Ho un ricordo abbastanza vivo delle feste che si tenevano alle elementari. Mi pareva che ce ne fossero tante, ma ho scoperto solo in seguito che in realtà mi invitavano ad una piccola parte di esse dato che, da bambino, pare che io stessi sui marroni un po’ a tutti. Avranno avuto le loro buone ragioni.
Uno degli episodi più fenomenali è avvenuto alla festa di Alessandro M.. il quale si era messo alla porta e controllava che tutti gli invitati portassero un regalo. Chi non portava il regalo, non era ammesso alla festa. Non ho mai capito se Alessandro fosse particolarmente avanti e avesse già capito come funziona questo cinico mondo, oppure se fosse semplicemente un po’ tardo e non capisse i principi basilari dell’educazione.
Un altro meraviglioso episodio in una festa, che ha segnato anni e anni della mia vita, è avvenuto quando, un pochino più grandicelli, alla festa di Cristina P., si tenne il seguente dialogo.
Cesare R: Io so cosa vuol dire scopare!
Tutti gli altri: Sì, certo, significa strisciare la scopa sul pavimento per raccogliere polvere, briciole o altri residui che non si desidera rimangano lì
Cesare R: No, significa mettere il cazzo dentro la figa (scusate il francese NdR)
Tutti gli altri (a cui sfuggiva il vantaggio di un’operazione così astrusa ma che non volevano apparire minchioni): Oooooh!
(momento di silenzio)
Enrico C: E voi sapete cosa vuol dire "pettinare"?
Tout le monde (che non osava più azzardare previsioni. Forse era mettere il ginocchio nell’ascella?): (silenzio)
Enrico C: Lo stesso di scopare!
Ho passato quindi anni e anni della mia esistenza a credere che le espressioni "scopare" e "pettinare" fossero sostanzialmente intercambiabili. Tuttora mi chiedo da dove Enrico C. abbia tirato fuori quell’idea: una mia ipotesi è che avesse orecchiato l’espressione petting e l’avesse "normalizzata" in pettinare.
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