Cito dal mio (e di Golosino) capolavoro Daniela dei Tonni:
Non solo Massimo mi ha offerto il cinema, ma ha anche insistito per prendermi un panzerotto da Zio Zozzone (la friggitoria più famosa di Pizzopapero) e poi, non appena ha visto un cingalese che vendeva le rose, lo ha fermato e ha messo mano al portafogli. Ero rossa per l’imbarazzo e per la contentezza, mentre mi sceglieva una rosa dal mazzo. Ha voluto anche prendersi qualcosa per sé, dalla cesta di giocattolini che l’indiano aveva sottobraccio: un pupazzetto di Mike Bongiorno con la testa gigante che se tiri una cordina dice “Allegriaaa!!!”… a me sembrava uno schifo… ma non gliel’ho detto.
A questo punto c’è stato un piccolo momento di imbarazzo, perché con tutto quel che mi ha offerto Massimo poi non aveva abbastanza soldi per l’indiano ed il pupazzetto… ha cominciato a tirare fuori dalle tasche monetine da cinque, due e addirittura un centesimo per arrivare alla cifra giusta. Ha anche chiesto un piccolo sconto al cingalese che però, visibilmente scocciato, non ha voluto sentire discussioni e così gli ho prestato io 30 centesimi e tutto è andato a posto.
Daniela ha quattordici anni ed è al primo appuntamento della sua vita, Massimo ha la stessa età ed è nella stessa situazione, quindi la rosa dal cingalese magari ci sta. Ma al di là dei quattordicenni al primo appuntamento, chi compra quelle rosacce ai cingalesi (indiani, pakistani, malesi: non so perché quella macro-etnia abbia l’esclusiva, ma i cingalesi sono i miei preferiti)? Lo trovo un gesto talmente poco spontaneo che non riesco a immaginare come possa far piacere a una signora. Campano sulla gente che si arrende all’insistenza? La rottura di marroni è un business così remunerativo?
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Ah, Daniela…
In ogni caso, a Barcellona i cinghialessi (che poi in realtà di cinghialessi non ce n’erano, erano per lo più dei nordafricani a fare le loro veci) sono così avanti che invece di rose vendono birre… quelle sì che gliele si compra!
Comment di golosino • 8 Maggio 2009 15:03
Gh…ripeto quello che hai detto: “Anche a Barcellona ci sono i venditori di rose cingalesi, solo che sono nordafricani e vendono birre”, il che è come dire “Ieri sera ho mangiato gli spaghetti con le vongole, solo che era un risotto ed era al gorgonzola”.
Daniela rulla, comunque!
Comment di xx • 8 Maggio 2009 16:25
A Siviglia non ti vendono le birre, ma ti rompono i marroni ai semafori con i fazzoletti e sono africanissimi, centrosud direi. Anch’io ieri sera ho mangiato risotto al gorgonzola, solo che era pesce ed era con la salsa alle olive.
Comment di serir • 8 Maggio 2009 16:37
Curioso! Io ieri ho mangiato un fantastico pesce con salsa alle olive, solo che era una tagliata con salsa di rafano!
Comment di kotekino • 8 Maggio 2009 16:53
E anche il diario di Daniela sembra proprio scritto da una ragazza quattordicenne, ma di sesso maschile, trentenne e bicefala.
Comment di Kumagoro • 10 Maggio 2009 01:59
La rosa la prendono quelli che temono, altrimenti, di fare la figura del pitocco (taccagno, tirchio, braccine corte o che dir si voglia).
Io rispondo sempre “no grazie, ho già mangiato”. Al che mi prendono per folle e si allontanano.
La mia tagliata con rafano era petto di pollo con pomodoro e mozzarella.
Comment di Babio • 11 Maggio 2009 09:33
La faccenda della rosa mi fa pensare… In effetti non saprei…
Comunque la mia colazione con spremuta d’arancio e croissant era splendida, anche se in realta` era caffelatte e focaccia.
Comment di Botty • 11 Maggio 2009 10:59
Serir: come già ebbi occasione di dirti, io a Siviglia ricordo un casinissimo di lustrascarpe. Evidentemente sbaglio, o si sono evoluti.
Kumagoro: non è una cosa incredibile?
Babio: questa è una possibile risposta, finalmente qualcuno che mi prende sul serio. Certo, dovrebbero essere le signorine (quali?) a dirci che ne pensano, ma uno che prende la rosa dal cingalese è comunque un pitocco, perché fa un regalo a cui non aveva pensato prima spendendo un euro.
Comment di xx • 11 Maggio 2009 11:41
La rosa ai cingalesi la si compra (chi lo fa, io no) perché fanno pena, non certo per fare bella figura con chi sta al tavolo con te, almeno credo, no?
