(Haiku, breve composizione poetica giapponese in tre versi da 5, 7 e 5 sillabe. Deve contenere un riferimento ad una stagione e deve succedere qualcosa. )
Come i miei affezionati lettori sanno, esiste una rara specie di scimmia che compone haiku; in particolare la scimmia Sbomballa è specializzata nel comporre haiku da utilizzare nella vita di tutti i giorni. Il vostro eroe, arrampicandosi sul suo albero e schivando i proiettili di cacca, ne ha rubato alcuni esempi.
Comprare il pane
Cala il freddo,
la dispensa è vuota.
Due biove, prego.
Inveire contro un automobilista indisciplinato
La meretrice
che fornicò d’estate
è la tu’ mamma.
Svignarsela dalla visita a casa della zia Mariolina
Guarda su il cielo:
le rondini migrano.
E così pur io.
Invitare i colleghi a prendere un caffè alla macchinetta
La neve copre
i pensieri, letargo
bianco. Un caffè?
Sgridare proprio figlio per un insufficienza a scuola
Fiume leggiadro
mormora. Un ramo si
muove. Su di te.
Chiedere dov’è la farmacia più vicina ad un passante
Gelo di marzo.
Messer, l’ossa dolgono,
dove il rimedio?
Se non vi piacciono, prendetevela con Sbomballa.
39 Comments »
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Non è che non piacciano. Ma il figlio di una scimmia può andare a scuola ?!? Oppure sorbire caffè alla macchinetta ?!? Oppure sono Haiku creati da Sbomballa allo scopo di essere utilizzati da umani ? E perchè, in questo specifico caso, non si limita ad interagire con gli umani tirandogli semplicemente cacca e componendo gli haiku per il suo mondo scimmiesco ?
Comment di kotekino • 31 Maggio 2007 13:01
Opterei per questa, perché Sbomballa, che è una scimmia intelligente, pensa al piazzamento del prodotto e al target finale, che sono per forza umani e non scimmie, dal momento che, come si evince dallo speciale scimmie, ci sono scimmie che compongono haiku ma non scimmie che leggono haiku.
Comment di Carlo • 31 Maggio 2007 16:21
Domanda: non e` che Sbomballa inserisce i suoi haiku nella cacca che tira agli umani, tipo biscottini della fortuna giapponesi?
Comment di Botty • 31 Maggio 2007 16:29
Kotekino: sono domande troppo difficili per me. Apri un blog, introduci una categoria “Misteri della vita delle scimmie” e proponile. ;)
Carlo: mmmh…come i carabinieri? Comunque le scimmie non sono intelligenti, altrimenti terrebbero la cacca come concime invece di tirarla.
Botty: non lo so, io ero troppo impegnato a schivare la cacca. Se vuoi andarci tu, Sbomballa abita nel terzo albero a destra nella foresta del Mango Mongo in Botswana. Dove c’è il McDonald, per capirci.
Comment di xx • 31 Maggio 2007 16:59
Credo kotekino chieda a te perché è arrivato qui digitando “speciale scimmie” su google, e quindi ti crede un espertone.
Ma in un MacDonald costruito sotto l’albero di una scimmia tiracacca ha un cibo migliore o peggiore di un MacDonald in centro a Milano?
Comment di Carlo • 31 Maggio 2007 17:29
Io in realtà avevo cercato “benzinaio dentuto” e poi mi sono ritrovato in questo blog…
Comment di kotekino • 31 Maggio 2007 17:53
Kotekino: Ho perso il primato per “dentuto”, ahimé. E un uccellino mi dice che per “bimbonifonista” sia solo questione di tempo… ;)
Carlo: è uguale, però nell’Happy Meal ti danno degli ombrelli.
Comment di xx • 31 Maggio 2007 17:55
Sbomballa è l’erede di Yotsuya! (che in originale compone haiku a più non posso… e anche come senso ci siamo leggendo Sbomballa).
Comment di Garion • 31 Maggio 2007 22:23
Ma glu haiku di Yotsuya si concentrano nel tormentare Godai. Sbomballa è molto più universale.
