Credo che la mia prima uscita fuori dall’Italia sia avvenuta alla fine degli anni ’70, ed abbia avuto come modesta meta la Costa Azzurra, con particolare riferimento all’Acquario di Monaco. Non ho un ricordo vivido di quest’ultimo, se non per lo scheletro di balena che campeggia in una sala. Più avanti, quando diventai un fan dei dinosauri, mi autoconvinsi di aver visto un fossile di plesiosauro, ed ero esaltatissimo all’idea di aver visto un dinosauro vero. In realtà dovettero passare oltre vent’anni prima che potessi ammirare un fossile di dinosauro vero e proprio, e ho dovuto trascinare le mie pesanti chiappe fino a New York per lo scopo.
Ma torniamo in Francia (o nel Principato di Monaco, vabbè, non formalizziamoci). Non ebbi lo shock culturale che ci si può aspettare dal trovarsi per la prima volta in un posto dove tutti parlano una lingua diversa. Fu una concomitanza di più fattori a mitigare il trauma: innanzitutto la consapevolezza che avevo dell’esistenza di lingue straniere (cosa lungi dall’essere automatica), poi la presenza costante e protettiva dei miei che facevano da filtro e scudo verso i malvagi autoctoni, il paesaggio sostanzialmente identico a quello a me familiare della Riviera Ligure di Ponente, e, ultimo ma non meno importante, persino il cibo. Infatti dopo la visita ci recammo a pranzare in un ristorante, e probabilmente mangiai qualcosa di non troppo estraneo ai miei gusti: in fondo, la cucina ligure e quella nizzarda hanno poche differenze.
L’innocenza fu perduta quando, dopo mangiato, uscii nel giardino del ristorante mentre i grandi si attardavano a tavola. Antistante al locale un piccolo parco giochi era a disposizione dei giovani clienti, e io mi trastullai allegramente. All’improvviso, il dramma. Si avvicinò un bimbo francese che attaccò a parlarmi, ovviamente in francese. Dopo un monologo accorato, si rivolse a me e mi chiese qualcosa, rimanendo in attesa di una risposta. Io, un po’ in panico, capii che mi stava parlando in francese, e decisi di rispondere con l’unica parola in quella lingua che conoscevo: Bonjour. Lui mi guardò come si guarda un imbecille e se ne andò.
Mi rimarrà per sempre la curiosità di sapere che cacchio aveva detto quel piccolo mangiarane.
59 Comments »
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l’acquario di Monaco fa cacare, quello di Genova è molto più bello
Comment di golosino • 11 Aprile 2007 14:25
A quei tempi era mejo quello di Monaco. E poi a Monaco c’è l’Oktoberfest e il Bayer, quindi merita una visita!
Comment di xx • 11 Aprile 2007 14:29
Comunque io preferisco Monaco di Baviera, quello dove ci girano le formule uno!
Comment di kotekino • 11 Aprile 2007 16:15
Al Museo di Scienze Naturali di Genova c’è (e c’era anche alla fine degli anni Settanta) lo scheletro completo di una balenottera azzurra, creatura molto più grande non soltanto della stupida balenina di Montecarlo, ma anche di qualunque dinosauro (o plesiosauro, che come ben sappiamo, non è un dinosauro).
Cos’è “il Bayer”, la squadra in cui nessuno ha mai il raffreddore?
No, aspettate, questa va assolutamente postata: per controllare la grafia di Bayer e Bayern, ho trovato la pagina dedicata alla casa farmaceutica. La lista delle sue più celebri scoperte è la più bella lista che abbia mai letto (anche perché ignoravo che ci fossero parentele strette fra aspirina, eroina e poliuretano espanso):
Bayer has discovered, among others:
Aspirin — a pain reliever, arguably the most successful drug ever
Heroin (diacetylmorphine) — an addictive drug, originally sold as a cough treatment, and arguably the most successful illegal drug ever. Heroin was a Bayer trademark, until World War I
Methadone
Mustard gas — a blister-causing chemical weapon
Tabun — a nerve agent
Ciprofloxacin — an antibiotic used to treat anthrax and urinary tract infections.
Levitra — a treatment for Erectile Dysfunction
Polyurethane — a very versatile polymer for a wide variety of applications
Polycarbonate — the material of the CD, Lego etc. (Makrolon)
Comment di Kumagoro • 11 Aprile 2007 23:21
Al Museo di Scienze Naturali di Genova c’è (e c’era già alla fine degli anni Settanta) lo scheletro completo di una balenottera azzurra, creatura molto più grande di qualunque stupida balenina di Montecarlo, nonché di qualunque dinosauro (o plesiosauro, che come ben sappiamo NON E’ un dinosauro).
Cos’è “il Bayer”, una squadra in cui nessuno ha mai il raffreddore?
No, aspettate, questa va condivisa: per controllare la differenza di grafia di Bayer e Bayern, ho trovato la lista delle più note scoperte della casa farmaceutica tedesca, ed è la lista più bella che abbia mai letto (anche perché ignoravo ci fosse una parentela stretta fra aspirina, eroina e poliuretano espanso).
