Gran Muftì: nome di una coppa gelato al gusto pistacchio e amarena messa in commercio sul finire degli anni ’90 dalla Polacchini Dolciumi di Borgo Gerbillo, paesino dell’Emilia in provincia di Modena. Renato Polacchini, proprietario della ditta, ignorava il fatto che in ambito islamico Gran Muftì è un titolo riservato ad alte autorità religiose.
Nei primi mesi del 2002 il mullah Arkhalabadetelahf, un fondamentalista islamico che andava a funghi dalle parti di Borgo Gerbillo, si imbattè in un bar nel gelato Gran Muftì, e trovò un affronto alla sua religione che un titolo così prestigioso fosse usato come nome per un gelato, per di più al pistacchio, gusto da lui odiato.
Il mullah chiese a Polacchini di cambiare nome al gelato, ma questo si intestardì e si rifiutò di tornare sui suoi passi. Ne nacque una vera e propria guerra santa all’indirizzo di Borgo Gerbillo. Dapprima, fu fatta esplodere un’autobomba davanti alla bottega del macellaio Nino. Poi, un kamikaze si fece saltare in aria nel bel mezzo di un partita alla bocciofila del paese. Infine, la chiesa di San Pasternazio fu interamente ricoperta di Post-It. In seguito a questo ultimo affronto, il parroco don Baleno riuscì a parlare con Polacchini e convincerlo a cambiare nome all’infausto gelato.
Da allora la coppa Gran Muftì ha cambiato nome in Gran Puftì.
Succo di merba: nel 1978 la Danzetti SpA decise di lanciare il succo di frutta alla mela acerba, commercializzandolo come Succo di merba, operando una crasi, o, più in breve, “Merba”. Gli esperti di marketing della Danzetti furono sorpresi dall’insuccesso della Merba, che però regalò molte ore di divertimento a grandi e piccini durante la spesa.
Squalo tornado: razza di squali presente solo a nord dell’isola di Bela Farina, nei Caraibi. All’apparenza si tratta di squali normali, la cui lunghezza difficilmente supera i due metri e mezzo. Tuttavia, benché l’avvenimento non sia mai stato documentato, questi predatori sono famigerati per la loro strategia di attacco a dir poco particolare. Quando in mare scarseggia il cibo, essi infatti si radunano in gruppi da due a sei esemplari, e cominciano a girare in tondo a velocità vorticosa fino a formare una piccola tromba d’aria. A questo punto, essi si lasciano trasportare in aria dal tornado, e quando avvistano una preda su una spiaggia – un cane, un cavallo o magari anche un uomo – si catapultano verso il malcapitato, dilaniandolo al volo. A questo punto, satolli, si lasciano scivolare in mare trascinati dalle onde. Per questo motivo i belafarinesi, quando avvistano una piccola tromba d’aria a largo di una spiaggia, si procurano subito un ombrello per ripararsi dall’attacco degli squali tornado.