Tra l’altro abitando io vicino al mercato dei fiori di Torino, vedo spesso questi poveretti che fanno la coda alle 8 del mattino per prendere i mazzi di rose (quelle brutte che non si possono vendere al mercato o mandare ai negozi) dai rappresentanti delle fioremafie -il neologismo è mio- che in buona sostanza li sfruttano (va senza dire che i soldi poi vanno ai signori del mercato dei fiori, e non al cingalese).
Cos’è Daniela dei Tonni? Voglio leggere. :D
Comment di mauz • 11 Maggio 2009 11:53
Daniela dei Tonni la trovi qui.
XX e Golo sanno che l’ho sempre odiata, perché mi fa l’effetto dei finti liceali interpretati da trentenni al cinema o in TV. Ma principalmente perché non mi hanno mai chiesto di partecipare al progetto.
Una volta mi ero anche messo in testa di tradurre tutti i testi in quattordicennese (lingua che conosco un poco per via di certe mie… ehm… corrispondenti). Il testo di cui sopra, ad esempio, diventerebbe più o meno così:
Comment di Kumagoro • 11 Maggio 2009 15:04
mauz: sì, probabilmente il punto è quello che dici tu. Ma la cosa fa doppiamente tristezza: non solo, in effetti, stai facendo l’elemosina, ma ingrassi anche le fiorimafie.
Daniela dei Tonni è un Progetto Inconcludente mio e di Golosino basato su un blog finto di una ragazzina di 14 anni. E’ stato completato il primo quadrimestre. Siamo ben consci del fatto che nessuna ragazzina scriverebbe mai così, ma Daniela dei Tonni è leggibile, l’accrocchio di Kumagoro no. Anche da un quattordicenne. :)
(col fatto che ci sta che un 14enne non conosca Mike Bongiorno, lo ammetto)
Comment di xx • 11 Maggio 2009 15:30
Comunque il mio è quattordicennese antico (tipo del 2001-2002), e probabilmente avrei dovuto aggiungere un po’ di “lollare” e “oggipome/ieripome” (che sono le uniche due coordinate temporali presenti nel quattordicennese).
Comment di Kumagoro • 11 Maggio 2009 20:21
@mauz: sì ma, diamine!, se vendessero birre invece di rose gliele comprerei e non perché mi fanno pena
@kuma: se vuoi ti coinvolgiamo nel progetto Fabiano dei Cefali, controparte maschile di Daniela dei Tonni
Comment di golosino • 12 Maggio 2009 09:38
Tarcisio degli Scorfani, esiste da qualche parte?
Comment di kotekino • 12 Maggio 2009 09:49
Kuma: in effetti termini come “cinno” o “cicciolo” o “centini” non sono proprio da 14enne….
Golo: prima di Fabiano dobbiamo fare il secondo quadrimestre di Daniela!
Kotekino: sì, esiste nel tuo commento.
Comment di xx • 12 Maggio 2009 09:53
XX: lo erano nel 2001-2002. Almeno ciccio/cicciolo credo sia ancora di uso corrente. Ma non li segui più certi blog istruttivi? Dovete documentarvi, come fa Dan Brown!
Comment di Kumagoro • 12 Maggio 2009 19:21
Quanto sei matusa! I blog ora sono fuori moda, i giovani usano solo Facebook. Dovrei farmi un po’ di amici 14enni, ma è un po’ più complicato, nonché penalmente perseguibile.
(“cinno”, comunque, non si usa più dagli anni ’70!)
Comment di xx • 13 Maggio 2009 10:16
Avrei un paio di note su quanto proposto:
1. se sono in 14 dalla provincia di Enna bisogna scrivere quattordicennesi
2. ci sono troppe lettere e non abbastanza x e k! Prendo un campione a caso e lo riscrivo:
3. ma quei pupazzetti a forma di frate… che gli premevi la testa e si impennavano, non sono più in vendita?
Comment di M2 • 14 Maggio 2009 11:39
Ehi, voi, seri studiosi del 14enni, apritevi un blog e scriveteci con le x e le k. :P
(pupazzetti a forma di frate? Mai visti, Ma come funzionano, schiacci la testa ed esce lo sfaccimme?)
Comment di xx • 15 Maggio 2009 11:58
ma di ometti fermamente convinti che mostrarsi banalmente romantici come quattordicenni faccia figo, ce ne sono eccome.
quindi, oddio non dev’essere proprio remunerativo, ma può essere che il cighialino riesca a racimolare qualcosa.
e no, non ci fa piacere (specie se si verifica la richiesta dello “sconticino”).
