Dato che da queste parti si è parlato di recente dei webcomic, non posso non segnalare l’evento organizzato dall’ asscult Soggetti in movimento, dietro la quale si nasconde lastessaquantitàdipopòche una delle commentatrici regolari di questo blog. Si tratta di un evento sui fumetti in generale e sui webcomic in particolare che si svolgerà a Settimo Milanese il 15 marzo 2008. Lo so, è in Padania, ma che ci volete fare… I li dettagli potete trovare in questo maispeis dal color verde pisello di dubbio gusto (un po’ di rosa gli farebbe bene!). Lo so che siete pigri e non ci andrete mai, ma io sono più pigro di voi e non vi dico tutti i dettagli. Vi dirò soltanto, per stimolare la vostra curiosità, che io vi parteciperò in duplice veste: come editore di Proglo e come autore di Quomics che debutterà nell’inedita veste cartacea quando io e AlexKatsura arriveremo forniti di un numero di “Chi” e di un paio di forbici. Quindi, non mancate e già che ci siete comprate i miei volumi!
Io ho un po’ il vizio di farmi gli affari altrui. “Vizio” tra virgolette, perché trovo che sia una delle grandi verità della vita che impicciarsi sia assai divertente, ma non solo: trovo che l’atteggiamento di chi fa una bandiera di “io mi faccio i cazzi miei” sia in qualche modo stigmatizzabile perché nasconde indifferenza ed egoismo e perché, nella sua degenerazione, porta all’omertà. Ovvio poi che, come tutti piaceri, vada intrapreso con moderazione per evitare l’effetto pettegolezzo, che è una cosa differente. Inoltre ritengo che, soprattutto nel confronto dei propri amici, sia quasi obbligatorio farsi gli affaracci degli altri, soprattutto quando è una questione antipatica. “Sai, Bongo, penso che dovresti lavarti più spesso le ascelle” (chi non ha un amico che si chiama Bongo?).
Da piccolo, anche se non avevo ancora razionalizzato tutto questo, non la pensavo in modo diverso. Un giorno, alle elementari, per qualche motivo intervenni a sproposito in una discussione tra Silvia e Susanna. Quest’ultima, un po’ scocciata, mi disse “Ma ti interessa?” al che io, punto nel vivo, replicai sfacciatamente “Sì!”. Lei allora esclamò “Prendi il libro e vai a messa!”. Sotto shock per l’arguzia della battuta e anche per la blanda blasfemia sottintesa, fui zittito. A questo punto interloquì Mariangela che, pazientemente, mi spiegò che “Quando ti dicono così, tu devi rispondere ‘Il libro non ce l’ho e a messa non ci vo'”. Provai un certo disappunto: innanzitutto perché è una risposta terribile con una rima tremenda, quel “non ci vo” mi dà tuttora i brividi, poi perché uno può andare benissimo a messa senza alcun libro (ci sono i fascicoli apposta!) e, viceversa, possedere uno splendido libro ma non andare a messa. Ma la mia delusione nacque soprattutto perché mi resi conto che si trattava di uno scambio di battute istituzionalizzato, e in quanto tale privo di mordente. Ebbi altre volte in seguito la stessa risposta relativa a libri e messe, ma non utilizzai la risposta preconfezionata. Così mi sentivo più fico, però uscivo sconfitto dalle schermaglie verbali. La volontà di essere originali ha il suo prezzo.
Negli ultimi anni, Internet ha permesso a migliaia di fumettisti in erba di esprimersi al grande pubblico senza dover passare per le forche caudine di quei bastardi editori parassiti: il fenomeno dei web comics è sempre più diffuso e miete sempre più consensi. Eppure, anche qua si formano le solite conventicole che finiscono per trascurare tutto ciò che non sia un Megatokyo o un Eriadan. E’ per questo che i redattori dell’Enciclopedia Stronza sono lieti di presentare 16 web comic sconosciuti ai più, così che idee innovative e coraggiose abbiano la loro chance.
