della sua morte è troppo di moda!), ho rimpolpato la parte di classica e aggiunto alcune cose strane e varie. Io uso il lettore sempre e comunque in modalità shuffle, perché mi piace essere sorpreso e variare (pur se nella poca varietà della mia libraria), e pazienza se questo contrasta con l’intenzione dell’artista: De André avrà fatto un bel po’ di giravolte nella tomba ogni volta che sentivo un solo pezzetto de La buona novella o di Storia di un’impiegato.
Ecco, lo shuffle. Ignoro quale sia l’algoritmo che sceglie i brani, ma sono certo che è bacato poiché, in qualche anno di rilevazioni assolutamente non scientifiche e probabilmente basate su impressioni fallaci, ho rilevato che:
- le ultime canzoni inserite vengono fuori con maggiore probabilità (il che, a dire il vero, mi sta anche bene: se le ho aggiunte, mi garba che spuntino fuori)
- i brani vanno spesso “in branco”: cioè capita molto di frequente che capitino due, tre o più canzoni dello stesso autore o dello stesso genere a breve distanza. Si noti che questa è una cosa diversa dal fenomeno “Ehi, questa canzone l’ho sentita poco fa!” che capita abbastanza di frequente per semplici leggi probabilistiche (è una versione del paradosso del compleanno, Codogno ci ha fatto qualche conto sopra se vi interessa). Stamane, ad esempio, mentre inveivo contro la neve, ho sentito due volte nell’arco di un quarto d’ora la soundtrack dei titoli di testa di Arancia Meccanica. Invece, per dire, nella vecchia versione del lettore mi è capitato di sentire 8 canzoni di seguito di De André, il che, essendoci un brano su 3 del suddetto autore, dovrebbe capitare una volta su 6500. (Ok, in realtà potrebbe essere sempre il paradosso del compleanno, ma la mia impressione istintiva è che il fenomeno sia più marcato nel senso che dico io).
- Al mio lettore piaccono i Rolling Stones. Su circa 700 canzoni, ce ne sono soltanto tre del dinamico complessino (Ruby Tuesday, Paint it black e Satisfaction), ma capitano con una frequenza paurosa, e in un paio di occasioni anche con la doppietta.
- Nel percorso che faccio di corsa ad Alassio, nella frazione di Vegliasco, nel pezzetto che io mentalmente chiamo “la grande ansa” (per chi è della zona: quando inizia la discesa dopo il bivio per Madonna della Guardia, poco prima del punto panoramico. Oh, insomma, qui), mentre lo percorro in salita, arriva quasi sempre un pezzo di Vivaldi. La cosa è talmente sorprendente che ogni volta ci faccio caso.
- Infine, come regola generale, se hai voglia di sentire qualcosa in particolare (non dico un pezzo specifico o un autore, ma magari “qualcosa di brioso per accompagnarmi nello sprint finale” o “qualcosa di calmo per rilassarmi”), il lettore non lo proporrà, nemmeno andando avanti per diversi brani. Da questo si deduce che la malvagità è il vero seme randomizzatore dello shuffle.
– Ma… tutto questo non ha senso!
– Sì, in effetti. Torniamo a parlare di colmi, va’…