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Palla bufalo

Tutti abbiamo dei giuochi d’infanzia “da cortile” che ci hanno intrattenuto e ricordiamo con piacere: Strega comanda colore, Fulmine, Un due tre stella, Ce l’hai e così via. Probabilmente ognuno ha le sue varianti di nome e di regole; ad esempio io giocavo a una versione di Un due tre stella chiamata L’orologio di Milano fa tic-tac, versione identica in tutti gli aspetti tranne che nelle parole recitate da chi “sta sotto”. Oppure, in quel grande classico che è nascondino, secondo qualcuno era necessario toccare le persone scoperte nel nascondiglio, per altri era sufficiente vederle [1]. In ogni caso, sono giochi che in qualche modo si riscoprono un po’ ovunque.

Eppure esiste un gioco che non ho mai trovato da nessun altra parte se non a Sassello quand’ero piccolo. Google lo ignora[2], e si chiama Palla Bufalo. Eccone in breve le regole: serve una palla. Un tizio “sta sotto” (chiamiamolo, per brevità, “lo stronzo”); si inizia con tutti i giuocatori accanto allo stronzo, che lancia la palla in alto più forte che può. Al lancio della palla, tutti scappano in tutte le direzioni finché lo stronzo non riprende la palla. Quest’ultimo allora grida “Bufalo!” e tutti si fermano. Lo stronzo allora ha facoltà, dal luogo in cui si trova, di fare tre passi in direzione del non-stronzo più vicino (o anche il più lontano, se è davvero così stronzo) e cercare di colpirlo con la palla. La vittima designata può provare a schivare la palla, senza però muovere i piedi. Se viene colpita, essa diviene il nuovo stronzo, altrimenti lo stronzo rimane tale e si riparte. [3]

Non ho mai capito perché questo gioco si chiamasse Palla Bufalo, e non ricordo nemmeno chi, nella compagnia, l’avesse introdotto, se non addirittura inventato (cosa che giustificherebbe la non-esistenza di Palla Bufalo nel mondo). Ma temo che questa mia curiosità rimarrà senza risposta.

[1] Nella versione di nascondino che giocavamo a Sassello, c’era una regola speciale: “Non vale nascondersi a casa di Daniele”. La casa di Daniele, rimasta in costruzione per diversi anni (probabilmente per qualche sorta di abuso edilizio) era un nascondiglio troppo sleale per la combinazione di ottima visibilità nel nascondente e ricchezza di pertugi dove celarsi, e quindi venne proibito. Non ve ne frega niente? Pazienza.

[2] Se non in un altro articolo a tema simile di questo stesso sito, quindi non conta.

[3] Inutile dire che è facilissimo barare, basta lanciare la palla con poca forza in modo che venga raccolta rapidamente, e poi mirare ai piedi della vittima invece che al corpo, giacché i piedi non possono essere mossi. Ma gli stupidi bambini preferiscono divertirsi invece che cercare di vincere.

44 Comments »

  1.  MonsterID Icon

    Sai che hai riportato alla memoria un gioco che anch’io facevo da bambino?? Non era solo a Sassello… Mal che vada anche ad Albareto! :-)

    Comment di Botty • 11 Febbraio 2009 16:06

  2.  MonsterID Icon

    Io non giocavo a niente del genere, però mi sembra fico. Ci giochiamo quando mi venite a trovare? Lo stronzo è Botty.

    Comment di serir • 11 Febbraio 2009 17:06

  3.  MonsterID Icon

    Botty: interessante. Ma il tuo giuoco come si chiamava? “Lanciamo la palla in aria e poi ci becchiamo”?

    Serir: senz’altro. Polpettone Multicolor e Palla Bufalo. La gita è già mezza organizzata.