(l’avevo notato rivedendo Maison Ikkoku in inglese che Yotsuya spesso declamava haiku)
Comment di xx • 1 Giugno 2007 09:03
ricordiamo ai gentili lettori, che ora l’Happy Meal di McDonalds regala simpatici gadgets di SpongeBob!
Comment di Chicca • 6 Giugno 2007 17:44
Ricordiamo anche McDonald è molto buono e Spongebob fa molto ridere. Detto questo, non ho mai preso l’Happy Meal perché si mangia poco, e una volta che vado da McDonald voglio mangiare un mucchio di schifezze. Gnam.
Comment di xx • 7 Giugno 2007 11:15
Leggenda vuole che se lo si chiede gentilmente al commesso giusto, il gadget dell’Happy Meal venga distribuito anche a chi acquista un altro tipo di menu.
Comment di Kumagoro • 7 Giugno 2007 22:57
Non so perché lo commento solo adesso, ma…
Gli haiku sono molto belli, funzionano perfettamente. Se non per un particolare: la metrica è fallata. Come segue:
Comprare il pane
4-6-5
Inveire contro un automobilista indisciplinato
corretto
Svignarsela dalla visita a casa della zia Mariolina
5-7-6 (il secondo verso ha l’accento sbagliato)
Invitare i colleghi a prendere un caffè alla macchinetta
5-7-4
Sgridare proprio figlio per un insufficienza a scuola
5-6-5
Chiedere dov’è la farmacia più vicina ad un passante
corretto, ma il secondo verso ha l’accento sbagliato
Comment di Kumagoro • 25 Giugno 2007 16:31
Sbomballa è un artista, e come tale ha diritto a un bel po’ di licenze poetiche.
Comment di Carlo • 25 Giugno 2007 16:41
Il concetto di licenza poetica è di per sé una minchiata. A maggior ragione all’interno di un sistema definito e accuratamente descritto dal poeta stesso. :-)
Comment di Kumagoro • 25 Giugno 2007 16:49
L’haiku è accuratamente descritto, e deve essere in lingua giapponese, qualsiasi composizione in italiano non è un haiku.
In effetti Sbomballa è una scimmia colta e scrive haiku in giapponese, dalla metrica perfetta. E’ xx che ha dovuto tradurli con una sillabazione arbitraria per farli comprendere al suo incolto pubblico.
Comment di Carlo • 26 Giugno 2007 10:39
Ah, quindi in Giappone conoscono le biove? Evviva la globalizzazione!
Comment di Chicca • 26 Giugno 2007 13:27
Sbomballa è una scimmia africana e scrive in africano (come noto, in Africa c’è una sola lingua). Mi ha anche raccontato di quando è andata a comprare il pane e la panettiera le ha detto “Biove?” e lei è andata fuori a vedere se piovesse, e non pioveva e allora la commessa ha esclamato “Ma biove pane!” e Sbomballa ha risposto “Se biovesse pane io non lo comprerei mica!”
(si noti come ho adattato una vecchia barzelletta razzista sui neri ad una scimmia, risultando così ancora più razzista!)
Comment di xx • 26 Giugno 2007 14:33
Lo haiku è descritto correttamente in cima a questa pagina, nella parentesi in corsivo. Non ha motivo di essere scritto in giapponese. E’ una forma poetica che nasce in Giappone, ma è poi stata esportata in tutto il mondo. Ci sono un sacco di scrittori americani, anche celebri, che hanno scritto ottimi haiku, rispettando la struttura originaria, pur con un po’ di necessari adattamenti: ad esempio il discorso dei tre versi di 5, 7 e 5 sillabe è un’approssimazione a uso occidentale, in giapponese non viene definito esattamente così.
Anche il sonetto, allora, nasce in Italia e in Provenza, ma è stato poi usato in tutto il mondo. E anche qui con opportuni adattamenti: i latini lo scrivono in endecasillabi, gli inglesi in decasillabi (cioè il mitico pentametro giambico). Ma la forma è quella. Se ne usi un’altra, non stai scrivendo un sonetto. O uno haiku.