Bayer has discovered, among others:
·Aspirin — a pain reliever, arguably the most successful drug ever
·Heroin (diacetylmorphine) — an addictive drug, originally sold as a cough treatment, and arguably the most successful illegal drug ever. Heroin was a Bayer trademark, until World War I
·Methadone
·Mustard gas — a blister-causing chemical weapon
·Tabun — a nerve agent
·Ciprofloxacin — an antibiotic used to treat anthrax and urinary tract infections.
·Levitra — a treatment for Erectile Dysfunction
·Polyurethane — a very versatile polymer for a wide variety of applications
·Polycarbonate — the material of the CD, Lego etc. (Makrolon)
Comment di Kumagoro • 11 Aprile 2007 23:26
(E comunque, per la cronaca, “il Bayern Monaco” = “il Monaco di Baviera”!)
Comment di Kumagoro • 11 Aprile 2007 23:29
la Bayer ha scoperto l’eroina? e la vendeva per curare la tosse?
tu pensa…
Comment di golosino • 12 Aprile 2007 09:25
Io ero convinto che la squadra si chiamasse Bayer perché sponsorizzata dalla casa farmaceutica, un po’ come “Lanerossi Vicenza” o come tutte le squadre di pallavolo in Italia. Ora che so che non è così sono un po’ più triste: Wikipedia è lo strumento del demonio.
Comment di xx • 12 Aprile 2007 09:51
xx: ci sono due squadre che militano in Bundesliga: il Bayern Monaco (ovvero, come sottolinea Kuma, Monaco di Baviera: Bayern è aggettivo, significa bavarese) e il Bayer Leverkusen (che prende il nome come Lanerossi Vicenza dal suo sponsor e maggiore azionista: la Bayer, che in tedesco significa semplicemente Baviera)
Comment di kotekino • 12 Aprile 2007 11:11
Wiki come al solito e’ fonte infinita: pare che come lunghezza l’Argentinosauro arrivasse ai 45 metri da capo a coda, anche se per peso resterebbe inferiore alle 150 tonnellate di una balenottera azzurra.
(merito della dieta vegetariana?)
Comment di MCP • 12 Aprile 2007 13:17
Kotekino: diabolici mangiacrauti!
MCP: ah, questo dev’essere una novità degli ultimi anni. Ai miei tempi (cioè i tempi di “Guarda e scopri gli animali della Preistoria”) il più lungo era il diplodoco coi suoi miseri 25 metri di lunghezza, per di più tutti di coda.
Comment di xx • 12 Aprile 2007 13:29
Ho letto che ci sarebbero nuovi ritrovamenti dinosaurieschi che sfidano la balenottera, ma pare siano controversi (immagino perché ne hanno ricostruito le dimensioni ipotetiche sulla base del ritrovamento di un frammento di costola).
Golo: è per questo che i protagonisti dei romanzi ottocenteschi prima tossivano, poi deliravano un po’, e infine morivano.
Comment di Kumagoro • 12 Aprile 2007 14:34
Ammirate!
http://en.wikipedia.org/wiki/Image:Bayer_Heroin_bottle.jpg
(Non era semplicemente un rimedio contro la tosse, era un rimedio contro la tosse PER BAMBINI! Chissà la comunicazione pubblicitaria: “Ai bambini buoni, la dolce eroina”).
Comment di Kumagoro • 12 Aprile 2007 14:48
XX: alle elementari il diplodoco era materia di brevi ma affascinanti dispute tra noi amichetti dinosaurologi – alcuni sostenevano che il brontosauro fosse piu’ lungo, ma di solito venivano sbugiardati in pochi secondi, libri illustrati ed enciclopedie didattiche alla mano. Avessi conosciuto l’Argentinosauro all’epoca, avrei fatto un figurone pazzesco.
Comment di MCP • 12 Aprile 2007 18:34
wow, chissà come curavano l’influenza…
Comment di Golosino • 13 Aprile 2007 08:54
accidenti, la G maiuscola ha rapito il mio Gheddafi
Comment di golosino • 13 Aprile 2007 08:54
MCP: il brontosauro è più pesante e scoreggia di più, il diplodoco più lungo. A me piaceva il diplodoco perché era uno dei pochi dinosauri senza il suffisso “-sauro”. Il triceratopo era un altro simpaticone di questa cricca.
Golosello: il tuo eccesso di prudenza nel non voler salvare i dati sul browser (e nel non mettere la mail nel form, disgraziato!) ti ha punito. Il signor MD5 è implacabile.
Comment di xx • 13 Aprile 2007 09:33
vediamo cosa ciene fuori con la z al posto dell’s
Comment di golozino • 13 Aprile 2007 14:22
che schifo…
Comment di golosino • 13 Aprile 2007 14:24
Davvero non sapevate che l’eroina fosse un ‘marchio registrato’ (dire una scoperta è un po’ troppo, alla fine è oppio) della bayern?
Dubito comunque che venisse usato come rimedio per la tosse, più probabilmente come calmante generico.
Va detto anche che a tutt’oggi negli ospedali si usa la morfina, e non fa una gran differenza.
