Lo so, è un po’ come sparare sulla Croce Rossa, ma la sigla di Willy, il Principe di Bel Air è talmente gustosa e idiota che non resisto alla tentazione di dedicarle un piccolo commentario. Classifico questo articolo come “Odia gli stupidi” giusto per rinfocolare un po’ l’argomento, ma in effetti non è una sigla classica, né per periodo temporale né per spirito. Sono certo che i bonari utenti di questo sito sapranno perdonarmi.
Una delle caratteristiche principali della sigla di Willy è la reinvenzione del linguaggio giovanile. E’ ben noto che non esiste una cosa come il linguaggio dei giovani, ma piuttosto esistono un sacco di micro-linguaggi che cambiano in continuazione, si ispirano spesso alla tv e alle canzoni e si contaminano a vicenda. La sigla di Willy, opera di due tizi chiamati Rossella Izzo ed Edoardo Nevola (il quale canta e doppia persino il protagonista) orecchia alcune parole che dovrebbero suonare strane e originali; alcune sono desuete, altre azzeccate, altre ancora infine palesemente inventate. Per indicare queste espressioni ne conierò anch’io una, giovanilisticata, a sua volta una versione corrotta del matusa giovanilismo.
Non solo: ho scovato il testo originale della canzone e l’ho messo a confronto con quello tradotto. Come si poteva immaginare, gran parte del testo è tradotto quasi letteralmente, con l’eccezione delle giovanilisticate, ma qualche sorpresa comunque viene riservata.
Nel testo, nel seguito, ho indicato in rosso le parole giovanilistiche.
Questa è la maxi-storia di come la mia vita
è cambiata, capovolta, sottosopra sia finita
seduto su due piedi qui con te
ti parlerò di Willy, superfico di Bel Air
Now this is the story all about how
My life got flipped, turned upside down
And Id like to take a minute just sit right there
Ill tell you how I became the prince of a town called bel-air
maxi-storia: nessun giovane posteriore al 1950 ha mai usato “maxi” come prefisso trasgressivo. E’ roba da pubblicitari, da detersivo! E anzi, suona persino un po’ Jar-jar Binks, cosa che non augurerei al mio peggior nemico.
Superfico: un po’ logoro, forse, ma nel complesso regge ancora.
Ho il legittimo dubbio che “seduto su due piedi” non sia un sagace calembour, ma proprio una stupidata. Se sei seduto, non sei due piedi! Cioè, magari poggi i piedi a terra, ma sei seduto sulle chiappe, perbacco! Al di là di questo la prima strofa mi piace. E’ sintetica e introduce l’argomento senza girarci troppo intorno.
La traduzione, come potete vedere, è quasi letterale, a parte i due piedi e le due giovanisticate.
Giocando a basket con gli amici sono cresciuto
me la sono spassata, wow che fissa ogni minuto
le mie toste giornate filavano così
tra un megatiro a canestro e un film di Spike Lee
In West Philadelfia born and raised
On the playground where I spent most of my days
Chilling out, maxing, relaxing all cool
And all shooting some b-ball outside of the school
Spassata: ok, “spassarsela” è talmente vecchio e radicato che probabilmente non è oggettivamente una giovanilisticata, ma ritengo che lo fosse nelle intenzioni dell’autore. Questo basta.
Fissa: qualcuno forse la usa (ma è da capire se per imitare questa sigla o meno), ma è rara e suona male.
Megatiro: di nuovo, il prefisso “mega”, sebbene non così pernacchiabile come “maxi”, suona male in bocca a chi dovrebbe essere all’avanguardia nell’uso delle parole.
La parte di Spike Lee forse è la mia preferita dell’intiera sigla, e come potete vedere non ce n’è traccia nella sigla originale.
-Ehi ragazzi, ci facciamo una bella partitina e poi ripassiamo “Fa’ la cosa giusta!”
-Oh, no, questa settimana l’abbiamo già visto quattro volte!
-Zitti! Siamo negri, abitiamo in un quartieraccio quindi dobbiamo vedere Spike Lee.
Nel testo in inglese, al di là della mancanza di Spike Lee, c’è qualche parola di slang (cosa significhi “to max” lo ignoro) e soprattutto si aggiunge l’indicazione del luogo dell’azione: West Philadelphia, che, da una rapida ricerca, non risulta essere un quartiere così terribile come viene dipinto nella sigla (e nella serie!).
