xxmiglia.com's
uFAQ
Scrivermi?
Categorie
Ricerca

Per i ritardatari
Mi do da fare
Sono alla moda e tuitto
Annecy 2011 parte III: Cosa c’era da vedere (cortometraggi in concorso)

Ed eccoci al piatto forte di ogni festival che si rispetti, i cortometraggi. Una piccola invettiva & lamentazione: ci hanno tolto la nostra amatissima proiezione dei corti in concorso alle 21 in Grande Salle, spostando la proiezione principale alle 18, e anticipando quella successiva alle 20.30. Siccome i corti in concorso, che spesso hanno il regista in sala, finiscono per durare un po’ più a lungo, ecco che le nostre cene si sono progressivamente ridotte.

Ma ecco cosa mi ha colpito, nel bene e nel male, in ordine alfabetico:

A Lost and Found Box of Human Sensation (Martin Wallner, Stefan Leuchtenberg, Germania)
Il mio vincitore di quest’anno. E’ una dolorosa e spietataa autoanalisi di una persona che ha subito un lutto. Non so se si autobiografico di uno degli autori, ma credo di sì, perché suona molto sincero e con un che di terapeutico. Mi ha colpito molto, come dicevo, ma probabilmente solo a me.

A Morning Stroll (Grant Orchard, UK)
Una storia raccontata in modo simile in modalità 1959, 2009 e 2059, in un crescendo di senso dell’assurdo. Nel 1959 la gente è gentile e in bianco e nero, nel 2009 è a colori e ascolta gli iPod, nel 2059 ci sono gli zombi e i fiori giganti, e siccome ci sono gli zombi lo devo citare. Ha vinto il premio Jeunesse.

Big Bang Big Boom (BLU, Italia)
Toh, un italiano, l’unicissimo italiano selezionato, vince un premio ad Annecy! Nello specifico, il Premio Speciale della Giuria (il secondo posto, insomma). A me il primo corto di BLU stava sui marroni, non amo i graffiti come espressione artistica e il suo corto mi era parso comunque molto inconcludente: c’è l’idea di animare i graffiti, appunto, e basta, poi procede a casaccio. Qua c’è un filo conduttore più netto e qualche idea in più, ma ho visto di molto meglio.

Chroniques de la poisse (Osman Cerfon, France)
Candidato alla Ghisa di Annecy (il corto che verrà ricordato e non è molesto, pur non avendo alcuna possibilità di vincere), invece un premietto se l’è preso, quello Canal+ che poi sono anche soldini. Un pesce antropomorfo, quando gli vengono fatti dei torti, emette bolle di infelicità che causano un sacco di disgrazie. E’ divertente però soprattutto perché parla male degli scout.

Conto do vento (Claudio Joardao, Nelson Martina, Portogallo)
Due genovesi in sala si son persi un buon minuto di questo corto perché ridevano come degli scemi dopo la prima frase: “U ventu è lo shpiritu du tempo” pronunziata con perfetto accento zenese. E comunque tra i vari portoghesi in concorso questo era il migliore: un disegno aspro per una storia di streghe e superstizione.

Kamene (Katarina Kerekosova, Ivana Šebestova, Slovacchia)
Kamene, ovvero la versione a pupazzi di Dancers in the dark in una cava di pietra. Un musical, quindi, su una storia tragica di uomini rudi, donne disperate, tradimenti e omicidi su uno sfondo aspro e più grigio che mai. A me è piaciuto molto, ma è piaciuto solo a me (e ai selezionatori dei corti, suppongo). La cantante sembra la stessa di Jonah/Tomberry di Rosto.

La Détente (Pierre Ducos, Bertrand Bey, Francia)
Un altro dei miei vincitori personali, forse perché tocca uno dei miei grandi pallini (la I guerra mondiale). Un soldato in trincea, per sfuggire all’inferno che lo circonda, trasfigura nella sua immaginazione il campo di battaglia in una sorta di luna park. Ma l’orrore è talmente grande che nemmeno la sua mente riuscirà a scappare.

Luminaris (Juan Pablo Zaramella, Argentina)
Meritatissimo vincitore del premio del pubblico e del premio FIPRESCI (giornalisti), Luminaris è una pixilation come si deve, fluida pur essendo surreale, per una storia ricca di gag e a modo suo anche tenera e commovente. Una menzione speciale al capufficio ciccione che si arrabbia.