Comment di mauz • 13 Aprile 2007 17:25
Vabbè ovviamente volevo scrivere Bayer, o forse credevo che fosse un’industria farmaceutica sponsorizzata da una squadra di calcio. :D
Comment di mauz • 13 Aprile 2007 17:27
Quest’articolo racconta in modo molto dettagliato la storia dell’eroina Bayer (che in realtà fu una “riscoperta”; comunque l’eroina è oppio tanto quanto la Coca Cola è acqua zuccherata).
http://opioids.com/heroin/heroinhistory.html
Era proprio mirata a combattere la tosse. (Del resto, anche la Coca Cola. La tosse è stata una delle grandi ispirazioni del genio umano!).
Meraviglioso il fatto che voleva essere molto meno assuefante della morfina, e che in questo senso venne lanciata. E anche la genesi del nome, “la sostanza che rende eroi”. Molto ironico, eh?
Comment di Kumagoro • 13 Aprile 2007 21:51
La Coca (ehi, che nome rivelatore!) era anche per il mal di testa e vari acciacchi. In sostanza (ah ah), responsabile di un po’ tutte queste invenzioni fu la mania di salutismo che c’era tra fine ‘800 e primi del ‘900 -formidabili le pubblicità d’epoca- stigmatizzata anche in un film con Hopkins e Broderick
Comment di MCP • 14 Aprile 2007 10:49
Voi, però, vi dimenticate del brachiosauro, che era sì più corto di diplodoco e brontosauro, ma molto più pesante e molto più alto!
Comment di deedrew • 15 Aprile 2007 12:13
Quindi, se ho ben capito, il brachiosauro era così grosso perché si faceva di eroina.
Mi sfugge cosa c’entri tutto questo col mio viaggio a Monaco, ma passerò oltre. ;)
Comment di xx • 16 Aprile 2007 09:32
io la Coca la uso al posto dell’Alka Seltzer, perché fa fare dei rutti portentosi
Comment di golosino • 16 Aprile 2007 09:44
Era per farla breve. Gli oppiacei -alla fin fine- sono tutti molto simili, come effetti, come tipo di dipendenza e come sintomi da astinenza, fondamentalmente cambia poco più che la concentrazione e il metodo di somministrazione.
Mi lascia un po’ perplesso che un narcotico oppiaceo potente come l’eroina possa dare una sensazione di “eroismo” (che anzi, di solito viene usata ed abusata proprio per la sua capacità di fare sentire l’utente “in pace con se stessi e con il mondo”), tanto che mi viene il dubbio che l’eroina di cui si parla non abbia molto a che vedere con quella che conosciamo oggi, se non il nome.
Comunque la cocacola è acqua zuccherata.
Comment di mauz • 16 Aprile 2007 17:34
mauZ: ti sfugge il senso. Versa dell’acqua zuccherata in un bicchiere con un po’ di ghiaccio e una fettina di limone, e servila come “Coca media” in pizzeria. Credo che i clienti si accorgeranno della differenza.
Ed è chiaro che qualunque prodotto della seconda metà dell’Ottocento sarà radicalmente diverso dagli analoghi di centocinquant’anni dopo (incluse tutte le droghe più comuni, e la Coca Cola). Il punto fondamentale è che la Bayer ha fatto una figura di cacca all’epoca, subendo anche indagini da parte di istituzioni americane. Cioè, il punto fondamentale è come un’azienda che subisca uno scandalo come quello non sia marchiata per l’eternità, ma riesca a ripulirsi la reputazione in brevissimo tempo, tanto che già a pochi decenni di distanza nessuno ricorda più il fatto.
Comunque la cosa che più mi divertiva di quella lista non era tanto la presenza dell’eroina quanto l’insieme delle sostanze: aspirina, eroina, metadone (come dire: ci togliete il brevetto per l’eroina? Eccovi “la cura”!), gas mostarda, gas nervino, un prodotto che cura sia l’antrace che le infezioni urinarie, uno per migliorare l’erezione, e il materiale con cui sono fatti i mattoncini Lego (e magari questi ultimi due, a causa di un disguido di consegna, causarono un altro grave scandalo in seguito sepolto).
Comment di Kumagoro • 16 Aprile 2007 19:13
l’acquario quello di genova e` piu` bello di quello di monaco!! (io&marco abbiamo lasciato questo simpatico commentino sul quaderno del museo…ihihihihih, stupidi monachesi)
Comment di mela • 27 Aprile 2007 15:25
Questo mi fa ridere perché mi immagino il custode del museo che sbatte il cappello per terra, agita il pugno nei confronti dell’Italia e grida “Maldits italiens!”
