Quand’ero bambino la famiglia Ventimiglia possedeva due automobili. La macchina grossa, quella guidata quotidianamente da papà, era una Opel Kadett prima verde e poi blu (evidentemente papà si era trovato bene), la macchina piccola invece era di solito usata da mamma, ed era una splendida Panda color crema con tettuccio apribile, dal quale, in estate, a volte era concesso sporgersi durante i tragitti. Alla faccia della sicurezza, era un’esperienza divertentissima.
Sul vetro posteriore della Panda era attaccato un lungo adesivo, che attraversava il lunotto per intero e che recitava: “Sì, Fiat Autofossati è meglio!”. Si trattava di un’astuta idea del concessionario che si pubblicizzava attraverso le vetture vendute. Mi chiedo solo ora perché non avessimo rimosso quello stupido adesivo, ma in fondo è stato meglio così.
Infatti la decalcomania era trasparente e, vista da dentro, la scritta appariva al contrario (il cosiddetto “effetto aznalubma“) . Io e mia sorella, relegati nel sedile posteriore, avevamo deciso che “ìS, taiF itassofotuA è oilgem!” era una frase multilingue:
- Is è chiaramente inglese.
- Taif suona come tedesco.
- Itassofotua, pronunciato tronco, non può che essere francese.
- è (anzi, é) è italiano, vuole dire “è”!
- Oilgem era stato più discusso, ma mi pare che (miasorella potrà correggermi) si fosse deciso che era di nuovo tedesco.
Non avevamo però deciso quale fosse il significato della babilonica espressione. Forse, leggendola ad alta voce a mezzanotte, compare il diavolo.
Nota a piè di articolo: gli specialisti di specchi e simmetrie avranno notato l’anomalia per la quale la frase veniva ribaltata parola per parola ma non nel suo complesso. Non so spiegare perché leggessimo “ìS, taiF itassofotuA è oilgem!” e non, come sarebbe più naturale, “oilgem è itassofotuA taiF, ìS”. Forse, semplicemente, suonava meglio.