Pentacar: automobile progettata dai laboratori della casa automobilistica cinese Brum Tsu. Prendendo esempio dalle sedie da ufficio, che hanno un’invidiabile stabilità dovuta ai cinque bracci della base, gli ingegneri cinesi proposero una vettura pentagonale con cinque ruote, chiamata, dagli astuti uomini del marketing della Brum Tsu, “Pentacar”. La Pentacar è stata lanciata in Kenya, come mercato di prova, mediante una campagna molto aggressiva scandita da slogan del tipo “Pentacar! La tua pentamica per la pentaspesa!”. Purtroppo, la vettura è stata un insuccesso, un po’ perché nessuno sa come parcheggiare un’auto pentagonale, un po’ perché la gente, si sa, ha paura dell’innovazione, un po’ perché in Kenya la gente non ha i soldi per comprare automobili di qualunque numero di ruote. Ciononostante, i concorrenti dell’australiana Chollaroo stanno per lanciare in Tanzania la “Esosa”, macchina esagonale a sei ruote. Gli analisti osservano con fiato sospeso l’escalation al numero di ruote.
Squadra Anti Mariuoli (SAM): divisione speciale della polizia di Boston, costituita dopo le lamentele dell’ennesima anziana signora vittima di marachelle da parte dei monellacci del quartiere. Per evitare di sottrarre risorse a questioni più importanti, fu quindi costituita ex-novo una squadra da dedicare a tutti i fatti sgradevoli ma che non costituiscono reato, come suonare il campanello, fare pernacchie, correre sui prati o stazionare di fronte a casa delle signore a giocare a Magic. Purtroppo, per definizione, tutti i mariuoli catturati dalla SAM vengono rilasciati perché non hanno commesso reati, e la squadra SAM, priva di risultati, è stata mandata a dirigere il traffico.
Tricchiarello Extreme: versione videoludica del celebre gioco del Tricchiarello, sviluppato nel 2006 dalla software house svizzera Emmental Blast per vari tipi di console. Nel videogame si può scegliere tra diversi personaggi, tra cui il lanzichenecco, il villico bergamasco, il predicatore invasato o il monatto; dopodiché, all’interno di sterminati livelli in cui la vita del 1400 è ritratta sin nei minimi dettagli, si svolge la sfida tra due o più avversari. Il match inizia quando uno dei giocatori tira un buffetto ad un altro, lanciando la sfida; a questo punto i personaggi devono avventurarsi per il livello alla ricerca di una nespola da sparare in faccia all’avversario con uno shotgun, vincendo così la partita. Nel mentre, però, i giocatori si possono ostacolare, sia nel gioco nascondendo trappole o sparando palle di fuoco, sia nella realtà, tirandosi vecchie sugli avambracci o giuggiole sui lobi delle orecchie. Il gioco fu un vero e proprio successo in Ticino e nelle province di Lecco e Como, ed è stato segnalato dalla regione Lombardia come “esempio preclaro di videogioco educativo”.
Burrito al burro di burro: piatto inventato dall’Associazione Italiana Filomessicana (AIFM) in collaborazione con l’Associazione Messicana Filoitaliana (AMFI), esso consiste in un tipico burrito, però condito con burro di asino (burro in spagnolo, appunto). Quando si resero conto del potenziale commerciale del piatto, le due associazioni iniziarono a litigare per vili questioni economiche, e la prelibatezza non è mai stata resa disponibile. Nel frattempo, però, J.K. Rowling ha introdotto la “burrobirra” nella sua saga di Harry Potter, e ha inviato lettere di diffida alle due società perché, secondo lei, il nome del Burrito al burro di burro è troppo simile alla sua creazione. Avendo a disposizione più avvocati e più picchiatori dei membri complessivi della AIFM e dell’AFMI messi assieme, ha vinto lei il contenzioso. Ora la AIFM e la AMFI, di nuovo riconciliate, si mangiano le mani e pensano di far uscire il “burrito alla manteca d’asino” che però non ha lo stesso appeal. Il burro d’asino, comunque, è pessimo.
L’ora dello sputacchio: espressione colloquiale per indicare le ore cinque e cinquantacinque in Afghanistan. Infatti in lingua afghana tale ora del giorno si esprime come “ffpfai fef ffpfaifaf-ffpfai”, e inevitabilmente la pronuncia di questa frase reca prevedibili effetti collaterali. Le 5:55 sono l’ora del rito del tè a Khabul, quindi è molto comune vedersi a quell’ora: senza questa parafrasi, i biscottini da té afghani sarebbero ricoperti di saliva.