Comment di xx • 27 Aprile 2007 16:06
Se è per questo, io sto meditando tutta una serie di insulti da scrivere sui registri dei musei parigini, dato che prima o poi, nella vita, dovrò vederli… se non altro per bearmi di opere ITALIANISSIME che dei miserabili ladruncoli, in fattispecie uno nano e con manie di grandezza, hanno rubato qua da noi… e da bravi esaltati hanno accolto trionfalmente le opere trafugate, al loro ingresso in Parigi, salvo poi rimanerne delusi perchè erano imballate (eccetto i cavalli si San MArco, portati via da Venezia in condizioni misteriose)… per inciso… rimarranno imballate a lungo… a quello che, al tempo era il Musée Napoleon… growl… (acidità di stomaco…)
Comment di Chicca • 27 Aprile 2007 18:11
Appoggio i sentimenti antifrancesi e ringrazio dell’occasione fornitami.
Comment di Joril • 27 Aprile 2007 20:50
Quando vuoi… Nel libro “L’antico nella storia del gusto” di haskell-Penny, il capitolo dedicato alle spoliazioni napoleoniche in italia si intitola eufemisticamente “Dispersioni”. L’ho studiato masticando magnesia bisurata aromatic e chiosando il libro con insulti. Maledetti presuntuosi minati da complessi di inferiorità. E copioni. Ecco.
Comment di Chicca • 28 Aprile 2007 11:52
Spero di non offendere nessuno se vi faccio notare (e credo di averlo già fatto) che Napoleone era italiano, anzi toscano di origine lombarda. La Corsica quando è nato era ancora sotto il dominio della Repubblica di Genova (viene ceduta alla Francia proprio quell’anno).
“La famiglia [di Napoleone], in origine nota come Buonaparte, era di piccola nobiltà italiana, proveniente dal ramo toscano di una famiglia lombarda trasferitasi in Lunigiana” (Gianni Rocca, “Il piccolo caporale. Napoleone alla conquista dell’Italia”, Mondadori). (Altre fonti specificano che la famiglia si trasferì da Sarzana ad Ajaccio, entrambe città di dominio genovese). “Dovette imparare il francese prima di entrare in accademia, ma parlava con uno marcato accento italiano che conservò per tutta la vita, e non riuscì mai a pronunciare correttamente il francese”.
Temo che Napoleone abbia fatto ciò che ha fatto proprio perché era di cultura italiana.
Comment di Kumagoro • 28 Aprile 2007 19:13
Kuma concordo! Auspico anche che i francesi attuali non restituiscano alcunchè allo stato italiano in preda a sensi di colpa tardivi, visto che almeno da loro un patrimonio artistico viene valorizzato come merita, al contrario di quanto accade da noi dove, se va di lusso, esso non viene deturpato; se va male sì.
Comment di kotekino • 29 Aprile 2007 09:30
…. è opportuno ricordare come il museo egizio di Torino non sia stato certo allestito con ritrovamenti effettuati a Pinerolo e come l’obelisco di Axum abbia creato diverrsi problemini….sono i vizi dei vincitori: il fatto che tutto sommato abbiamo poca refurtiva costituisce indice della potenza espansionistica del nostro paese (senza alcun rimpianto, ovviamente)
Comment di tua sorella • 29 Aprile 2007 12:13
Ri-concordo con i concordanti. L’arte mondiale, sparsa per il mondo per accidenti storici, è bene che rimanga sparsa, o meglio che converga laddove meglio viene preservata. Vogliamo forse restituire tanti patrimoni archeologici fuori sede a certi attuali simpatici regimi medio e centro-orientali che distruggono le opere “blasfeme”?
Senza contare che è sacrosanto e benefico per ogni cultura ospitare musei d’arte straniera (sarebbe devastante, per esempio, chiudere tutti i musei d’arte orientale d’Europa!).
Tornando a Napoleone, è veramente ironico pensare che noi ce lo raffiguriamo come un tizio che parla con accento francese, e i francesi se lo raffigurano come un tizio che parla con accento italiano. Un perfetto emblema del relativismo: entrambe le cose sono vere.
Comment di Kumagoro • 29 Aprile 2007 17:53
Anche se Napoleone era di origine italiana, resta comunque il fatto che agì in modo scellerato per a- delirio di onnipotenza (qua perdonatemi, ma non l’ho mai tollerato); b- per nazionalismo (e di certo non italiano.. e anche se non dovesse essere stato francofilo lui stesso, logica vuole che lo abbia fatto per assecondare i sentimenti patriottici dei francesi.. e quindi per opportunismo politico. Ergo: o invasato o venduto); c- in ottemperanza alla frase di Colbert: “Nous aurons tout ce qu’il y a de beau en Italie” (certo, Colbert e Luis XIV si erano limitati a fare calchi e copie).
Oddio, se ci avessero detto: dateci le vostre opere e le manterremo bene, sarebbe stato un conto. Ma l’Italia era terra di conquista. Una delle regole dettate da Napoleone fu di confiscare i beni dei sovrani. Le opere e le collezioni statali e del clero erano da trattare con riserva, per evitare reazioni popolari. I privati, evidentemente, erano risparmiabili e risparmiati (sempre per motivazioni politiche). Ciò non toglie che dal ’96 al ’97 non asportarono nulla. Fu solo dopo Tolentino che cominciarono le lunghe carovane di opere fino al porto di Livorno. E cosa portarono via? Anche opere di stato, fregandosene della contingenza politica. Portarono via tutto quanto piacque al Lalande (e grazie a dio non trovarono modo di portar via la colonna Traiana, cosa che infastidì non poco l’astronomo Lalande.. altrimenti, a tutt’oggi sarebbe in Place Vendome. Come gli affreschi vaticani di Raffeallo sarebbero al Louvre). La cosa carina è che si inventarono pure una canzoncina, per accogliere tutte le opere imballate “Rome n’est plus dans Rome / Elle est toute a Paris”. Si sa, il popolo è bue ovunque.