    Comment di xx • 11 Febbraio 2009 17:43

  4.  MonsterID Icon

    Ricordo un gioco del genere pure io, ma mi sfugge il nome (che certo non era palla bufalo). Un due tre stella è sempre stato l’orologio di Milano anche per me, mentre da noi nascondino si giocava che chi veniva scoperto al nascondiglio era preso senza necessità di essere toccato, e diventava un cercatore pure lui. Se qualcuno riusciva a sgattaiolare dal nascondiglio e raggiungere il posto dove chi stava sotto aveva contato, poteva -toccando- gridare “tana per me” ed essere salvo (se non veniva visto ovviam.).
    Cosa non difficile se si giocava in spazi ampi, ma -appunto- i bambini sono stupidi.
    A Rialzo ci giocavate?

    Comment di mauz • 11 Febbraio 2009 18:49

  5.  MonsterID Icon

    Ahime`, neanche io ricordo il nome del gioco. Un due tre stella ci ho giocato l’ultima volta la settimana scorsa in ufficio prima di andare a mensa! :-)
    Per il nascondino da me si giocava che il cercatore restava unico, anche quando trovava gli altri. Il primo trovato (senza necessita` di tocco) era quello che diventava cercatore nella mano successiva, a meno che l’ultimo nascosto non riuscisse a raggiungere il posto della conta e gridare “liberi me (non “tana, NdBotty) e liberi tutti!”. In quel caso il cercatore tornava sotto.
    Rialzo potrebbe essere quello che da noi si chiamava “alto e basso”?
    Mi presto volentieri al giochino. Possiamo cambiare il nome da stronzo a merda? E` una sottigliezza, ma mi ci troverei meglio… ;-)
    Allora quando si va?

    Comment di Botty • 11 Febbraio 2009 19:24

  6.  MonsterID Icon

    Va bene, la merda è Botty.

    Comment di serir • 11 Febbraio 2009 20:25

  7.  MonsterID Icon

    Io ho rimosso tutto. Credo sia per diversi motivi che sarebbe tedioso elencare qua, ma il principale era questo: IO ERO GRASSA COME UNA SALSICCIA e tutti i giochi di movimento mi creavano frustrazioni tremende. Ho odiato guardie e ladri, mi sono umiliata a fragola banana albicocca (il salto della corda, per chi non lo sapesse) e sono rotolata sul pampano (la settimana). A palla bufalo ero sicuramente lo stronzo più vicino che veniva colpito a mazzate, per cui, saggiamente, ho rimosso.

    Comment di tua sorella • 11 Febbraio 2009 22:36

  8.  MonsterID Icon

    Merda è un altro gioco però!
    Fulmine non mi ricordo come funzionava, più che altro in cosa differisse da “ce l’hai”, hints?

    Comment di mauz • 12 Febbraio 2009 11:51

  9.  MonsterID Icon

    Merda e` un gioco di carte, per come lo ricordo io.

    Fulmine era tipo ce l’hai, ma chi veniva toccato dal fulmine doveva fermarsi sul posto (solitamente a braccia a perte e gambe divaricate) e poteva essere “liberato” dagli altri giocatori ancora in corsa tramite il tocco della mano o (versione piu` impegnativa) quando questi riuscivano a passargli sotto le gambe). Ehi, potremmo giocare anche a questo, quando andiamo a trovare Serir!!

    Comment di Botty • 12 Febbraio 2009 13:03

  10.  MonsterID Icon

    Fermi tutti.

    Da piccolo, all’Istituto per l’Energia Fotoatomica e la Focaccia in cui passavo l’estate (nel Kyushu, di fianco a Chiavari) la Palla Bufalo si giocava eccome. In effetti anche io avevo il problema dell’essere salsicciforme – e infatti mi toccava sempre pilotare il terzo robot, quello lento ma potente che però è sempre il primo a essere preso a missilate – e preferivo altri giochi… ma la Palla Bufalo è un virus ctonio che cercava di conquistare il mondo già da allora!

    Comment di Calogero Kabuto • 12 Febbraio 2009 15:28

  11.  MonsterID Icon

    Confermo, il giuoco si giocava anche tra bambini villeggianti e residenti nelle ridenti campagne in provincia di SP. Pero’ non aveva un nome preciso. O forse si’? Palla Diaz? Mumble…

    Comment di MCP • 12 Febbraio 2009 23:36

  12.  MonsterID Icon

    Sai che mi e` venuto inmente che forse da me si chiamava “bestia”?