Chimicone di Manduria: vino rosso immesso sul mercato nel 2003 con il nome di “Primiticcio di Manduria”, nel tentativo di sfruttare il nome del conterraneo Primitivo. Ben presto divenne noto come “Chimicone” per le sue peculiari caratteristiche organolettiche che non ricordano nulla di esistente in natura. Tale prodotto divenne assai popolare fra i giovani per il suo basso costo e per l’alto contenuto di agenti chimici, presenti in quantità tale da provocare trip alluginogeni, soprattutto se si accompagna la bevanda con tarallucci al finocchetto. Nel settembre 2004 il Chimicone fu ritirato dai supermercati, in seguito all’intossicazione di un gruppo di ragazzi di Andria che avevano festeggiato un compleanno brindando con abbondanti dosi del vino incriminato e che si erano buttati dalla finestra per sfuggire ai “koala neri della Morte”. Nel febbraio 2005 il Chimicone fu reintrodotto sul mercato come tinta industriale.
Cattedrale delle Bricioline: costruzione posta sulla collina che domina Bistrutto Sottana in provincia di Mantova, la Cattedrale delle Bricioline venne ideata da San Pancrazio Vergine nel 932. Egli, in anticipo di mille anni su Gaudì, volle che la torre venisse costruita dai fedeli, e non con semplici mattoni: a simboleggiare la costruzione della Salvezza Eterna mediante piccoli gesti quotidiani, richiese che ogni fedele portasse una briciola di pane e che contribuisse all’erezione della Chiesa con quella. All’inizio del 933 la Cattedrale delle Bricioline iniziò a prendere forma, quando, purtroppo, una colonia di formiche scoprì tutto quel ben di dio. Negli ultimi undici secoli si è quindi protratta una continua lotta tra i fedeli e i malefici insetti, ma la Cattedrale delle Bricioline continua ad essere incompiuta. Conseguenza di tutto questo è la fioritura nel mantovano dell’industria dei panifici e degli insetticidi, che hanno infatti San Pancrazio Vergine come patrono.
Gramaiòn: mostro della tradizione piemontese utilizzato per spaventare i bambini capricciosi: “Se non mangi tutto il tuo brasato al barolo, chiamo il Gramaiòn!”. Il dottor Pierluigi Schenone, dell’università di Ovada, ha dedicato la sua carriera accademica a raccogliere tutte le tradizioni sul Gramaiòn; purtroppo, il risultato si limita a quanto già riportato in questa voce di enciclopedia, giacché il Gramaiòn era un’invenzione di sua madre.
Capponeira: variante della capoeira praticata dagli sguatteri e dagli aiuto-cuoco brasiliani. Si tratta di una danza-combattimento in cui i due contendenti si sfidano reggendo un cucchiaino fra le dita di ognuno dei due piedi, posata con la quale devono rompere un uovo alla coque appeso al collo dell’avversario. Per impedire agli sfidanti di utilizzare le braccia, viene loro dato fra le mani il pentolino bollente in cui sono appena state preparate le uova alla coque. Il vincitore può decidere se mangiare le due uova oppure se romperle in testa all’avversario.
Legumenottero: piccolo coleottero della Mongolia, ha l’aspetto di un fagiolo e si nutre soprattutto di legumi. Il legumenottero, noto col nome di garut in mongolo, spesso finisce dentro i sacchi di fagioli secchi utilizzati dai pastori mongoli: allora, in preda alle convulsioni per la gioia, questo insetto si nutre fino a morire di indigestione. Dato che il loro aspetto è indistiguibile ad occhio nudo da un fagiolo vero, i legumenotteri finiscono inevitabilmente in pentola insieme al proprio cibo preferito. Non per nulla, la zuppa di fagioli in lingua mongola si chiama garut sayeel, “zuppa di garut”.
The Lollobillies: celebre complesso pop degli anni ’60, detentore di un singolare primato. Su 265 canzoni composte dal gruppo, ben 244 contengono la parola “love” (amore), 131 la parola “flower” (fiore) e 106 la parola “taxidermy” (tassidermia). I Lollobillies sono rimasti nel cuore dei fan grazie a canzoni come Flowers to my love, More flowers, more love, Love the flower e Taxidermy of love.
Vintage Medecine: branca della medicina lanciata dal dottor Wallace Scrubblemore di Cambridge, che decise di sfruttare la recente moda dell’abbigliamento Vintage – consistente nel riutilizzo di abiti d’epoca – inaugurando un analogo trend nell’utilizzo dei medicinali. I seguaci della Vintage Medecine si curano quindi con medicinali rigorosamente scaduti, preferibilmente degli anni ’60 e ’70, non tanto perché ritengono che questo abbia qualche benefico influsso sulla loro salute, ma perché è di moda e le persone più à la page lo fanno. Gli appassionati di Vintage Medecine possono contare su una catena di farmacie aperta da Scrubblemore, ma i più alla moda sono coloro che rovistano nelle soffitte e nelle cantine di nonni e genitori in cerca dei farmaci d’annata più esclusivi. L’ultimo seguace della Vintage Medecine è morto per intossicazione da medicinali il 22 agosto 2007, seguendo un’ampia schiera di appassionati.
Scrubblemore abita oggi in una villa alle Bahamas e gode di ottima salute.