E non restituirono tutto. Pio VII abbuonò un bel po’ di roba ai Borboni restaurati, per rimanere “buoni amici”. Con sgomento del Canova, che, poveraccio, tentava di fare del suo meglio per tutelare l’arte in ogni suo aspetto. Per non parlare della privatissima collezione Albani, confiscata per il dissenso politico dell’omonimo cardinale. In Italia è tornato solo il bassorilievo dell’Antinoo. Chissà come mai.
Poi, se volete tirare in ballo il mal funzionamento del circuito museale e artistico e del secolarmente sottovalutato partimonio storico culturale italiano, è un tutt’altro paio di maniche. Ma giustificare così le razzie francesi in etrra straniera… mi sembra esagerato. Come potrebbe sembrare esagerata a voi la mia reazione dato che le spoliazioni rientrarono come clausole nei trattati di pace. In amore e in guerra, tutto è lecito. Si dice.
Comment di Chicca • 29 Aprile 2007 18:23
Tutta questa spatafiata perr ricordare che mi sta molto sulle palle che si siano dovute vedere tutte queste dispersioni e alienazioni. Perchè non vi parlerò qui di tutte le vendite inoppotune che ci sono state negli ultimi 2/3 secoli… Davvero: Letteratura Artistica II l’ho studiato col digestivo giuliani a portata di mano.
MA forse è perchè io sono un’accumulatrice senza speranza.
Comment di Chicca • 29 Aprile 2007 18:26
Chicca, non hai risposto comunque alla domanda che in tre ti abbiamo implicitamente posto: preferisci che la Gioconda (e mille altre cose) stia in un museo come il Louvre, o avresti preferito che fosse distrutta/rubata/in mano alla mafia?
Per quanto riguarda il tuo odio per Napoleone, con tutti il rispetto io lo trovo assolutamente irrazionale. Stiamo parlando di un dittatore del XVIII secolo, di uno che si è autoeletto imperatore, la grandeur che esprimeva era puramente individuale, la Francia era lui, e non perché era la Francia, ma perché era il regno di cui si era impossessato (e così era stato per tutti i suoi predecessori, anche quelli legittimati). Non ha inventato lui l’usanza di saccheggiare le città conquistate, non è che macedoni, romani o re cristiani medievali regalassero dolcetti ai vinti. Se ha fatto molto bottino è perché è stato uno dei massimi conquistatori della storia, direi anzi l’ultimo in ordine di tempo (con l’esclusione forse di Hitler), in un periodo in cui c’era molto più da saccheggiare che in passato. Fosse stato Gengis Khan avrebbe distrutto tutto. Lui almeno il valore della cultura lo apprezzava, anche se solo per motivi autocelebrativi (come se i committenti rinascimentali fossero tutti mossi da altruismo, invece).
E poi, che diavolo, duecento anni dopo chissenefrega! Oggi i musei, tutti i musei, sono e devono essere depositari della cultura dell’umanità, un concetto che prescinde da stupidaggini come il patriottismo e le suddivisioni politiche e territoriali. La Gioconda non sarebbe migliore se fosse conservata agli Uffizi (a parte che forse sarebbe bruciata), è la Gioconda è basta, e Leonardo non c’entra nulla con lo Stato italiano attuale, che era di là da venire ai suoi tempi. Peraltro ricordo che proprio la Gioconda è di legittima proprietà del Louvre, perché l’italiano Leonardo se l’era venduta alla Francia, e fu un altro italiano a rubarla e a tentare di rivendersela. Tutto per patriottismo, suppongo.
Comment di Kumagoro • 30 Aprile 2007 00:41
Capisco lo sfogo di Chicca, ma ri-concordo con Kuma. Quel che conta è che oggi i francesi sono un popolo, secondo me, meritevole perchè valorizza l’arte come pochi altri stati al mondo. Gli italiani forse potrebbero essere orgogliosi che vicini di casa, pur molto attaccati alla propria cultura, sfoggino con orgoglio tra le altre anche le magnifiche opere d’arte che i nostri padri conterranei produssero; e potrebbero cogliere l’occasione per provare umilmente ad imparare a fare altrettanto.
Comment di kotekino • 30 Aprile 2007 10:00
Napoleone, Cristoforo Colombo, Garibaldi, tutti liguri e/o di origine ligure. Ecco perche’ siamo in decadenza da un paio di secoli abbondanti: se ci danno lascio per cinque minuti facciamo dei gran cas…ehm, facciamo la Storia! :P
Comment di MCP • 30 Aprile 2007 19:15
Ma anche adesso ce la caviamo, in quanto a opere storiche. Questa per esempio è probabilmente la pagina più surreale di tutta la Wikipedia anglofona:
http://en.wikipedia.org/wiki/Metropolitana_di_Genova
“Ahi genovesi, uomini diversi / d’ogne costume e pien d’ogne magagna, / perché non siete voi del mondo spersi?”.