Poi la mia palla lanciata un po’ più in su
andò proprio sulla testa di quei vichinghi laggiù
il più duro si imballò, fece una trottola di me
e la mia mamma preoccupata disse “Vattene a Bel Air”
When a couple of guys said were up in no good
Started making trouble in my neighbourhood
I got in one little fight and my mom got scared
And said youre moving with your aunte and uncle in bel-air
Vichinghi: questo è discreto. E’ inventatissimo, ma suona gradevolmente ironico chiamare “vichinghi” degli omaccioni di pelle scura.
Imballò: invece questa forse è la peggiore giovalinisticata della sigla. “Imballarsi” nel senso di arrabbiarsi non ha alcun senso. Nemmeno Teddy Bob approverebbe.
La traduzione perde una sfumatura: non si tratta semplicemente di una palla finita sulla zucca di certi vichinghi, ma piuttosto di un casus belli di una situzione già preoccupante di per sè per la presenza di normanni che non combinavano nulla di buono (e mangiavano cinghiale alla crema). In questo senso la reazione della mamma è un po’ più sensata.
L’ho pregata, scongiurata ma dallo zio vuole che vada
lei mi ha fatto le valigie e ha detto “Va’ per la tua strada”
dopo avermi dato un bacio e un biglietto per partire
con lo stereo nelle orecchie ho detto “Qua meglio sgommare“
I begged and pleaded with her the other day
But she packed my suitcase and sent me on my way
She gave me a kissin and she gave me my ticket
I put my walkman on and said I might as well kick it
Da qui in poi le giovalinisticate scemano. Assistiamo solamente a parole usurate ed entrate nel lessico comune: sgommare, sballo, gasato, svitato. Sembra quasi che lo stesore del testo si sia arreso e abbia deciso di proseguire senza sforzarsi troppo. Curiosamente, anche la versione inglese, almeno in questa strofa, segue gli stessi binari, e non solo viene tradotta quasi letteralmente, ma anche il tono di “kick it” rispetto a “sgommare” è molto simile.
Non è però ben chiaro qua perché Willy non voglia andare a Bel Air. E’ vero che durante le sue toste giornate è stata una fissa ogni minuto, ma è anche stato reso una trottola da un vichingo (cioè, ha preso un sacco di botte!). La risposta può essere una sola: attaccamento alle sue radici. Beh, vedremo che le cose cambieranno…
Prima classe, ma è uno sballo
spremute d’arancia in bicchieri di cristallo
se questa è la vita che fanno a Bel Air
per me, mh-mh, poi tanto male non è
First class, yo this is bad,
Drinking orange juice out of a champagne glass
Is this what the people of bel-air livin like,
Hmm this might be alright!
E poi Willy scopre che i ricchi vivono meglio dei poveri. Dice il Bardo: “Ci sono più cose in cielo e in terra, Willy, di quante ne sognino i tuoi film di Spike Lee”. Gradevole il versetto nell’ultima frase per completare la metrica: d’altronde erano gli anni di “Trottolino amoroso dudu dadada”, forse era quasi una moda… arrivata persino in America, visto che il testo originale usa lo stesso stratagemma!
Le spremute d’arancia nel testo non sono state inventate in Italia, ma perché uno in prima classe dovrebbe bere qualcosa di sostanzialmente umile come una spremuta d’arancia? Forse per rimarcare il contrasto tra chi è cresciuto in un luogo umile e un ambiente ricco? Ma suvvia! Il topos è che l’arricchito accaparra tutte le cose costose senza badare al gusto.
Ho chiamato un taxi giallo col mio fischio collaudato
come in formula 1 mi sentivo gasato
una vita tutta nuova sta esplodendo per me
avanti a tutta forza portami a Bel Air
I whistled for a cab and when it came near the
Licensplate said fresh and had a dice in the mirror
If anything I could say that this cab was rare
But I thought now forget it, yo home to bel-air
Quindi Willy, anche se viveva in un quartieraccio, si spostava così spesso in taxi da avere un suo fischio collaudato. Scopriamo inoltre che i taxi gialli a Bel Air guidano come in Formula Uno, e che riempono di gas i propri clienti.
L’alzarsi del livello di stupidate di questa strofe coincide con la prima divergenza dal testo originale, totalmente primo di formule uno e fischi collaudati. In quest’ultimo si noti l’audace enjambement (“o inarcatura”) tra il primo e il secondo verso. Mi sfugge invece il significato dei dadi che pendono giù dallo specchietto: solo una nota di colore o significa qualcosa di preciso?