Maska (Timothy Quay, Stephen Quay, Polonia)
Il corto polacco delle barzellette. Lunghissimo, a pupazzi, con colonna sonora stridente (gneeek! gneeek!), storia – pare – assurda e addirittura già vista. Dico “pare” perché mezza sala ha lasciato il cinema prima che iniziasse, e io stesso mi sono arreso dopo pochi minuti. Un po’ me ne pento, ma ci avevo fame e Maska era troppo. Incredibilmente, ha vinto il premio per le musiche, ma per me è il vincitore del “Corto molesto” dell’anno.

Millhaven (Bartek Kulas, Polonia)
Ho un piccolo pallino per Murder Ballads di Nick Cave & the bad seeds, quindi quando ho capito, dopo un paio di versi, che si trattava di una messa in scena ricantando The curse of Millhaven a mo’ di filastrocca, sono andato in sollucchero. Solo io in tutta la sala, temo. :)

Paths Of Hate (Damian Nenow, Polonia)
Bellissimo, Paths of Hate. Ovazione del pubblico e certezza di un premio, che però è arrivato solo in qualità di Menzione Speciale (terzo premio). Meritava di più, ma non passerà indimenticato. Paths of Hate è un funambolico scontro tra due aerei durante la Seconda Guerra Mondiale, durante il quale i due piloti perderanno progressivamente tutto ciò di umano che hanno, fino a sublimare nel finale. Non ci sono parole per descrivere la quantità di idee di regia e di animazione che ci sono in questi pochi minuti. Va proprio visto.

Pixels (Patrick Jean, Francia)
L’inaspettato Cristallo di Annecy per i cortometraggi gira da un paio d’anni per internet e l’abbiamo visto tutti. Potrebbe anche essere finito sulla colonnina infame di Repubblica.it tra lo scoiattolo che sbadiglia e le chiappe di Pippa. Per carità, è divertente e ben fatto (e la scena del tetris è davvero geniale), ma di lì a essere un primo premio ce ne passa, visto che di roba bella ce n’era non poca quest’anno. Un po’ di delusione, quindi.

Sudd (Erik Roselund, Svezia)
Primissimo corto visto quest’anno, è una produzione quasi tutta dal vivo in un bellissimo e suggestivo bianco e nero con qualche incursione di animazione tradizionale. Lo si può definire come Take on me che incontra un film di zombi. L’attrice è enorme e graziosissima e a me i film di zombi piacciono un sacco quindi me lo sono goduto un sacco.

Świteź (Kamil Polak, Polonia, Francia, Danimarca, Canada, Svizzera)
Rapida citazione per Świteź perché ha vinto un premio come opera prima e perché è visiviamente molto interessante, riprendendo l’estetica bizantina per narrare di una città perduta (in modo piuttosto confuso, va detto).

The Monster of Nix (Rosto, Olanda, Francia, Belgio)
Si tratta del corto che più attendevo e che più mi ha deluso. Dopo anni passati a rivedere Jonah/Tomberry ed amarlo sempre di più a ogni visione, attendevo Rosto alla prova della maturità. E, ahimé, The Monster of Nix non è male, ma è troppo lungo, a tratti addirittura banale (belin, in certi punti è esattamente La Storia Infinita!) e, sebbene riprenda l’estetica dei corti precedenti nella saga e la loro potenza e visionarietà, non aggiunge moltissimo. Forse rivedendolo lo apprezzerò di più, ma non ne sono certo…

Viagem a Cabo Verde (José Miguel Ribeiro, Portogallo)
Molto attesa questa prova di Ribeiro, celebre autore di A suspeita, ma alla fine non ha colpito moltissimo. Lo spunto è interessante: l’autore decide di mollare tutto, lasciare orologio e cellulare a casa e viaggiare per qualche tempo nelle isole di Capo Verde, riscoprendo il ritmo della natura, del proprio corpo e facendo conoscenze tra la gente del luogo. Eppure, forse perché non sappiamo l’origine del disagio dell’autore, manca qualcosa e tutto sembra un po’ troppo fine a se stesso, quasi un esperimento sociologico.

15 Comments »

  1.  MonsterID Icon

    Mah, a parte Kamene direi che condivido i tuoi giudizi. Quello sull’elaborazione del lutto e` piaciuto m,olto anche a me, non sei il solo.
    Quello di Rosto lo trovo, facendo un po’ di psicologia spicciola, una conseguenza di uno status un po’ piu` ‘rilassato’ della sua esistenza… Ha fatto un figlio, e` “diventato un ometto” e non e` piu` cosi` “tormentato” come ai tempi di Jona/Tomberry… temop che quella produzione sia finita…

    The Curse of Millhaven ha avuto il tremendo svantaggio di avere la metrica stuprata dalla traduzione in polacco, che IMHO, ha limitato un po’ la godibilita` dell’opera (comunque validissima, eh!)

