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Bagni “Da Licurgo”

Ai miei tempi andare al mare per tre mesi era considerata una cosa assolutamente normale. Uno dei privilegi di vivere in una località balneare come Alassio era che i bambini si facevano praticamente tutta la stagione estiva al mare; d’altronde, molti di essi non andavano da nessun’altra parte perché i genitori in estate lavoravano, e più avanti molti dei ragazzi stessi "facevano la stagione" lavorando sodo.
La stagione balneare iniziava a giugno, ancora prima che terminasse la scuola. I bambini più sfortunati avevano la mamma attaccata al vecchio detto per il quale "non si fa il bagno prima di San Giovanni", e quindi fino al 24 giugno dovevano stare sulla riva a schiattare di caldo guardando gli amici sguazzare felici. Aggiungerò con un tocco di malizia che ancora a diciott’anni un mio compagno di classe del liceo era costretto ad osservare quest’assurda regola.
Eppure, rispetto alle spiagge di oggi, l’approccio verso il bagnante da parte dei tenutari degli stabilimenti era assai differente. Forse la mia spiaggia, i bagni Europa Concordia Beach (sic. Si trattava dei bagni privati dell’albergo omonimo di Alassio, con appendice pubblica), era particolarmente arcigna, ma andando nelle spiagge organizzate di oggi io rimango basito dalla differenza. Innanzitutto il bagnino D. aveva una certa passione per i bicchierini di bianco, e quindi quando c’era necessità di lui si sapeva che probabilmente bisognava andarlo a scovare al bar. Penso proprio che Sant’Antonio abbia posato la sua mano benedicente sulla spalla di quell’uomo per decenni, dato che D. ha avuto la fortuna che non sia mai successo nulla quando lui non c’era o non era in condizioni di intervenire. Pensando ai baywatch di oggi che sono obbligati a scrutare il mare dal seggiolone innalzato per dodici ore al giorni mi viene da ridere. Le cabine (rigorosamente condivise) sono state le stesse per vent’anni, raramente riverniciate e sempre con le serrature un po’ difettose. Cambiandosi il costume bisognava sempre stare attenti all’ingresso precipitoso di qualche coinquilino distratto. Le sdraio erano del vecchio modello: di legno, si sprofondava in un tessuto rigorosamente sintetico facendosi anche un po’ male alle giunture. Quando le spiagge vicine hanno iniziato a dotarsi di lettini il nostro bagnino ha resistito eroicamente, e credo che tuttora sia sprovvisto di attrezzatura più comoda per prendere il sole. Le docce erano rigorosamente di acqua gelida, mica come i giovani d’oggi che hanno l’acqua calda al mare. In realtà mi chiedo tuttora come fosse possibile che ad agosto l’acqua corrente fosse di una temperatura così rigida. Suppongo che venisse da un freezer e fosse un trucco per risparmiare acqua, giacché questa era l’ossessione di Marta.
Marta era la madre del bagnino, una vecchietta arcigna il cui compito era stare intorno alle docce per fare sì che non si verificassero sprechi di acqua. Una zia Adelina idrologica, insomma. Ricordo la sua espressione di stupito terrore quella volta che ho provato a portare dei palloncini d’acqua in spiaggia: "Perché vuoi farmi questo?" mi dicevano i suoi occhi vacui. E, soprattutto, la vegliarda verificava che ci si lavasse i piedi una volta sola. Ad Alassio c’è la sabbia molto fine, quindi prima di andarsene dalla spiaggia è obbligatorio sciacquarsi i piedi con l’acqua corrente. Se però per caso capitava di risporcarseli, per distrazione o per andare a prendere un oggetto dimenticato in riva al mare, lei interveniva pronta dicendo "Te li sei già lavati, ora basta", poco importa che fossero sporchi.

Adesso io detesto andare in spiagge organizzate perché ritengo che il mare sia un bene da dover fruire senza pagare. Questa mia convinzione mi porta a grossi problemi ad Alassio poiché le spiagge libere sono dei fazzoletti affollatissimi relegati nelle zone meno pregiate. Ho il sospetto che le cose nelle spiagge organizzate siano leggermente cambiate a causa della concorrenza economica della Grecia, della Spagna e di Sharm El-Sheik. Tuttavia, sono abbastanza convinto che un esercito di novelle Marte spii ancora con apprensione i turisti che fanno docce troppo lunghe, purtroppo senza osare intervenire. I bei tempi sono passati.

Leopardi mi fa una pippa

Prendo una pila di Super Almanacco Paperino e li espongo su una bancarella. Passa uno dei miei lettori.

Passante: Ma perché hai rinnovato il sito? Avevi quattordici lettori e nessuno di essi si era mai lamentato!
Venditore di almanacchi: Eh, ma a me piace cambiare! Ora utilizzo una piattaforma più moderna e diffusa come WordPress. E poi per i lettori è tutto meglio! Hai visto che figata le nuove features. Commenti popup! Ultimi commenti! Si ricorda persino chi eri quando vai a commentare.
Passante: Ma io non ho mai commentato nulla. Già ti faccio il favore di venirti a visitare solo perché ti conosco dal vero, figuriamoci se ho tempo da perdere a scrivere sui Pinguini.
Venditore di almanacchi: Ma non solo. Ho eliminato delle frivolezze inutili, tipo il calendario e gli ultimi post pubblicati che non servivano a nessuno, nonché i link che intanto erano solo tre o quattro.
Passante: Davvero c’erano queste cose? Non le avevo mai notate! Beh, hai fatto bene a toglierle, ma se rimanevano nessuno se ne accorgeva.
Venditore di almanacchi: Ma almeno avrai notato la testata, disegnata da Cementino del Covo degli sbronzi in persona e rovinata manipolandola da me in persona!
Passante: Uh, sì, carino. Covo de che? Però la foto del pinguino mi piaceva di più. Ho visto La marcia dei pinguini e i pinguini son taaaanto teneri!
Venditore di almanacchi: Oh, allora fottiti e torna a leggere Eriadan.

Torno a casa sconsolato senza aver venduto un solo Super Almanacco Paperino. In ogni caso, questo layout non è definitivo e sarà passibile di qualche altra piccola modifica. Se vi va di darmi qualche consiglio e commento, ne sarò lieto. Ma non insultatemi, il mio ego è molto fragile.

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