Mamma che monelli: gag a volontà in questa strip dedicata a Tippi, Tappi e Mototronco, tre monelli sempre in cerca di guai che ne combinano di cotte e di crude. Caratteristico il cappellino con l’elica di Mototronco, che si mette a girare quando il mariuolo ne pensa una delle sue.
Che pasticcio, Hassan! : protagonista di questa striscia è Hassan, giovane arabo che vive in una metropoli occidentale. Hassan vorrebbe vivere una vita come tutti gli altri, ma la sua fluente barba, il suo turbante e la sua passione per le scimitarre non gli rendono la vita facile. Hassan ne combina di cotte e di crude, ma quando le cose sembrano risolversi per il meglio, finisce per gridare la sua felicità con l’espressione “Salto in aria dalla gioia!” al che il suo arcinemico, l’ispettore Markus, sbuca fuori e lo porta in prigione dove verrà torturato.
Gatto di Patate: storia di un gatto che si crede un gattò di patate e di un gattò di patate che si crede un gatto. Dopo i difficili inizi, una sincera amicizia nasce tra i due. Indimenticabile la saga in cui l’Uomo decide di invitare gente a cena promettendo “coniglio con contorno di torta salata”. I due se la vedranno brutta!
Penna Balenga: il guerriero indiano Penna Balenga si addormenta nel 1850 e si risveglia nella California moderna. Qui incontra il bimbo Gimpy e diventano amici. Gimpy fa vivere Penna Balenga nella propria cameretta travestito da Mon Ciccì, cosa che fa infuriare l’orgoglioso pellerossa. Quest’ultimo, non conoscendo il mondo moderno, ne combina di cotte e di crude.
La prova del cuoco: versione a fumetti del celebre programma televisivo con Antonella Clerici. In ogni striscia, la simpatica bionda conduttrice finge di litigare con gli astanti, canta buffe canzoncine e ne combina di cotte e di crude (letteralmente).
Ganz tunz tunz: striscia modaiolo-futurista, parla di un gruppo di appassionati di discoteche che amano discutere di arte, guerra, nuovi locali e macchine a vapore. Dato che nel caos delle discoteche essi tendono a non capire ciò che gli altri dicono, ne combineranno di cotte e di crude.
Clemente, il simpatico catarifrangente: Clemente è un piccolo catarifrangente che viene sballottato dalla bici del piccolo Gianpipino all’automobile del papà Giangozzo all’utilitaria della mamma Gianpista alla motoretta della sorella Gianbanana. Clemente confonde sempre il mezzo su cui si trova, combinandone di cotte e di crude.
Due suore e una matta: due religiose, Suor Pannocchia e Suor Petecchia, allevano una trovatella di nome Peppy. Peppy, crescendo, diverrà sempre più ribelle e, pur volendo bene alle sue baffute genitrici, ne combinerà di cotte e di crude. Indimenticabile la saga in cui Peppy si tinge i capelli di rosso e finge di essere posseduta dal demone Gasparon.
Matte risate con Pepi Ton: fumetto incentrato sul personaggio di Pepi, simpatico pensionato che ama passare le sue giornate tra il bar e il garage del figlio. Ogni puntata termina con una barzelletta raccontata in veneto dal beneamato protagonista. Pepi ha inoltre un nipotino un po’ irrequieto, Taddeo (chiamato affettuosamente da Pepi “Taddeo il cicisbeo”) a cui vuole un bene dell’anima nonostante ne combini di cotte e di crude.
Gonz e Fonz: avventure di due giovani metallari ticinesi nei bassifondi di Bellinzona. Fonz, chiamato così per la sua passione per i Fonzies, è il ciccione simpaticone della situazione, mentre Gonz, soprannome derivato dall’astuzia del ragazzo, è alto, magro e irritabile. La miscela esplosiva dei due personaggi si confronta con la quotidianità della Svizzera, generando situazioni imprevedibili. Indimenticabile la saga in cui Gonz e Fonz vanno al concerto di Britney Spears convinti che quella sera suonassero gli Slayer.
PS: Gonz e Fonz ne combinano di cotte e di crude.