Comment di Kumagoro • 26 Giugno 2007 20:38
(E questo non l’ho cercato su Wikipedia)
Comment di Kumagoro • 26 Giugno 2007 20:39
Gli haiku italiani che ho letto se ne sbattono abbastanza del 5-7-5
Spesso fanno 6-8-6, ma non necessariamente. Cerca gli haiku di Edoardo Sanguineti o di De Bellis, per esempio.
(non ho guardato quelli americani, ma credo che se ti metti a contare le sillabe potresti stupirti)
(e questo l’ho cercato su wikipedia!)
Comment di Carlo • 27 Giugno 2007 12:01
Alcuni haiku di Edoardo Sanguineti:
sessanta lune:
i petali di un haiku
nella tua bocca
5-7-5
l’acquario acceso
distribuisce le rane
tra le cisterne
5-7-5
è il primo vino:
calda schiuma che assaggio
sulla tua lingua
5-7-5
pagina bianca
come i tuoi minipiedi
di neve nuova
5-7-5
Alcuni haiku di Carla De Bellis:
Si spezza infine
color di viola l’acqua
curva sui sassi.
5-7-5
Le piega il suono
in lente onde le chiome.
Lungo è l’errare.
5-7-5
Cola sui rami
il nero. A densi grumi
scorre la notte.
5-7-5
Alcuni haiku di Jorge Luis Borges:
Algo me han dicho
la tarde y la montaña
Ya lo he perdido
5-7-5
Callan las cuerdas
La música sabía
lo que yo siento
5-7-5
Bajo el alero
el espejo no copia
más que la luna.
5-7-5
Alcuni haiku di Basho:
Furu ike ya
kawazu tobikomu
mizu no oto
5-7-5
Hatsu shigure
saru mo komino wo
hoshige nari
5-7-5
Gli haiku in inglese a volte sono metricamente reinventati, ma possono anche essere corretti. Kerouac e compagnia facevano componimenti che a volte chiamavano haiku, ma di fatto non sono haiku, ci assomigliano soltanto.
Comment di Kumagoro • 28 Giugno 2007 20:00
Mi fermo al primo citato, che è 5-8-5 e confermo la
mia affermazione.
(aspé, forse consideri “di un” come un’unica sillaba? allora vado avanti)
6-7-5
E qui -rio ac- non me la sento proprio di considerarla un’unica sillaba, non è possibile pronunciarla correttamente senza una pausa fra rio e ac.
Questo basterebbe a dimostrare la mia tesi (ovvero “Gli haiku non in lingua giapponese non sempre rispettano lo schema 5-7-5”, molto più facile da dimostrare della tua “Tutti gli haiku rispettano la metrica 5-7-5”, perché a me basta trovare un’unica eccezione per avere ragione), ma se questo non bastasse ci pensi tu stesso a smentirti:
ovvero, esistono haiku in lingua non giapponese che non seguono lo schema 5-7-5 eppure continuano a essere haiku anche secondo i canoni letterari vigenti.
Mi dichiaro vincitore di questa discussione dialettica e mi ritiro trionfante.
Comment di Carlo • 29 Giugno 2007 09:52
Carlo, io temo semplicemente che tu non abbia dimenstichezza nel contare le sillabe metriche. :-)
Non obbediscono alla scomposizione sillabica normale, hanno una serie di regole (parecchie regole) che le rendono più affini alle battute musicali. Infatti il modo migliore per misurarle senza conoscere le regole è battere il tempo metrico con una mano come si fa per la musica.
I petali di un haiku = I – pè – ta – li – diùn – ài – cu
L’acquario acceso = Là – qua – riàc – ce – so
La regola principale messa in pratica in questi due esempi è la “sinalefe”, cioè la fusione di due vocali che si incontrano. Ci sono endecasillabi che alla scomposizione sillabica normale presentano quindici o sedici sillabe. Esempio: “Ahi quanto a dir qual era è cosa dura”. Scomposizione sillabica: quattordici sillabe (ah – i – quan – to – a – dir – qual – e – ra – è – co – sa – du – ra). Metrica: undici sillabe (ài – quàn – toà – dir – qual – è – raè – co – sa – dù – ra).