Comment di Kumagoro • 30 Aprile 2007 21:48
A parte che la Gioconda è sempre stata francese, dono del gran Leo a Francesco I. Tralasciando che a me la Monna Lisa non ha mai ispirato granchè (ma qua, quasi sicuramente, è per vizio di fruizione diretta). Ricordando che l’Italia è sì un paese che sottovaluta il suo potenziale artistico e trascura il proprio patrimonio, ma non mi pare che sia esattamente in mano alla mafia-pizza-mandolino. Concordando che il mio odio possa essere irrazionale (ma si sa, le donne sono spesso e volentieri uterine, e in quanto tali non afferrano bene l’utiità di conflitti armati, siano essi regolamentati o barbare razzie), specie se rivolto a un dittatore schiattato (deo gratia) da almeno 200 anni. Detto questo: sarò testarda, ma continuo a non apprezzare la grandeur francese, visto che, a mio avviso, si fonda solo su una sindrome di inferiorità che ha portato questa nazione sì a grandi cose (che non nego), ma fondate sull’invidia (che poi l’Italia sia andata progressivamente cadendo nello scacchiere internazionale è tutt’altra cosa. Il passato non si può ridurre a noccioline, minimizzato dalla contingenza. Per quanto trovo anche sbagliato l’aggrapparsi ai fasti antichi per ammantarsi degli abiti dell’imperatore). In secondo luogo, per chi non lo sapesse, anche qua da noi ci sono siti, opere, monumenti valorizzati e curati: giusto 5 giorni fa mi son girata Castelseprio, Gornate Olona (monastero di Torba) e castiglione Olona. Notevoli, davvero piccole perle, puliti, seguiti, amati e sponsorizzati. Posti tranquilli e sereni, ancorchè fuori dai circuiti universalmente riconosciuti. Forse il problema, molto banalmente, italiano è che c’è troppa roba. Troppa trascurata, troppa data in pasto a frotte di visitatori. E altrettanto troppa, facile pretesto per profitti personali. La disonestà è dovunque. Il vizio pure. Ma, ciononostante, mi rifiuto anche solo di pensare che, per quanto le cose vadano male, ci si debba svendere agli stranieri per ovviare alla presunta mancanza d’interesse italiano. Basta avere un po’ di amore per la propria terra, senza abbandonarsi a facili cinismi. E chi non è d’accordo, prego, ha sempre un passaporto. E lasci che il qualunquismo e il menefreghismo italiano seppellisca se stesso.
Comment di Chicca • 1 Maggio 2007 12:14
Chicca, sono più o meno d’accordo con quanto dici. Ma le mie riflessioni non vogliono certo significare “prego, stranieri, venite a depredarci perchè noi non sappiamo come si valorizza la cultura”. Anzi, vorrei poter essere fiero di appartenere ad una nazione che non solo fu grande ma lo è ancora (artisticamente e culturalmente parlando, dell’egemonia di altro tipo non me ne importa assolutamente nulla). Ma semplicemente non posso esserlo ed allora esercito il mio pensiero critico (che è l’unica cosa che posso fare visto che non sono un dittatore illuminato) come unica arma per “cambiare qualcosa”, fosse anche una tratto del carattere. E il tratto, secondo me, è che gli italiani sono arroganti come se non di più dei francesi e, come tutti gli arroganti, sono poco propensi a imparare da chi è migliore di loro in qualche campo. E se una sindrome di inferiorità, come la chiami tu, fosse l’altra faccia della medaglia dell’umiltà, qualità che porta all’emulazione e all’apprendimento ? Ecco: l’umiltà manca completamente al nostro popolo, forse proprio per causa del grande passato; ma se è vero che in giro per l’Italia ci sono moltissimi siti e opere meravigliosi e ben tenuti, puliti e valorizzati non vedo perchè non si possa pensare di poter fare meglio (visto che ce ne sono altrettanti, almeno, ignorati e degradati). E se lo spunto venisse da un paese che ha fatto della cultura la sua bandiera (magari anche “usurpandola” ai cugini d’oltralpe) poco importa: non pensi che sia meglio essere senza peccato prima di scagliare pietre ? In questa maniera io manifesto l’amore per la mia terra, come il genitore manifesta l’amore per il suo bambino insegnandogli che se ieri è stato bravo e responsabile ciò non sia da scusa per non esserlo oggi.
Comment di kotekino • 1 Maggio 2007 13:38
K: impagabile la mappa in tedesco!