Palmiro, ghepardo crumiro: Palmiro è un ghepardo che viene assunto in miniera in Inghilterra durante gli anni degli scioperi contro la Thatcher. La striscia mostra uno spaccato sociale di quegli anni difficili per il Regno Unito, pur non rinunciando ad essere spassosa a causa del cortocircuito tra il ghepardo, che ne combina di cotte e di crude, e le condizioni di vita dei minatori. Indimenticabile la saga in cui Palmiro incontra il draghetto Grisù e insieme decidono di diventare cercatori d’oro.
Fantafamiglia: strip incentrata sulle avventure quotidiane della famiglia “mista” dei Dragoberti. Fessa è un’elfa ranger legale buona, Sguro è un orco guerriero caotico malvagio: i due riescono a portare avanti il loro menage matrimoniale nonostante le differenze razziali. A tenerli uniti è quella simpatica teppa del loro figlio adottivo Bigol, un hobbit ladro caotico buono che ne combina di cotte e di crude e attinge spesso al portafogli incustodito di papà Sguro. Con inedita arguzia, la striscia mescola un’irriverente parodia dei luoghi comuni del genere fantasy ad una satira pungente della nostra società.
Daniela dei Tonni: avventure e disavventure di una quattordicenne di oggi, alle prese con professori, genitori, amiche e…amori! Daniela ama usare metafore ittiche per le persone con cui interagisce, e i ragazzi, quei misteriosi esseri al centro della sua attenzione, sono chiamati “Tonni”. Insieme alle sue amiche Carla, ragazza con qualche problema di igiene, e Miyako, la fissata coi manga, ne combinerà di cotte e di crude per conquistare il bel Damiano.
Betty la battona: fumetto verista incentrato sulla figura della prostituta Elisabetta, conosciuta dai clienti come Betty. Rimasta orfana dei genitori a poco più di 18 anni, Betty si vede costretta a vendere il suo corpo per mantenere sé e il fratellino ciccione di 11 anni (il piccolo Baobab), che ne combina di cotte e di crude. Indimenticabile la saga in cui Baobab vende la sorella ai mercanti di schiavi in cambio di sei Mars e tre Bounty.
Haruka-chan e Big Larry: tentativo di coniugare l’estetica degli shojo manga coi classici fumetti d’avventura americani. Haruka è una giovane studentessa giapponese che un giorno incontra il biondo e muscoloso Larry in qualità di insegnante di inglese. Si innamoreranno di un amore proibito e insieme partiranno all’avventura inseguendo i pirati della Manciuria, e ne combineranno di cotte e di crude.
Gobdon il Gobdoniano: fumetto sulle vicissitudini di un Gobdoniano di nome Gobdon, alle prese con i problemi di tutti i giorni, come lucidare lo Svlirpo, coltivare le Rabekdt, respingere gli attacchi dei Forforiani e crescere un figlioletto che ne combina di Wurlitz e di Bregdi.
Questo credo che sia il mistero più imbecille che abbia mai escogitato, ben di più di quello dei benzinai gay (del quale, peraltro, non sono ancora convinto). Tenetevi forte.
Martedì 19 febbraio 2008, correndo dalle parti di Quinto a Genova, ho colto un frammento di conversazione tra due signori, uno dei quali asseriva con voce nostalgica e divertita: ” E ti ricordi Pastorino?”. Non potevo fermarmi e non so se l’interlocutore se lo ricordasse, ma mi è venuto in mente un pensiero profondo: non ho mai conosciuto nessuno chiamato Pastorino, ma in almeno tre luoghi diversi sono certo di aver sentito parlare negli stessi toni di un Pastorino mattacchione. Poteva essere un ex-collega andato via, un ex-amico che giocava a calcio, un ex-compagno di sbronze, in ogni caso rigorosamente ex, e non più presente, e forse un mito anche per questo.
Ma Pastorino esiste davvero? Ed è sempre lo stesso?
(ok, non mi aspetto risposte sensate!)