    Peccato davvero per la scelta della giuria che, forse per eccesso di zelo della Pessoa e della Korejivo, non ha voluto premiare film portoghesi o polacchi che avrebbero meritato ben piu` di Pixels.

    Ah, Blu ha rotto il cazzo.

    Comment di Botty • 21 Giugno 2011 10:28

  2.  MonsterID Icon

    Aggiungo che in verita’ l’unico vero conflitto di interessi era sul genovese portoghese “Corto do Vento” che e’ prodotto dalla Filmografo, casa di produzione di Abi Feijo, marito di una delle due giurate.

    E vorrei aggiungere una piccola menzione allo svizzero “Schlaf” di Claudius Gentinetta con la colonna sonora di Otto Alder: un’idea e una realizzazione molto semplici ma portati avanti con coerenza. Si puo’ fare buona animazione anche con un foglio nero, una matita bianca e un compagno di camera che russa.

    Comment di paolo • 21 Giugno 2011 10:49

  3.  MonsterID Icon

    Sono troppo lunghi o ci starebbe una serata con il meglio di?

    Comment di Ba • 21 Giugno 2011 11:10

  4.  MonsterID Icon

    Temo che il problema, piu` della lunghezza, sia la difficilissima reperibilita`… :(

    Comment di Botty • 21 Giugno 2011 11:43

  5.  MonsterID Icon

    Io ho il dvd di Sudd e un dvd di nuovi film tedeschi contenenti il corto tedesco che e’ tanto piaciuto a Botty e xx (io ci ho dormito, ma posso riguardarlo)
    Pixels si trova in internet, come ha scritto il nostro xx
    per gli altri, secondo me se sichiede al regista si puo’ avere un dvd

    Comment di paolo • 21 Giugno 2011 11:59

  6.  MonsterID Icon

    E zaramella ha un suo canale vimeo dove mette i suoi film:

    http://vimeo.com/user3708846

    Comment di paolo • 21 Giugno 2011 13:36

  7.  MonsterID Icon

    Ah, vedi, quella del canale di Zaramella non la sapevo, grazie! :)

    Comment di Botty • 21 Giugno 2011 14:00

  8.  MonsterID Icon

    E c’e’ anche il corto che ha fatto l’anno scorso ad Annecy: 3 ore per girarlo e 7 per montarlo
    ça va sans dire che ho anche il dvd di zaramella con i suoi film fino a “en la opera”…

    Comment di paolo • 21 Giugno 2011 14:15

  9.  MonsterID Icon

    Zaramella mi fa pensare a salamella.
    la salamella è buona.
    Indi per cui voglio bene a Zaramella

    Comment di golosino • 23 Giugno 2011 17:10

  10.  MonsterID Icon

    e si pronuncia “zaramegia”

    Comment di paolo • 24 Giugno 2011 09:54

  11.  MonsterID Icon

    ma quindi Gargamella dei Puffi si pronuncia Gargamegia?

    Comment di golosino • 24 Giugno 2011 12:59

  12.  MonsterID Icon

    nella versione argentina, si’

    Comment di paolo • 24 Giugno 2011 15:25

  13.  MonsterID Icon

    @luca:
    concordo piu’ o meno su tutto, tranne su “a lost and found box of human sensation”: l’ho trovato troppo naif a livello emotivo. non ricordo chi disse: “il fatto che ci soffri non basta a girarci un film”. ho cercato su google chi fosse, non l’ho trovato ma ho scoperto l’esistenza dell’emetofobia (http://it.wikipedia.org/wiki/Emetofobia)!

    la detente non l’avevo capito: letto cosi’ ha senso e lo rivaluto

    @botty 1: non conoscevo la canzone di cave, dopo averla cercata su youtube trovo “la metrica stuprata dalla traduzione in polacco” molto piu’ godibile… se sbaglio mi corrigerete :P

    Comment di spH • 24 Giugno 2011 20:42

  14.  MonsterID Icon

    Capisco che Nick Cave e’ un grande poeta al pari di William Shakespeare o Samuel Taylor Coleridge, ma da li’ a considerare la sua metrica “stuprata” dalla traduzione in un’altra lingua, beh, ecco, andiamoci piano…

    Comment di paolo • 27 Giugno 2011 10:35

  15.  MonsterID Icon

    Beh, se senti l’originale, la traduzione purtroppo ha fatto scempio della metrica (come comunque quasi sempre succede quando traduci opere in rima).

    Se violentassero Mariangela Fantozzi sarebbe comunque stupro, anche se lei non e` una bella figa… Io lo intendevo in questo senso ;-)

    Comment di Botty • 7 Luglio 2011 16:50

Leave a comment

You must be logged in to post a comment.