Oh che sventola di casa, mi sento già straricco
la vita di prima mi puzza di vecchio
guardate adesso gente in pista chi c’è
il principe Willy lo svitato di Bel Air.
I pulled up to a house about seven or eight
And I yelled to the cabby yo, home smell you later
Looked at my kingdom I was finally there
To settle my throne as the prince of bel-air
Willy è uno che ci tiene alle proprie radici. E’ bastata una spremuta d’arancio (benché in bicchiere di cristallo), una gita in taxi a 300 all’ora e la visione di una casa per tradire le sue origini e tutto ciò che rappresentano. Almeno, secondo i traduttori italiani: hanno avuto bisogno di creare una corrispondenza visiva a “smell you later” e quindi hanno deciso per la puzza di vecchio. Ma non preoccupatevi, l’autoproclamato principe Willy (ma principe de che?) rimane un outsider (“svitato”), e quindi ne combinerà di cotte e di crude regalandoci matte risate. Tutti i giorni, su Italia 1 alle 19, dopo Studio Aperto!
17 Comments »
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primo commento: dopo questo confronto puntuale tra la sigla italiana e la originale con commenti sul giovanistichese usato dai traduttori,… qui ci vuole Kumagoro!
E, faccio rispettosamente notare, in questo commento non ho scritto nulla ne’ su Teplice ne’ su Annecy!
Comment di Paolo • 15 Maggio 2009 12:23
Sei caduto sul finale… ;)
Comment di xx • 15 Maggio 2009 15:45
Io odiavo la cugina piccola, la zia un po’, il maggiordomo moltissimo, lo zio stava sempre in mezzo e il cugino nerd manco a parlarne.
Comment di serir • 15 Maggio 2009 16:14
e’ vero
Comment di Paolo • 15 Maggio 2009 16:14
Un paio di notarelle con le mie possibili interpretazioni…
To max, in inglese e` (abbastanza intuitivamente, niente false friend) spingere qualcosa / spingersi al massimo… Possiamo associare quello che ci pare. To max out, invece e` sforare il limite della carta di credito, ma non credo si applichi al Willy di West Philly (Oh, gaudio! Rima! :D)
To kick in inglese puo` essere (stando a wiktionary) uno slang per “sconfiggere”. Qui puo` significare ‘sconfiggere la mia paura di partire’. Ma lo slang americano puo` essere piu` oscuro del lato oscuro…
La prima classe con il succo d’arancia nei bicchieri di cristallo secondo me e` stata scelta perche` il povero Willy, non abituato agli agi, quando gli offrono da bere, istintivamente chiede quello che di solito viene offerto in un buffet… non un bicchier d’acqua, ma quasi. Pero` in prima classe viene offerto comunque in bicchieri di cristallo (ma dove?). La versione americana, con i suoi “champagne glasses” vuole forse evidenziare un po’ di piu` il topos del ricco tasteless di cui parlavi…
Per quanto riguarda il taxi, secondo me la formula “if anything I could say… ” potrebbe essere da intendersi con il contrario, cioe` che era un taxi alquanto comune (con tanto di aberranti dadi allo specchietto e, a dispetto della scritta “fresh” sulla targa, alquanto puzzolente, come appare chiaro alcuni secondi dopo… anche il “smell you later” al posto del normale “see” e` sintomatico di quanto fosse evidente la faccenda).
Comunque il vertice di tutta la sigla, resta la faccenda di Spike Lee… sono morto!! LOL!!
Comment di Botty • 15 Maggio 2009 16:17
Ma il produttore del principe di Bel Air e` Quincy Jones?!?!? Basisco trasalendo!! (e direi anche “Ehp!”)
Comment di Botty • 15 Maggio 2009 16:22
Serir: il fatto che tu odii degli americani non fa notizia.
Botty:
– to max po esse, su questo mi fido.
– to kick non l’ho cercato ma mi dà l’idea di “partire”, semplicemente, forse facendo riferimento al “kickstart” oppure per analogia sulle gambe. Ma potrei sbagliarmi.
– beh, va anche detto che Willy NON può bere alcolici, perché non ha 21 anni e perché sta male che il protagonista sorbisca benvande alcoliche, quindi, trattandosi di analcolici, una spremuta d’arancia già suona abbastanza ganza.