Comment di idiopatica • 16 Maggio 2009 02:48
XX: non è obbligatorio avere 14 anni per parlare quattordicennese. Flavia Vento, ad esempio, va per i 40 e ne parla una varietà semipura molto interessante.
Inoltre, non sottovalutare le parole che tornano nel linguaggio a causa dei tormentoni televisivi. Tu non guardi abbastanza Zelig per saperne qualcosa.
Comment di Kumagoro • 18 Maggio 2009 09:41
XX: esatto. Son fatti bene: hanno una tonaca in tessuto con due spacchi laterali per facilitare la fuoriuscita del bastone pastorale quando schiacci la testa. Un grosso bastone, naturalmente.
Per quanto riguarda i quattordicennesi, sto apprendendo molto grazie al thread sugli emo nel mio blog ;->
Comment di M2 • 18 Maggio 2009 11:18
Idiopatica: grazie per la conferma. Può venire utile, non si sa mai. ;)
Kuma: è vero, su questo hai ragione. Imparo qualcosa di riflesso grazie alle pause-caffè in ufficio, ma la mancanza di Zelig oggi è quasi grave come la mancanza di Drive In vent’anni fa.
M2: dio mio, ma quel thread è ancora vivo? Hai creato un mostro!
Comment di xx • 18 Maggio 2009 13:38
XX: confermo sulla mancata visione di Zelig come fattore di isolamento sociale. Me ne resi conto gia’ 4 anni fa, quando i colleghi mi sparavano battute e tormentoni (che tra l’altro trovavo in maggioranza pietose) aspettandosi che io le completassi…
E poi parlavano di Ale e franz e la panchina come di una roba geniale, novita’ assoluta. Ora io con Ale e Franz mi scompisciavo ai tempi del misconosciuto Seven Show e i loro Art e Garfunkel con la Gialappa erano magistrali, per cui mi aspettavo chissa’ che. Invece e’ stata una delusione tremenda!
Comment di MCP • 18 Maggio 2009 19:43
M2: Dico solo “TUDL”. Cmq, quello ormai non e’ piu’ un thread, e’ il punto di riferimento sul “fenomeno emo” di tutta la rete! (Che e’ vasta ed infinita, ricordo)
Comment di Joril • 18 Maggio 2009 20:41
MCP: ma ci ho provato, a guardare Zelig, ma l’ho trovato proprio triste e stupido. Forse perché non ho avuto il tempo di assimilare i tormentoni…
Joril: “La rete è vasta e infinita”…straTUDL!
L’emo-thread è spettacolare, ne sono proprio invidioso. La gag ricorrente è meravigliosa: l’emo arriva sputacchiando dalla rabbia e dicendo “Voi non sapete cosa sono gli emo!”, voi gli rispondete pacatamente “E’ vero, spiegacelo tu” e la risposta non giunge mai.
Notevole anche la gamma di stili di quattordiciennese. Mi ha colpito in particolare questa. L’uso di “j” per il gruppo consonantico “gl” è una novità (particolarmente stupida, perché fa sembrare tutto scritto in romanesco). L’inventore di queste abbreviazioni dovrebbe brevettarle, diverrebbe ricco in breve.
Comment di xx • 19 Maggio 2009 10:02
“particolarmente stupida, perché fa sembrare tutto scritto in romanesco”
Sei un besugo.
Comment di serir • 19 Maggio 2009 10:13
Comunuqe Zelig fa triste anche a me. Lo vedevo anni fa, quando si aspettava con ansia Ale e Franz sulla panchina. Il paragone con Drive In mi pare azzeccato, nel senso di calderone di meteore che per la maggior parte nemmeno si ricordano.
Comment di serir • 19 Maggio 2009 10:16
Serir: dai, nulla contro il romanesco, ma hai letto quel commento? Mette merdissima!
E devo dire che Drive In non ha mai fatto ridere, ma io ne ricordo un mucchio di roba, se non tutto. Ogni volta che incontro uno chiamato Molinari mi aspetto che faccia una capriola.
Comment di xx • 19 Maggio 2009 11:11
@Fish: tu che sei un cultore di Ale&Franz, io trovo li pietosi in “Buona la prima”. Francamente non riesco a capire come ci possa divertire con questa commistione di Scherzi a parte con Casa Vianello.
Mi spiego: le improvvisazioni sono pure carine, ma appunto soltanto carine, tenendo il livello medio sul moscetto andante. Perchè allora improvvisare, quando una buona sceneggiatura potrebbe alzare il livello della rappresentazione?