Oggi facciamo finta che questo sia un blog vero con la gente che parla della propria vita e delle proprie opinioni (rigorosamente non richieste) e vi racconto cosa ho fatto sabato scorso in dettaglio (scene di panico con gente che si strappa i capelli, sorrisi sarcastici, cliccate decise sul tasto “back” alla ricerca di siti erotizzanti, ex-amici che skippano decisamente sui commenti scrivendo “perché ci vuoi così male?”). Si noti che userò il presente come faceva Patrick Bateman in American Psycho. E’ un caso.
Giacché il weekend precedente l’avevo passato tutto in compagnia e, benché mi fossi divertito, mi ero stancato e non avevo recuperato gli strali della settimana lavorativa, ho deciso che nei limiti del possibile avrei passato un sabato misantropo ad Alassio riposandomi e facendomi gli affari miei.
Al mattino mi sveglio alle 8.30. Io tendo a svegliarmi presto, cosa che in generale mi piace perché amo la luce del mattino, ma che diventa problematica quando non posso decidere autonomamente gli orari. Mi lavo, faccio colazione con molta calma con un caffè, una confezione di Pavesini e un succo di frutta alla pesca. Durante la colazione indugio al computer leggendo distrattamente la mail e i feed. Ad Alassio ho il 56k, quindi le operazioni su internet tendono ad essere minimali. A questo punto mi vesto e vado a correre. Il sabato mattina, avendo parecchio tempo a disposizione, cerco di fare il lungo, mentre in settimana, dato che corro durante la pausa pranzo, tendo a fare ripetute o corsa in salita o migliorare tempi su percorsi fissi. Comunque sia, parcheggio l’auto alla Cappelletta, all’estremità a levante della baia di Alassio, e percorro l’intero paese, la passeggiata per Laigueglia, il paese di Laigueglia e ancora oltre fino all’inizio della salita di Capo Mele. E poi ritorno: 13 km in 1h16’52”, il percorso lo trovate qui. La temperatura è buona, intorno ai 12°, un po’ di vento in direzione ponente (quindi nel percorso di ritorno, dannaz!), la sabbia molto compatta.
Si noti che durante quest’attività, sui Maialini sono stati scritti oltre trenta commenti. Terminata la corsa e lo stretching, riprendo la macchina e vado a prendere mia mamma che è andata a fare la spesa. Purtroppo non sente il cellulare, quindi devo aspettare non poco e prendo freddo, ma comunque verso le 11.30 riesco ad infilarmi sotto la doccia.
Dopo di essa, mi metto a leggere al sole un po’ di fumetti, in particolare termino il terzo volume delle storie di Barks pubblicato dal Corriere della Sera e mi sciroppo l’ultimo volume del manga di Old Boy. Dev’essere la prima volta che un film tratto da un fumetto è così migliore sotto ogni punto di vista rispetto alla sua controparte cartacea. Giunge l’ora di pranzo, che consiste in una bistecca di brontosauro, almeno a giudicare le dimensioni. Ho ufficialmente terminato la dieta e posso permettermi una cosa del genere, almeno dopo una bella corsa. Non solo era grossa, ma era anche molto buona. La accompagno con un po’ di “pelandroni” (hanno un altro nome i fagiolini larghi e schiacciati?) e la faccio seguire da un’arancia.
Il pomeriggio mi sento un po’ stanchino e praticamente non mi schiodo dalla tricotomia poltrona-letto-pc. Guardo una puntata di South Park, la 9×09, “Marjorine”, una puntata con Butters. Vi ho mai detto che Butters è senza dubbio il mio personaggio preferito in South Park? Nei Simpson non ho una simpatia così decisa nei confronti di un personaggio particolare.
