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Letture al sole III

Di bello:

Nonnonba – Storie di fantasmi giapponesi, di Shigeru Mizuki: la migliore lettura del weekend è un altro vecchio manga, in questo caso di Shigeru Mizuki, poco noto in Italia ma uno dei mostri sacri giapponesi, in questo caso quasi letteralmente! Infatti questo volume è un interessante ritratto parzialmente autobiografico dell’infanzia dell’autore, in cui una specie di tata parla dei classici mostri giapponesi (yokai) al ragazzino protagonista, mostri che lungi dall’essere mitici fanno parte dell’esistenza quotidiana. E’ un racconto su un Giappone in cui la tradizione (rappresentata dagli yokai ) si scontra e si fonde col presente (lo spettro della guerra, la povertà, le malattie) e il futuro (le città così lontane e moderne, il cinematografo). Più un manga storico che un horror, ma un’opera monumentale.

Sul fondo del cielo, di Osamu Tezuka: raccolta di storie brevi di Tezuka in una bella edizione della Hazard. Tezuka è come sempre un genio della narrazione, ma ciò che colpisce in questi racconti è il fatto che siano particolarmente “dark” e pessimisti. Tezuka ha sempre alternato uno spietato realismo in cui mostra il lato più oscuro degli uomini a un lato solare pieno di speranza e amore per la vita: in questi racconti è il primo che prevale, spesso accostato a delirii, incubi e visioni. Alcuni racconti sono più riusciti e altri meno (cito tra i migliori quelli del direttore mendicante e quello dedicato alle lotte studentesche) , ma in generale bellissimo e a tratti agghiacciante.

Dylan Dog 2, Jack lo squartatore, di Tiziano Sclavi e Gustavo Trigo:  non me lo ricordavo così interessante il secondo Dylan Dog! A parte gli spettacolari disegni di Trigo, Jack lo squartatore è solo un pretesto (e un curioso deus ex machina per il finale!) per una piccola trama gialla ottimamente sceneggiata. Se poi aggiungiamo le belle pennellate che sa dare Sclavi quando è in forma (penso ad esempio al personaggio del lord innamorato) e qualche finezza di sceneggiatura, otteniamo un bonelliano veramente apprezzabile.

I am a hero v. 6, di Kengo Hanazawa: sono sempre più convinto che quando questo manga apocalittico pseudo-zombesco sarà finito sarà da rileggere per reinterpretatare la storia, perché l’aspetto più interessante continua ad essere la domanda “cosa si sta immaginando il protagonista e cosa è effettivamente reale?” e appare che il confine tra le due cose sia sottilissimo. Ora siamo arrivati, comunque, nella fase zombesca dell’asserragliamento nel centro commerciale, inevitabile. Lettura comunque spassosa.

Di così così:

Dylan Dog 3, Le notti della luna piena, di Tiziano Sclavi e Montanari & Grassani: in realtà questo Dylan Dog ha anche una bella sceneggiatura, con un paio di bei colpi di scena (Groucho imprigionato dalla strega mentre racconta la barzelletta, il ragazzo ritardato visto con compassione e che agisce da risolutore – tema poi molto sfruttato da Sclavi), ma io Montanari & Grassani, così rigidi e privi di espressività, proprio non li reggo e fanno perdere un sacco di punti.

Nodame Cantabile v. 23 di Tomoko Ninomiya: ultimo numero della serie regolare (ci saranno poi due speciali).  Avrebbe potuto finire in uno qualsiasi dei 5-6 numero precedenti, ma, come si usa in Giappone, c’è voluto un editor che dicesse “stop” in un momento pseudocasuale. In questo senso, lo scioglimento così atteso e telefonato perde molto di pathos, ma comunque un pochino ci si commuove lo stesso. E’ proprio impossibile non affezionarsi a Nodame!