Burrito al burro di burro: piatto inventato dall’Associazione Italiana Filomessicana (AIFM) in collaborazione con l’Associazione Messicana Filoitaliana (AMFI), esso consiste in un tipico burrito, però condito con burro di asino (burro in spagnolo, appunto). Quando si resero conto del potenziale commerciale del piatto, le due associazioni iniziarono a litigare per vili questioni economiche, e la prelibatezza non è mai stata resa disponibile. Nel frattempo, però, J.K. Rowling ha introdotto la “burrobirra” nella sua saga di Harry Potter, e ha inviato lettere di diffida alle due società perché, secondo lei, il nome del Burrito al burro di burro è troppo simile alla sua creazione. Avendo a disposizione più avvocati e più picchiatori dei membri complessivi della AIFM e dell’AFMI messi assieme, ha vinto lei il contenzioso. Ora la AIFM e la AMFI, di nuovo riconciliate, si mangiano le mani e pensano di far uscire il “burrito alla manteca d’asino” che però non ha lo stesso appeal. Il burro d’asino, comunque, è pessimo.
L’ora dello sputacchio: espressione colloquiale per indicare le ore cinque e cinquantacinque in Afghanistan. Infatti in lingua afghana tale ora del giorno si esprime come “ffpfai fef ffpfaifaf-ffpfai”, e inevitabilmente la pronuncia di questa frase reca prevedibili effetti collaterali. Le 5:55 sono l’ora del rito del tè a Khabul, quindi è molto comune vedersi a quell’ora: senza questa parafrasi, i biscottini da té afghani sarebbero ricoperti di saliva.
Chimicone di Manduria: vino rosso immesso sul mercato nel 2003 con il nome di “Primiticcio di Manduria”, nel tentativo di sfruttare il nome del conterraneo Primitivo. Ben presto divenne noto come “Chimicone” per le sue peculiari caratteristiche organolettiche che non ricordano nulla di esistente in natura. Tale prodotto divenne assai popolare fra i giovani per il suo basso costo e per l’alto contenuto di agenti chimici, presenti in quantità tale da provocare trip alluginogeni, soprattutto se si accompagna la bevanda con tarallucci al finocchetto. Nel settembre 2004 il Chimicone fu ritirato dai supermercati, in seguito all’intossicazione di un gruppo di ragazzi di Andria che avevano festeggiato un compleanno brindando con abbondanti dosi del vino incriminato e che si erano buttati dalla finestra per sfuggire ai “koala neri della Morte”. Nel febbraio 2005 il Chimicone fu reintrodotto sul mercato come tinta industriale.