    Comment di Botty • 13 Febbraio 2009 10:38

  13.  MonsterID Icon

    mauz 4: a Rialzo c’ho giocato poco, per qualche strana ragione. Aveva qualcosa per la quale non lo trovavo divertente.

    Botty 5: sì, il mio regolamento per il nascondino era lo stesso. Inoltre quello che stava sotto contava fino a 10*n +11, dove n è il numero di giocatori. Se si è in 7, si conta fino a 81.
    E non dimentichiamo quelli che facevano il blitz, cioè stavano immediatamente dietro al tipo che contava e appena aveva finito, si liberava immediatamente.

    Serir 6: non possiamo fare che è tutti e due?

    Comment di xx • 13 Febbraio 2009 11:23

  14.  MonsterID Icon

    @botty: sì merda è un giuoco di carte, se di giuoco si può parlare. E grazie per avermi rinfrescato la memoria su fulmine. :)

    @xx: Probabilmente non trovavi divertente rialzo perché effettivamente non lo era (e credo non lo sia tutt’ora, eventualmente dedicategli una mezz’oretta quando andate a trovare Serir, poi fateci sapere). Oppure a Sassello non c’erano sufficienti dislivelli per giocare adeguatamente.
    Noto che c’era un approccio molto informatico alla conta, noi ci limitavamo a decidere la cifra da contare in base a quanto volevamo rompere i maroni a quello che stava sotto.

    Comment di mauz • 13 Febbraio 2009 11:30

  15.  MonsterID Icon

    No, no! La conta e` precisa e rigorosa!! :-) (anche da me era la stessa, ma d’altra parte, Albareto e Sassello non sono poi cosi` lontani… )

    Per quelli che facevano i blitz nutrivo la stessa simpatia che ho oggi per i camper nei FPS (tra l’altro penso siano le stesse persone che, cresciute, non hanno mutato il loro grado di apprezzabilita`…)

    Comment di Botty • 13 Febbraio 2009 12:14

  16.  MonsterID Icon

    Mia sorella 7: non confondere, lo stronzo era quello che mazzulava, non il mazzulato. Un applauso a fragola, banana, albicocca che avevo rimosso.

    Botty 9: sì, anche noi avevamo i due livelli di difficoltà! Mi manca però una cosa: quando finiva Fulmine? C’era un vincitore?

    Comment di xx • 13 Febbraio 2009 12:36

  17.  MonsterID Icon

    Xx13: ok!

    Botty15: che è/sono il/i/lo/gli FPS?

    Sua sorella7, Xx16: a roma era fragola banana susina albicocca pesca kiwi mandarino e poi non lo so perché mi rompevo i marroni e andavo a picchiare mia sorella.

    Comment di serir • 13 Febbraio 2009 12:48

  18.  MonsterID Icon

    E per qualche remota ragione susina veniva pronunciato “süziiiiiina”, o forse era solo mia cugina che diceva così e io copiavo (anche perché non è un gioco macho e quindi con i bambini maschi nemmeno lo nominavo)

    Comment di serir • 13 Febbraio 2009 12:52

  19.  MonsterID Icon

    Serir 17: First Person Shooter (Quake, Doom, Unreal, Duke Nukem). Il camper (perche` arriverebbe la domanda su cosa c’entrano i camper) e` in buona sostanza un cecchino, ma il cecchino vero si chiama ‘sniper’, il camper e` uno che sta nascosto tutto il tempo col fucile di precisione e ammazza gli altri che in realta` giocano piu` ‘normalmente’ girando per lo scenario.

    Sua sorella, XX, Serir: mai saltato la corda associandola a dei frutti… Come funzionava? Ogni volta che saltavi c’era un frutto?

    XX: si`, il prenditore vinceva quando aveva paralizzato tutti gli altri giocatori. Ce l’hai, invece, e` virtualmente infinito.