Comunque nulla in questi calcoli è lasciato al caso: la poesia è matematica. Intendendo con “poesia” la forma espressiva poetica. Purtroppo, invece, spesso si confonde contenitore e contenuto, e si dice che un tramonto è “poetico”, quando invece un tramonto è casomai suggestivo. Sarà poetico se lo usi per formare una struttura poetica, ma di per sé non è più “poetico” (in senso proprio) di quanto non sia “prosastico”.
Comment di Kumagoro • 29 Giugno 2007 20:31
Ho capito, per “matematico” si intende che conti come ti pare per farle tornare giuste o sbagliate a seconda del caso.
Non c’è nulla di male, è una tecnica usata da molti matematici nel passato, per esempio Carl Friedrich Gauss, ma solo dopo il sesto brandy.
Comment di Carlo • 29 Giugno 2007 23:36
(cmq ribadisco la chiosa al mio commento, ovvero da quanto tu stesso hai detto, ho ragione io)
Comment di Carlo • 29 Giugno 2007 23:37
No, per matematico si intende che ci sono regole fisse che conducono a risultati univoci quando le applichi. E così è, come ti ho dimostrato. Dopo di che, ciascuno è libero di chiamare haiku anche ciò che non lo è: semplicemente sbaglia, ma non è colpa degli haiku. Quindi il fatto che esistono poeti americani che chiamano haiku le loro composizioni non cambia il fatto che in realtà non lo sono, così come se uno scooterista chiama “moto” la sua Vespa, questo non significa che lo sia davvero.
Comment di Kumagoro • 29 Giugno 2007 23:50
Per riassumere: gli haiku sono poesie di 17 sillabe, divise in tre versi di 5, 7 e 5 sillabe. Così le fanno i giapponesi, così le fanno gli stranieri (tra cui gli italiani) che vogliono fare haiku. Altri stranieri realizzano componimenti con numeri di sillabe casuali e chiamarle come cavolo pare a loro, ma questi non saranno haiku. Magari sono bellissimi, eh, ma non sono haiku.
Io posso giocare a briscola e chiamarlo “bridge”, ma non sarà bridge. Se voglio giocare davvero a bridge, devo usare le regole del bridge.
Comment di Kumagoro • 30 Giugno 2007 00:08
Quindi stai dicendo che Kerouac era un imbecille strafatto di anfetamine che non sapeva fare il suo lavoro?
Comment di Carlo • 1 Luglio 2007 23:45
Kerouac come lavoro faceva lo scrittore di haiku? Ci credo che poi si faceva di anfetamine!
Comment di Kumagoro • 3 Luglio 2007 15:45
Kerouac faceva lo scrittore, e nel suo lavoro ha scritto anche alcune robe che lui diceva essere “haiku” e tutta la Critica concordava nel definire “haiku”.
Questo sino ad oggi, momento in cui tu hai rivelato che le robe che scriveva Kerouac non sono “haiku”.
La Critica concorde nel leggere le tue riflessioni su questo forum* esclama “Belìn, c’ha ragione il Kuma!”, e istantaneamente in tutte le antologie di Kerouac quelli che prima venivano chiamati “haiku” ora si chiamano ttfkah. Come successe a Prince quando scoprì di non essere il figlio segreto della regina d’Inghilterra e di Blondi (il cane di Hitler).
Grazie Kuma!
*Sappiamo che la Critica tutta è un’attenta lettrice nei pinguini del salotto.
Comment di Carlo • 3 Luglio 2007 17:11
Che “gli haiku di Kerouac” non sono “esattamente haiku” non lo dico io, lo dice Kerouac. (Come dicevo sopra sono “american haiku”, che sono una cosa diversa dagli “haiku in inglese”).
