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Momenti di umorismo parte IV: Il topo mangione

La seguente “barzelletta” mi è stata raccontata dalla mia compagna di classe Giulia sulla strada per andare in montagna a Limone durante uno degli ultimi anni delle elementari. Chi vuole avere un quadro dell’epoca sappia che nel locale bar dell’albergo montanaro troneggiava Space Invaders che però era già considerato un po’ obsoleto. Ma bando alle cose serie, ecco il momento di umorismo:

C’è un topo che ha fame e che gira per una cantina. Ad un certo punto trova una bottiglia di vino e se la beve tutta e si ubriaca e inizia a fare “Hic! Hic!”. Poi trova un tamburo, se lo mangia e allora fa “Hic-bum! Hic-bum!”. Infine trova un disco, mangia anche quello e a questo punto fa “Hic-bum-chachacha! Hic-bum-chachacha!”

Fine. Si noterà come si tratti di una barzelletta per modo di dire, in quanto priva della tradizionale struttura di introduzione- sviluppo- svolta semantica e anche di una vera e propria battuta. Si tratta piuttosto di una storiella buffa, tanto che ho il sospetto che Giulia (o chi aveva raccontato la storia a lei, o qualcuno negli anelli precedenti della catena) avesse adattato un raccontino, un cartone animato o un fumetto alla forma di barzelletta.

Ciononostante, ci sono due elementi di interesse che si ricollegano in qualche modo al mondo delle barzellette: il primo, il fatto che il topo emetta il suono “hic”. Nelle barzellette, gli ubriachi fanno “hic”, o vedono doppio, o parlano in falsetto strascicando le parole. Il secondo è il fatto che un disco suoni “chachacha”. Nel mondo desueto delle barzellette, i dischi sono di “musica leggera” (quelli di musica seria non sono argomento su cui scherzare, che diamine!) , però non esageriamo! Niente rock e/o roll da queste parti.

Ora che sapete questo, la barzelletta fa molto più ridere.