Passo poi non poco tempo a giuocare col Nintendo DS. Mi cruccio un po’ perché mi sento in colpa a giuocare quando potrei fare cose più costruttive, ma giuocare sdraiati sul letto col DS è una delle cose più rilassanti del mondo. Sto giuocando a Magical Starsign, un gioco di ruolo alla giapponese, che però a differenza dei vari Final Fantasy ha una bella trama, dei personaggi interessanti, non poca ironia, un mucchio di rosa e di viola e dei dialoghi scritti bene. Sarà un vizio da chi ha l’abitudine a leggere molto e valutare con attenzione le sceneggiature, ma per me una buona scrittura è il fattore più importante di un videogiuoco. E’ anche per questo che amo tanto la serie Phoenix Wright, che invece gli amanti dei videogames bollano come “piatta” e “ripetitiva”.
Verso metà pomeriggio decido di farmi un tè e di iniziare a vedere un film: ho da vedere il dvd di Batman Begins (Batman Belin per gli amici). Non sono un appassionato particolare di tè, quindi faccio un semplice Lipton, però con miele di castagno. Il film ha un inizio terribile, ma poi migliora decisamente. Comunque ne guardo circa 45′ e poi decido di andare a farmi un bagnetto. Sì, avevo fatto la doccia poche ore prima, ma io faccio il bagno più per piacere che per lavarmi. Durante il bagno leggo il nuovo Martin Mystére, che parla dell’ipotesi che i viaggi sulla luna siano una finzione. Soggetto un po’ stupidino (soprattutto la spiegazione finale), disegni mah, però davvero una bella sceneggiatura.
A cena risotto coi funghi, insalata e due kiwi, e poi finisco di vedermi il film iniziato nel pomeriggio. E’ un buon film, Batman Belin (forse lo preferisco anche al Batman di Tim Burton, che era tutto atmosfere e si curava poco dello svolgimento delle vicende e dei personaggi di contorno), anche se stento a capire perché gli americani ne abbiano tutta questa passione.
Dopo ho ancora tempo per un paio di puntate di Friends. Mi è venuta voglia di vederlo cronologicamente. Sono stupito del fatto che, all’inizio della terza stagione, sia già successo quasi tutto quello che ricordavo. Cacchio fanno per altre sette stagioni? Beh, si è fatta una certa. Buona notte.
(a chi è arrivato qui senza addomentarsi in omaggio un abbonamento semestrale alla rivista Minestroni & Minestrine)
Ok, lo so che ho proclamato in passato che avrei usato la rubrica “La faccia come il culo” per recensire i lavori di ProGlo, e con calma arriveranno anche altri articoli su questo argomento. Ma per questa volta vuolsi qui segnalare un web comic di rara intelligenza e originalità: Quomics.
La parola “Quomics” è una crasi di “quotidiani” e “comics”, ed è una serie di vignette, idealmente quotidiane ma più realisticamente a cadenza irregolare, che attua una sperimentazione sul mezzo fumettistico (quindi potrebbe essere pubblicata da ProGlo, se non che non la comprerebbe nessuno, e noi di ProGlo dobbiamo pagare le bollette).
L’idea sottostante a questa specie di fumetto consiste nello scegliere una foto in modo pseudocasuale ma riproducibile e costruirci sopra una vignetta in qualche modo divertente. A volte la foto si presterà a qualche tipo di battuta, a volte di meno. A volte c’è da impazzire per riuscire a piazzare i baloon, a volte basta una didascalia. Nondimeno, una volta che una foto è stata scelta per essere quomizzata, non può essere scartata. La conseguenza di questa tecnica è duplice: da un lato, la creatività degli autori viene stimolata dai vincoli posti, dall’altro, a volte, le battute fanno cagare. Non sempre gli autori riescono a trovare qualcosa di decente da foto che non offrono alcun spunto, ma d’altronde non sono mica Daw, sono comuni mortali.
Attualmente l’immagine scelta è la prima della prima galleria fotografica del quotidiano online “La Stampa” alle ore 11.
Visto che so che siete pigri, questa è una delle ultime vignette pubblicate:
Dai, un po’ fa ridere. E ora seguiteci. La pubblicazione è regolarmente irregolare.
(lo avete capito che io sono uno dei due autori, vero? Non siete mica così fessi! L’altro è il mio buon compare Alessandro Bellondi, chitarriere dei Bishoonen)