“The American Haiku is not exactly the Japanese
Haiku. The Japanese Haiku is strictly disciplined
to seventeen syllables but since the language
structure is different I don’t think American
Haikus (short three-line poems intended to be
completely packed with Void of Whole) should worry
about syllables because American speech is
something again…bursting to pop.
Above all, a Haiku must be very simple and free
of all poetic trickery and make a little picture
and yet be as airy and graceful as a Vivaldi
Pastorella.”
Jack Kerouac
Puoi credere a ciò che dice Kerouac, oppure puoi pensare che era la mescalina a fargli credere di non scrivere esattamente haiku, ma che in realtà se li misuri secondo il sistema degli indiani Cicorioni, diventano tutti esattamente di diciassette sillabe. Tutto questo mentre Dante ha scritto la Divina Commedia in versi sciolti, perché se fossero endecasillabi avrebbero 11 sillabe, non 15.
Comment di Kumagoro • 3 Luglio 2007 20:34
Ah ecco.
Quindi, ribadisco e tu confermi, il mio assunto “gli haiku non sono sempre 5-7-5” è esatto, considerando gli American Haiku, che sempre Haiku sono.
Posso scrivere American Haiku in una lingua differente dall’inglese? Posso scrivere Japanese Haiku in una lingua differente dal giapponese? Gli American Haiku sono meno Haiku dei Japanese Haiku? Il tipo di Haiku di Sbomballa è sbagliato, oppure scriveva American Haiku in Africano? O ha creato un “African Sbomballa Haiku”?
In ogni caso, ripeto, tu stesso mi confermi che gli haiku NON seguono necessariamente il 5-7-5
Comment di Carlo • 4 Luglio 2007 01:18
Ormai non capisco più se lo stai facendo apposta per facezia, ma rispondo lo stesso. Gli haiku, come tantissime altre cose codificate, rispondono a un insieme di regole. In questi casi, gli approcci possibili sono tre: conoscere le regole e seguirle, conoscerle e non seguirle, ignorarle. Ora, se qualcosa è definito in un modo a causa delle sue regole, va da sé che chi segue il secondo approccio sta cercando di creare qualcosa di diverso. Può chiamarlo come vuole, può chiamarlo “la mia versione del gioco”, e se è stato bravo otterrà un seguito e degli emuli. Kerouac ha definito il suo gioco come qualcosa ispirato agli haiku ma che “non è esattamente un haiku”. Ha nuove regole (per esempio, i versi devono essere tre ma possono avere un numero di sillabe a piacere), che se si vuole si possono seguire. L’importante è sapere quello che si sta facendo, e non andare a casaccio. Kerouac ha stabilito chiaramente le sue regole e le ha seguite. Punto.
E anche Sbomballa ha stabilito chiaramente in cima a questa pagina le regole che avrebbe usato per comporre i suoi haiku, definiti come “composizioni in tre versi da 5, 7 e 5 sillabe che devono contenere un riferimento a una stagione e in cui deve succedere qualcosa”. Però le sillabe effettive dei componimenti non sono quelle annunciate dalla definizione.
Comment di Kumagoro • 4 Luglio 2007 19:26
Kuma: lo sto facendo apposta per facezia.
E’ che quando ti arrabbi fai facce buffe.
Comment di Carlo • 4 Luglio 2007 20:59
La mia ultima fatica:
http://orbitaiperbolica.wordpress.com/2008/06/04/haiku-ii/
xx, puoi chiedere a Sbomballa una recensione?
Comment di M2 • 4 Giugno 2008 17:59
Non mi capita mai di fare commenti sui blog che leggo, ma in questo caso faccio un’eccezione, perche’ il blog merita davvero e voglio scriverlo a chiare lettere.
Comment di monica • 6 Giugno 2013 20:39
Grazie Monica! Sono molto colpito dalla sincerità delle tua parole, e lo voglio scrivere a chiare lettere!
Comment di xx • 7 Giugno 2013 08:49
Ma la domanda a questo punto è: a chiarelettere di tutto quello che le scrivete importerà davvero qualcosa?
Comment di MCP • 9 Giugno 2013 21:57