    Comment di Botty • 13 Febbraio 2009 13:21

  20.  MonsterID Icon

    Botty: esattamente. Se ti incespugliavi con la corda dovevi ricominciare da capo e se non ti veniva in mente il frutto prima del giro completo ti dovevi fermare e ricominciare.
    Riguardo a FPS, camper, sniper, skipper, cruncher, sgultish, tonziball, se ti dicessi che ho capito sarei veramente falso.
    Ma fa nulla, amici come prima.

    Comment di serir • 13 Febbraio 2009 14:30

  21.  MonsterID Icon

    Serir: fa nulla, e` roba da gente malata! Quelli normali e` normale che non capiscano!

    Comment di Botty • 13 Febbraio 2009 15:34

  22.  MonsterID Icon

    Botty: a questo punto non posso che osservare: “ma quanto bello era fare a fettine un camper col gauntlet?”

    Comment di Joril • 13 Febbraio 2009 22:07

  23.  MonsterID Icon

    Eeeh… i piccoli grandi piaceri della vita!!!

    Comment di Botty • 14 Febbraio 2009 15:56

  24.  MonsterID Icon

    Il gioco schizofrenico è già stato passato in rivista? e push push?

    Comment di mamma • 14 Febbraio 2009 18:22

  25.  MonsterID Icon

    Questa palla bufalo mi sembra la versione ridotta di palla lioliolà (o probabilmente palla lì-o-lì-o-là), che era un gioco piuttosto complicato che facevamo da bambini. Provo a spiegarlo: chi stava sotto pensava a una cosa; gli altri bambini ricevevano a turno la palla da chi stava sotto e facevano una domanda (è un fiore? è blu? lo tieni in cucina? ecc.) per capire quale era la cosa in questione, poi rilanciavano la palla a chi stava sotto che rispondeva; quando finalmente qualcuno indovinava, chi stava sotto lanciava la palla in aria urlando “palla lioliolà” e scappava e chi aveva indovinato doveva riprendere la palla, dire stop, tre passi, ecc.
    Chiaro?

    Comment di friz • 15 Febbraio 2009 12:31

  26.  MonsterID Icon

    Serir & mia sorella: io a fragola banana albicocca non ci giocavo perché è un gioco da femmine. E perché non ci sono frutti rosa.

    Botty: per me il camper è quello di Paolo Bitta. Anzi, andremo a trovare Serir in camper. Guida Chicca.

    Friz: sì, credo di aver capito. Un giuoco che allena il corpo e la mente.

    Mia mamma: la pallina schizofrenica è già stata trattata qui. Il push-push è roba più complessa, ma prima o poi arriverà.

    Comment di xx • 16 Febbraio 2009 12:10

  27.  MonsterID Icon

    Xx: anche il rosa è un colore da femmine, eppure ne sei pervaso. Fragola albicocca non è da femmine o maschi, è da gente estremamente atletica e aitante. Poi se chi ci giocava da grande vive all’insegna del simbolo arcobaleno è una pura causalità…!!!!

    Comment di serir • 16 Febbraio 2009 13:07

  28.  MonsterID Icon

    Certo, è un esempio di Post hoc, ergo propter hoc. Il rosa è un colore virile, e mi batterò perché tutti i pregiudizi su di esso siano annientati.

    Comment di xx • 16 Febbraio 2009 14:50

  29.  MonsterID Icon

    io e un mio compagno delle medie avevamo inventato un gioco chiamato Palla Culo

    Comment di golosino • 16 Febbraio 2009 16:10

  30.  MonsterID Icon

    Mi pare che l’avessi già citato altrove, ma non ci hai ancora parlato delle regole di Palla Culo. Su, pendiamo dalle tue labbra!

    Comment di xx • 16 Febbraio 2009 16:38

  31.  MonsterID Icon

    Cavolo, mi sono perso un post e relativa discussione coi fiocchi. Devo smetterla di lavorare!