Comment di MCP • 1 Maggio 2007 14:31
Kotekino ha usato parole di grande saggezza. E’ da parecchio che ho la ferma convinzione che l’orgoglio francese non sia affatto associato a un disprezzo per gli altri. I francesi, e parlo naturalmente di quelli che ragionano (non so se siano più o meno degli italiani che ragionano, semplicemente è inutile giudicare gli idioti, gli idioti non hanno nazionalità), amano molto gli italiani. L’ho constatato personalmente in tutti i campi di cui mi occupo: gli italiani sono sempre fra gli artisti più apprezzati in Francia, e da loro hanno sempre le porte aperte, per questo sempre più spesso passano il confine e vanno a lavorare là dove sono valorizzati (o addirittura là dove hanno proprio la possibilità materiale di lavorare).
La Francia ama l’Italia, la ammira da sempre, fino a volerla possedere, o preservare, od ospitare, a seconda del periodo storico. E’ un’invidia positiva. L’invidia degli italiani per la Francia è invece quella del Paese arretrato che non accetta la propria inferiorità, così palesemente sbandierata nel confronto. Confronto che peraltro trovo persino erroneo: la Francia è una potenza da secoli, l’Italia finge di esserlo da qualche decennio, la disparità anche economica è troppo grande per mettersi a fare paragoni (potremmo farli invece con la Spagna: e ormai anche lì perdiamo di brutto, e questo dovrebbe farci pensare molto di più). Quando tocco con mano i fondi che lo Stato francese destina ogni anno alle attività culturali, mi viene da piangere (ed è lo stesso stato che finanziava un programma nucleare e faceva test di esplosioni atomiche fino a qualche anno fa!). Sono fondi che in Italia non potremmo comunque permetterci, anche ad avere la mentalità giusta.
Prendersela con Napoleone che ci ha rubato i tesori nazionali non è che sia uterino, mi sembra semplicemente un modo per sfogarsi analogo a prendere a pugni un sacco da pugile, o urlare “Governo ladro!” quando piove. La presenza o l’assenza di Napoleone dalla storia non cambia molto le cose alla data odierna.
Poi, la Gioconda dice poco anche a me, è solo un simbolo. E non è stata donata da Leonardo a Francesco I, è stata venduta per 4000 scudi. Ma alcuni dicono che in realtà furono gli eredi a farlo, e che Leonardo la portò in Francia per tenerla con sé, e con sé la tenne per tutta la vita. Napoleone comunque la donò al Louvre, mentre poteva anche tenersela in camera da letto. Il problema qui è forse sottile, ma la soluzione per me è evidente: è come un neonato povero rapito nella culla e affidato a una famiglia ricca che gli fa vivere una vita meravigliosa. Però non è la sua famiglia d’origine. Gli è stato davvero fatto un torto?
Quello a cui volevo arrivare, però, è un altro concetto. Siamo nel 2007, dovremmo superare i patriottismi d’altri tempi. Leonardo era probabilmente più libero di noi, mentalmente. Qui ci troviamo ancora invischiati in ideali mazziniani un po’ obsoleti (in Italia come altrove). Io auspico un mondo in cui le nazioni esprimano identità culturali, non geopolitiche. Dove si superi l’idea di “questo è mio, questo è tuo, questo me l’hai rubato, ridammelo”. Dovremmo sentirci parte di un pianeta, ormai. Altrimenti, per dirla tutta, saranno cazzi amari (e lo saranno).
Poi, una volta di più come Gaber, “io non mi sento italiano. Ma per fortuna lo sono”.
Comment di Kumagoro • 1 Maggio 2007 17:33
Escludendo gli idioti, io direi, caro Kuma, che siamo già parte di un pianeta, tutto sta a prenderne coscienza (e per quello ci vorrà un po’); lo dimostrano i valori che la gente comune già oggi sostiene: la gente gusta l’arte che più gli garba, veste coi capi che ama, usa strumenti che gli servono, viaggia dove non è stata, mangia quel che gli piace e il tutto indipendentemente dalla nazionalità. Poi però è un po’ xenofoba e ce l’ha coi crucchi perchè usano i calzini coi sandali. E non credo che c’entrino gli ideali risorgimentali di grandeur nazionale: quella è aria fritta pseudo-intellettuale che ha molto meno presa sul popolo di un goal di Materazzi al mondiale. E’ un riflesso atavico dei tempi in cui il patriottismo era il carburante necessario a rimanere in vita (se non sei patriottico, non combatti per la tua patria la quale viene invasa e con ogni probabilità verrai sterminato). Ed è una condizione al contorno di un mondo dove i confini (seppur non più fortificati) resistono al tempo, i governi sono molteplici e il diritto di voto ha precisi limiti spaziali.
Questo per dire che delle tue parole non ne condivido solo la chiusura pessimistica: il tempo non ha certamente fortificato le idee nazionali, bensì le sta stemperando portandoci a vivere in un villaggio globale. La direzione presa è quella, possiamo al più lamentarci che la strada è lunga ma è stata imboccata e resta solo da percorrerla.
Comment di kotekino • 1 Maggio 2007 18:36
Chiudo col il mio centesimo post personale: senza dubbio il più arguto di tutti.
Salve a tutti, sono kotekino e mi piacerebbe capire di cosa parlate in questo bel blog ma non sono riuscito a capirci granchè. Però i pinguini nell’immagine in alto sembrano simpatici.