Ok, non sono così ingenuo. Trattasi di domanda retorica. ;)
Comment di Skalda • 19 Maggio 2009 12:31
XX 26: Non si tratta di invenzioni! E’ diretta espressione della _emo augmented sensitivity_. (Gli emo hanno “piu’ emozioni e piu’ sentimenti”)
Cmq, l’unico episodio di “buona la prima” che ho visto aveva Elio come ospite.. Questo si chiama imbrogliare.
Comment di Joril • 19 Maggio 2009 20:22
Quindi conseguenza diretta di avere più emozioni e più sentimenti è vestirsi di scuro e avere il ciuffo. Non capisco. D’altronde, evidentemente, non ho abbastanza emozioni e sentimenti per capire.
Comment di xx • 20 Maggio 2009 10:05
Domanda da perfetto ignorante (o da “matusa”, come si diceva alla fine degli anni ’60): ma “emo” non e’ il prefisso delle parole che hanno a che fare col sangue? Questi benedetti “emo” cosa sono, vampiri?
Comment di Paolo • 20 Maggio 2009 13:43
Leggi il thread in questione sul blog di M2 e lo capirai! Anzi, in realtà capirai cosa non sono gli emo. O forse neanche quello.
Cmq la radice è quella di “emozione”, non del sangue.
Comment di xx • 20 Maggio 2009 14:20
L’emo thread ha ormai vita propria e conta 269 commenti. Non passa giorno che qualcuno non ci arrivi cercando: “come cotonarsi i capelli”, “come si truccano gli emo”, o altri fondamentali quesiti esistenziali. Purtroppo, e questo lo specifico per Paolo, ancora non si è capito cosa significhi emo… E’ anche vero che i sedicenti emo non scrivono come noi, si ritiene a causa di tastiere difettose, il che causa facili fraintendimenti. Pare assodato che in genere siano permalosi, non sappiano leggere e che si taglino, oppure non si taglino, che sia un modo di essere oppure ci puoi diventare, che sia musica oppure una moda, ma molto probabilmente solo un taglio di capelli.
Comment di M2 • 20 Maggio 2009 18:07
Ale & Franz non sono poi così male, il problema di Zelig (che poi è condotto da Bisio, che non è male per niente, e frequentato da Rocco Tanica persino) è che alla fine svilisce tutto nel brodo populista della ripetizione forzata. Anche Corrado Guzzanti avrebbe fatto tristezza se si fosse mascherato da Tremonti ogni venerdì sera per cinque anni di seguito, entrando in scena ogni singola volta al grido di “Porca puttana, porca troia!” all’unisono con un pubblico finto-festante spronato da capi-claque armati di pungolo da bestiame.
Il cabaret vero non dovrebbe essere questo, è la tv italiana che l’ha svilito (la tv americana, sorprendentemente, molto meno).
“Buona la prima” poteva essere un’idea interessante (il format forse è straniero) se solo ad animarla ci fossero stati dei veri comici d’improvvisazione. Ne ho visto solo una puntata e un po’ di frammenti, ma gli ospiti paiono avere lo stesso spirito di uno che è stato invitato a una festa vip con giochi di società, e Ale & Franz se la cavicchiano ma si vede che non lo avevano mai fatto prima, sembra quasi che la prendano come una cosa che gli hanno fatto fare senza avvisarli, invece che un programma progettato a tavolino.
Comment di Kumagoro • 20 Maggio 2009 18:44
Skalda30: Buona la prima e’ in effetti piu’ che altro “curioso”, non suscita le risate pero’, le volte che mi ci imbatto, mi viene voglia di vedere che cosa si inventano per soddisfare la richiesta. Almeno per qualche minuto, poi cambio.
Il campionato di improvvisazione teatrale, quello si’ che era davvero divertente e ilare! Erano tutti attori professionisti e, perdiana, avevano una chimica e una capaicta’ reattiva davvero notevoli. Peccato che lo dessero a tardissima notte, un paio d’anni e poi basta. Ma forse qualcosa sul Tubo si trova…
PS. nessuno mi ha corretto Art e Garfunkel :PP
Comment di MCP • 20 Maggio 2009 18:44
Kuma36: a proposito del micromondo dei videocomici, ancora una volta Walter Fontana la racconta giusta in “Visto che siete cani” – surreale a modo suo, un bel dietro le quinte.
Comment di MCP • 20 Maggio 2009 18:54
MCP: non ricordo minimamente i personaggi di Ale & Franz che dici, avrei detto che chiamarsi “Art & Garfunkel” facesse parte dell’ilarità.
“Visto che siete cani” che cos’è?
Comment di Kumagoro • 22 Maggio 2009 14:04
Ehi, Teddy Bob usava l’espressione “cane” per indicare “solo”: “Mi dispiace vedere che siete cani”. Questa sì che è una bella racchia!
Comment di xx • 22 Maggio 2009 17:18