– il tassi(dermista): qua dissento con te. “If anything I could say that this cab was rare” lo tradurrei come “Perlomeno direi che che questo taxi era speciale”. La scritta “fresh” lo attrae perché lui stesso è “the fresh prince” (lol, “il principe frescone”?), e “smell you later” è un’espressione slang comune (l’avevo già sentita altrove) come distorsione di “see you later”.
Comment di xx • 15 Maggio 2009 17:25
Questa canzone e’ incisa in qualche mia eprom cerebrale e ogni tanto mi ritrovo a canticchiarla. Ero convinto che fosse “tra un tiro a canestro e un film di Spike Lee”, non ricordavo il MEGAtiro, eppure cosi’ pare che sia. La eprom fallava.
Comment di MCP • 15 Maggio 2009 23:43
Fissa: c’è anche in Futurama, no?
West Philadelphia: nella pagina di Wikipedia c’è un paragrafo intitolato “Crime”, fa’ un po’ te. Dice che ancora nel 2007 era nella Top 10 dei quartieri americani più flagellati dalla droga.
In generale, comunque, la sigla originale non usa molto slang (o cose assolutamente comuni come “chill out” o “cool”). D’altro canto, era una serie pensata per un pubblico di borghesi bianchi, come quasi tutte quelle che usavano attori neri, diventando nuove e politicamente accettabili versioni dei “minstrel show”. E a proposito di Spike Lee, non smetterò mai di consigliare il suo film “Bamboozled”, che parla appunto di questo argomento.
Comment di Kumagoro • 18 Maggio 2009 10:12
MCP: anch’io, a dire il vero, non ricordavo quel “mega”, ma tutte le fonti concordano. Tra l’altro io ero convinto che il secondo verso dicesse “cambiata, capovolta, sottosotto sia finita” implicando che il Willy di Philadelphia è morto e quello di Bel Air è un altro.
Kuma: qualcuno tolga Wikipedia a questo signore! :P Anch’io ho controllato quell’articolo, ma non dice quello che sostieni tu:
All’ottavo posto della città, non dell’America. Il che significa che a Philadelphia ci sono 7 posti in cui si scambiano più droghe che non sono a West Philadelphia. Non è il South Bronx, insomma.
Comment di xx • 18 Maggio 2009 11:46
XX10: Sentito ora sul Tubo. Forse e’ il fatto che MEGA viene pronunciato velocissimamente, quasi fosse una sillaba sola, e quindi l’orecchio distratto non lo registra (rientrera’ nella psicoacustica?) Metricamente direi che mi suona meglio senza…
Comment di MCP • 18 Maggio 2009 19:37
ah, stare davanti alla tivvù a guardare le gesta di Willy era una fissa ogni minuto. il che faceva bene o male trenta fisse al giorno. un po’ meno, contando la pubblicità…
Comment di golosino • 18 Maggio 2009 22:54
maxing significa sentirsi figo, spassarsela.slang americano
Comment di ciro • 18 Maggio 2009 23:46
MCP: sì, concordo. Comunque, dannazione, è una settimana che canticchio Willy! E’ una maledizione!
Golosino: Venti-ventuno fisse (ora che sappiamo quanto durano effettivamente le sit-com grazie ai dvd e alla mulovisione sappiamo anche quanto cazzo di pubblicità ci mettono! 10 minuti di pubblicità ogni 20 di trasmissione!)
Ciro: grazie, prendiamo atto. :)
Comment di xx • 19 Maggio 2009 09:34
Quando si cresce si fanno meno fisse al giorno, che diventano a settimana. Sennò si diventa ciechi.
Comment di serir • 19 Maggio 2009 10:19
“smell you later” è un’espressione slang comune (l’avevo già sentita altrove) come distorsione di “see you later”.
In una delle puntate dei Simpson in cui si vedono i nostri beniamini proiettati nel futuro, Nelson usa un “ci annusiamo dopo” se non ricordo male.. e con tutta sorpresa di Bart, anche Kent Brockman userà la stessa frase per accomiatarsi dal tele-pubblico a fine telegiornale
SDMF
Comment di Tripplo • 20 Maggio 2009 14:40
XX: vero, avevo letto male quel passaggio. Ma se c’è una menzione al tasso di criminalità di West Philadelphia, vorrà dire che la nomea ce l’ha/ce l’aveva. A meno che non preferisci pensare che avessero estratto a caso un quartiere di una città americana che si è vista così addossare un’immeritata fama criminogena per un’abbondante metà degli anni Novanta.
Comment di Kumagoro • 20 Maggio 2009 18:25