    Comment di kotekino • 16 Febbraio 2009 20:37

  32.  MonsterID Icon

    fondamnetalmente si giocava all’interno di uno stanzone con una pallina rimbalzina che andava mandata nella porta di un avversario (una sedia) e ognuno doveva rimanere nella propria metà campo. il divertimento era assicurato dalle traiettorie pazzerelle della palla.

    Comment di golosino • 17 Febbraio 2009 10:49

  33.  MonsterID Icon

    Kotekino: sei ancora in tempo. Aspettiamo i tuoi input su Fulmine e Strega Comanda Colore.

    Golosino: e il culo suppongo nascesse dal fatto che vinceva chi ne ha di più. O forse solo perché è buffo dire “palla culo”.

    Comment di xx • 17 Febbraio 2009 11:33

  34.  MonsterID Icon

    xx: entrambe le cose, invero.
    spero un giorno di riuscire a rendere Palla Culo disciplina olimpica. se ce l’ha fatta il carving…

    Comment di golosino • 18 Febbraio 2009 10:26

  35.  MonsterID Icon

    Il curling, suppongo. Ma se ci sarà un solo posto e Palla Culo dovrà lottare contro il Tennis Garden, la tua creatura perderà.

    Comment di xx • 18 Febbraio 2009 14:43

  36.  MonsterID Icon

    “palla stop”

    un po’ in tutto il bolognese….

    Comment di paolo • 7 Aprile 2009 14:50

  37.  MonsterID Icon

    Vuoi dire che “palla stop” ha le stesse regole di Palla Bufalo? Ma il nome è molto meno buffo…

    Comment di xx • 7 Aprile 2009 14:52

  38.  MonsterID Icon

    E si` che in quel di Bologna ci si aspetterebbe un po’ di gaudenza, anche verbale… ;-)

    Comment di Botty • 7 Aprile 2009 15:17

  39.  MonsterID Icon

    Come già ebbi modo di raccontare, nel mio quartiere (e precisamente di fronte al mio palazzo) durante la mia infanzia era presente un bar che conteneva una vera e propria sala giochi con almeno una decina di coin-op aggiornati continuamente. Questo da prima che la maggior parte dei ragazzini del vicinato riuscisse a muoversi autonomamente. Ciò ha reso molto meno attraenti i giochi di cortile. Ricordo che ci si provava ogni tanto, ma dopo non più di un quarto d’ora ci si stufava e si migrava in massa di fronte agli schermi luccicanti della gioia. Probabilmente c’era di mezzo un ammonimento genitoriale a non stare tutto il giorno chiusi in un bar a giocare ai videogiochi. Facevamo così il nostro quarto d’ora istituzionale di “giochi sani” e poi andavamo a divertirci sul serio.

    Comment di Kumagoro • 7 Aprile 2009 16:02

  40.  MonsterID Icon

    Io mi picco di essermi divertito coi giuochi all’aperto (magari non palla bufalo, o almeno non dopo i primi dieci minuti, ma con altri sì), ma è vero che nelle estati sassellesi si aspettavano con ansia i giorni di brutto tempo, perché le regole volevano che si potesse stare in casa a giocare col computer solo quando fuori faceva brutto. Era sufficiente che fosse nuvoloso, non che diluviasse.
    Curiosamente, invece, stare in casa a giocare a Monopoli era permesso anche nei giorni soleggiati.

    Comment di xx • 8 Aprile 2009 16:58

  41.  MonsterID Icon

    Monopoli apre la mente e insegna un mestiere.

    Comment di Kumagoro • 8 Aprile 2009 17:15

  42.  MonsterID Icon

    Il mestiere di muovere un fungo senza passare per il via?

    Comment di serirt • 8 Aprile 2009 22:29

  43.  MonsterID Icon

    E di far passare un fiasco di vino da un vicolo all’altro. Sono metafore importanti nella vita.

    Comment di Kumagoro • 9 Aprile 2009 21:32

  44.  MonsterID Icon

    Io ho sempre usato il cactus.

    Comment di xx • 16 Aprile 2009 09:53

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