Comment di kotekino • 1 Maggio 2007 18:40
Salutiamo il tuo centesimo post personale inaugurando la top 10 dei logorroici che vedete campeggiare a destra. Complimenti a Kotekoso, e vergogna a me che scrivo tanti commenti ma senza sostanza!
Comment di xx • 1 Maggio 2007 18:52
Dai, trasferiamo la discussione da Italo Francese! :D Questa sera c’era Renzo Piano, un altro che sicuramente senza la Francia non sarebbe quello che e’ ora.
Comment di MCP • 1 Maggio 2007 23:55
Ma non diceva “…ma per fortuna o purtroppo lo sono”?
Comment di xx • 2 Maggio 2007 17:28
Comunque l’arte terrestre non può competere con quella marziana.
Comment di deedrew • 2 Maggio 2007 19:16
XX: Gaber dice “per fortuna o purtroppo” fino all’ultima strofa, dove elimina “il purtroppo”.
Comment di Kumagoro • 3 Maggio 2007 17:39
Comunque, ei fu.
Giusto per precisare che qui l’abbiamo ricordato come un dittatore e un saccheggiatore, mentre in realtà il Bonaparte è stato più una specie di Giulio Cesare dei suoi tempi (o volendo, un Fidel Castro su scala più ampia).
E non era neanche così basso come vuole la tradizione popolare.
Comment di Kumagoro • 5 Maggio 2007 18:51
Ma era una pippa come condottiero. Almeno, questo è quello che si affanna a dimostrare Tolstoj in un buon 200 pagine di Guerra e Pace.
Comment di xx • 7 Maggio 2007 09:12
Chiedo scusa per il silenzio prolungato. Mi sono riletta tutti gli interventi a seguito del mio ultimo e ho pensato che, tutto sommato, preferisco vedere il bicchiere mezzo pieno. Al bando la petulanza. Riconosco che le vostre parole sono vere, ma preferisco restare della mia opinione. Senza nulla togliere alle vostre, per carità. Preferisco vivere le mie opinioni sulla pelle. Se e quando cambierò opinione sui francesi, sarà perché ci avrò sbattuto la testa: ovvero quando ne avrò conosciuti a sufficienza. Sono testarda, sì. Continuerò a non rispettare il ricordo storico di Napoleone, che ho la sensazione mi starà sempre sulle palle a vita (la mia, beninteso). Sono mezza toscana e ho fatto il liceo classico: ho il campanilismo nel sangue. Ma lo riconosco ed è un passo avanti. Come riconosco che passo il mio tempo a vivere e a infiammarmi, anziché documentarmi quasi filologicamente, da brava passionale mezzo romagnola; e forse farei meglio ad avere un po’ più senso del dovere e equilibrare le due cose. Inoltre preferisco vedere il bicchiere mezzo pieno: è vero che vedo un’Italia di tal fatta, sbrodolona e faccendona, come vien spesso descritta, ma pur mantenendo il mio spirito altamente critico, mi sforzo di vivere in un’Italia più positiva, fattiva, concreta (che poi è quella che mi circonda da vicino, anche se quell’altra mi sfiora nel quotidiano). Fatta anche di umiltà, oltre che di campanilismi, quell’umiltà che spinge i più a imparare e i meno a diventare santi. Fatta di buon senso, altruismo e ottimismo, praticità ma non buonismo (e tutti gli altri ismi, tranne il cinismo). E ho intenzione di fare del mio meglio, pur tenendo ben presente, con la coda dell’occhio, la mia proverbiale pigrizia. E il 5 maggio… è una data come un’altra.
Comment di Chicca • 9 Maggio 2007 19:28
Chicca, guarda che qui nessuno è un fanatico sostenitore di Napoleone, eh! :-)
Ogni data è importante. Oggi si celebra Aldo Moro, ad esempio.
Ma ecco, fra i due preferisco commemorare Napoleone, almeno è un ricordo meno ipocrita.
Ma io se fossi Dio
non mi farei fregare da questo sgomento
e nei confronti dei politicanti
sarei severo come all’inizio
perché a Dio i martiri
non gli hanno fatto mai cambiar giudizio
E se al mio Dio che ancora si accalora
gli fa rabbia chi spara
gli fa anche rabbia il fatto
che un politico qualunque
se gli ha sparato un brigatista
diventa l’unico statista
Io se fossi Dio
quel Dio di cui ho bisogno come di un miraggio
c’avrei ancora il coraggio di continuare a dire
che Aldo Moro
insieme a tutta la Democrazia Cristiana
è il responsabile maggiore
di vent’anni di cancrena italiana
Io se fossi Dio
un Dio incosciente enormemente saggio
avrei anche il coraggio di andare dritto in galera
ma vorrei dire che Aldo Moro resta ancora
quella faccia che era!
(G.G.)
Comment di Kumagoro • 9 Maggio 2007 20:16
ma siete forti a inventarvi ste robe. ma coreggiate anche voi
Comment di riccardo • 25 Gennaio 2008 17:26