Gorlap: materiale per pentole e padelle realizzato nel 1973 in laboratorio dal chimico Heinrich von Salmonn, ottenuto mediante la miscela di vari ingredienti chimici e da un composto realizzato a partire dalla pelle secca del gorilla. La linea Gorlap Kitchen non resistette più di un anno sul mercato per motivi di vario tipo. Innanzitutto, non di rado nei piatti cucinati con pentole in Gorlap capitava di trovare peli di gorilla; in secondo luogo, se portati a una temperatura superiore ai 52 gradi, gli utensili in Gorlap cominciano a emanare un deciso odore di gorilla morto. Ultimo ma non meno importante, l’utilizzo del Gorlap ha portato sull’orlo dell’estinzione i gorilla del Congo, e a causa di questo gli utilizzatori del materiale sono spesso visitati da fantasmi di scimmie che tirano loro cacca ectoplasmica.
Lampadina: oggetto speciale del primo classico Super Mario Bros per Nintendo. Nessuno sa come ottenerla né a cosa serva, e i programmatori del gioco negano la sua esistenza, ma Alan, amico di mio cugino Lorenzo, dice che c’è.
Semaforo rosa: speciale colore di un semaforo posto in un incrocio di Bigadina Sabbiafine, in Emilia Romagna. Nel 1988, l’assessore al traffico Rosella Menabuoi decise di sperimentare un nuovo segnale al semaforo principale della cittadina romagnola. In esso compariva un quarto colore, il rosa appunto, che secondo l’idea del fantasioso assessore sarebbe servito a favorire le donne: col semaforo rosa, possono passare solo le donne, sia in auto che a piedi, che sono così al riparo dai pirati della strada, quasi sempre uomini. Purtroppo, in questo modo, col semaforo rosa passavano indistintamente tutte le donne, come automobiliste e come pedoni, da qualsiasi direzione provenissero, provocando una serie di incidenti mortali. Tre mesi dopo, la popolazione di Bigadina Sabbiafine era composta unicamente da maschi e da Rosella Menabuoi, che girava in elicottero.
Gran Muftì: nome di una coppa gelato al gusto pistacchio e amarena messa in commercio sul finire degli anni ’90 dalla Polacchini Dolciumi di Borgo Gerbillo, paesino dell’Emilia in provincia di Modena. Renato Polacchini, proprietario della ditta, ignorava il fatto che in ambito islamico Gran Muftì è un titolo riservato ad alte autorità religiose.
Nei primi mesi del 2002 il mullah Arkhalabadetelahf, un fondamentalista islamico che andava a funghi dalle parti di Borgo Gerbillo, si imbattè in un bar nel gelato Gran Muftì, e trovò un affronto alla sua religione che un titolo così prestigioso fosse usato come nome per un gelato, per di più al pistacchio, gusto da lui odiato.
Il mullah chiese a Polacchini di cambiare nome al gelato, ma questo si intestardì e si rifiutò di tornare sui suoi passi. Ne nacque una vera e propria guerra santa all’indirizzo di Borgo Gerbillo. Dapprima, fu fatta esplodere un’autobomba davanti alla bottega del macellaio Nino. Poi, un kamikaze si fece saltare in aria nel bel mezzo di un partita alla bocciofila del paese. Infine, la chiesa di San Pasternazio fu interamente ricoperta di Post-It. In seguito a questo ultimo affronto, il parroco don Baleno riuscì a parlare con Polacchini e convincerlo a cambiare nome all’infausto gelato.
Da allora la coppa Gran Muftì ha cambiato nome in Gran Puftì.
Succo di merba: nel 1978 la Danzetti SpA decise di lanciare il succo di frutta alla mela acerba, commercializzandolo come Succo di merba, operando una crasi, o, più in breve, “Merba”. Gli esperti di marketing della Danzetti furono sorpresi dall’insuccesso della Merba, che però regalò molte ore di divertimento a grandi e piccini durante la spesa.
Squalo tornado: razza di squali presente solo a nord dell’isola di Bela Farina, nei Caraibi. All’apparenza si tratta di squali normali, la cui lunghezza difficilmente supera i due metri e mezzo. Tuttavia, benché l’avvenimento non sia mai stato documentato, questi predatori sono famigerati per la loro strategia di attacco a dir poco particolare. Quando in mare scarseggia il cibo, essi infatti si radunano in gruppi da due a sei esemplari, e cominciano a girare in tondo a velocità vorticosa fino a formare una piccola tromba d’aria. A questo punto, essi si lasciano trasportare in aria dal tornado, e quando avvistano una preda su una spiaggia – un cane, un cavallo o magari anche un uomo – si catapultano verso il malcapitato, dilaniandolo al volo. A questo punto, satolli, si lasciano scivolare in mare trascinati dalle onde. Per questo motivo i belafarinesi, quando avvistano una piccola tromba d’aria a largo di una spiaggia, si procurano subito un ombrello per ripararsi dall’attacco degli squali tornado.