Il numero uno si crede il capo di tutti, però sotto sotto si rende conto di non contare un granché e reagisce a questo conflitto interiore manifestando molta arroganza. Non è molto amato, ma incute una sorta di superficiale rispetto misto a timore.
Il numero due è una femminuccia giovane, con gli occhiali, intelligente e persino abbastanza carina. Timida, soffre di complessi di inferiorità perché invidia il Signor Uno che secondo lei è superiore, mentre invece è palese che lei sia migliore. Ma lei non ci crede e piange.
Il numero tre, maschio, è un po’ antipatico con la sua fissazione per il misticismo, e raramente fa amicizia con gli altri. Però ha una personalità molto spiccata e non è proprio possibile confonderlo con altri. Indossa spesso un cappello giallo.
Il numero quattro, manco a farlo apposta, è quadrato e precisissimo, e non è simpatico proprio a nessuno. Vota a destra, ha i baffi e i capelli con la brillantina ed è pure un po’ guerrafondaio.
Il numero cinque è una signorina alta e magra, a tratti nervosetta. E’ difficile capirla, ma è capace di dare molto affetto quando si sfondano le barriere che lei stessa ha eretto.
Il numero sei è gay. Lontano dagli stereotipi, è un signore un po’ pelato sulla nuca e sovrappeso che parla in modo sommesso cercando di passare inosservato. Ha le mani molto curate. Inoltre, il numero sei non è un prigioniero, ma un uomo libero.
Il numero sette è un grandissimo rompiballe. Alto, stempiato, con occhiali calcati sul naso: nella comunità dei numeri tutti lo detestano e cercano di evitarlo. Lui non ci fa caso, è troppo preso da se stesso per badare ai giudizi altrui.
Il numero otto, donna, è una matrona grassa e ridanciana. Si veste spesso di verde ed è brava ad ascoltare i problemi della gente e dare i giusti consigli. In realtà lo fa, più che per altruismo, per poter conoscere i fatti altrui.
Il numero nove è un ragazzone rumoroso e sovrappeso, dai capelli corti e gli occhi nocciola. E’ terribilmente permaloso, tanto che prima o poi finisce per litigare con tutti. Ha una brutta cicatrice sul polpaccio destro dovuta ad una caduta nei rovi da piccolo.
Il numero zero non esiste.