Continua (e finisce, state tranquilli!) la panoramica dei libri sui quali mi sono soffermato nella mia gioventù.
Le avventure di Tom Sawyer di Mark Twain: per qualche misteriosa ragione, da giovane non mi è mai capitato sottomano il libro gemello di Tom Sawyer, Le avventure di Huckleberry Finn, universalmente ritenuto superiore. L’ho letto e apprezzato solo nel 2006 finendolo sul traghetto per Cefalonia, ma qua stiamo parlando di Tom Sawyer, quello meno bello, quindi smetto di divagare. Tom Sawyer ce l’avevo, in un cartonato marrone illustrato (poche illustrazioni, giusto una dozzina, ma sufficienti per rovinarsi il piacere di immaginare i personaggi a proprio piacimento), e mi era piaciuto un pacco, e l’ho riletto quelle 5-6 volte. In particolare, amavo la parte finale con l’avventura nelle caverne, che mi lasciava sempre col fiato sospeso…come se non sapessi come andava a finire!
Come particolare inutile, si sappia che la prima volta che l’ho preso in mano ho sperimentato una cabala particolare: si prende la prima e l’ultima parola del libro; se questi due vocaboli, letti di seguito, formano una sintassi coerente, allora il libro sarà bello. Mi ero imposto di farlo per tutti i libri. Non l’ho mai più fatto per altri, né ricordo se la cabala avesse dato risultato positivo o negativo. Miserabile fallimento.
Guarda e scopri gli animali della preistoria: io da piccolo non volevo fare l’astronauta, o l’esploratore, o il calciatore: volevo fare il paleontologo. Purtroppo, nella mia classe e tra i miei amici nessuno condivideva la mia passione per i dinosauri: la cosa è assai strana, perché ho scoperto dopo che sono un oggetto di culto molto comune tra i bambini, quindi l’anomalia non ero tanto io ma piuttosto l’insieme dei miei conoscenti. Avevo però la miseria di due libri sui dinosauri (più i frammenti ne Il grande libro del Sapere), dei quali il mio preferito era Guarda e scopri gli animali della preistoria. Beh, alla seconda rilettura non c’era molto più da scoprire, li conoscevo già, quindi avrebbe dovuto mutare titolo in Guarda gli animali della preistoria.
Ad ogni dinosauro quel libro dedicava due pagine: quella di sinistra aveva un’illustrazione a tutta pagina e il box Lo sapevate che…, quella a destra era dedicata ad informazioni più dettagliate sul lucertolone in questione. La citata sezione Lo sapevate che… era costituita da una serie di curiosità del tipo “…che l’anatosauro aveva oltre 5000 denti?”, tutte corredate rigorosamente dai puntini di sospensione all’inizio e il punto interrogativo alla fine. Io mi sentivo in dovere di rispondere mentalmente “sì” ad ognuna di esse, raramente “no” se ripassavo qualche rettile meno interessante, come l’ittiosauro che sembra troppo un pesce per essere figo come un dinosauro vero.
Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien: ok, ammetto che la mia frequentazione de Il Signore degli Anelli esce un po’ dal seminato de “i bambini vogliono sempre le stesse cose” e si riconduce invece a patologie più geek tipo i trekker o i Marvel zombie o i fan di Star Wars o, in tempi più recenti, appunto i fan di Tolkien. Ho letto il romanzo in questione per la prima volta in prima media, per la seconda volta nell’estate tra la seconda e la terza media, e poi, dalla prima liceo al secondo anno di università, una volta all’anno. Era quasi diventato un rito: in autunno, più o meno nello stesso periodo in cui Frodo parte per la sua avventura, attaccavo Una festa a lungo attesa e arrivavo tipicamente a I rifugi oscuri verso Natale. Poi mi son stufato.
La famosa invasione degli orsi in Sicilia, di Dino Buzzati: libercolo in rime e illustrato (credo da Buzzati stesso), per anni mi ha suggerito che Buzzati fosse principalmente uno scrittore per bambini. E poi l’altro suo libro che avevo visto in casa era Poema a fumetti! Dovrei rileggerlo, ma da quel che ricordo era una tipica satira della società umana mascherata sotto forma di animali. Un buon esempio di libri per adulti che piace anche ai bambini, o viceversa.
Tutta Mafalda di Quino: un giorno un’amica di mia mamma piombò a casa con un regalo per i bambini: Tutta Mafalda, la raccolta completa delle strisce su questo personaggio. Io ignoravo completamente di che si trattasse, tanto che, cercando il nome dell’autore sulla copertina, decisi che era un certo Bompiani. Il povero Quino se fosse morto si rivolterebbe nella tomba, quindi si limiterà a rivoltarsi nel letto. Mi son potuto così tuffare nell’Argentina degli anni ’60, un universo a me sconosciuto, così lontana sia nel tempo che nello spazio. Era un mondo colmo di riferimenti che non coglievo: i Beatles, Fidel Castro, Nixon, la guerra del Vietnam, la tartaruga chiamata Burocrazia (da piccolo dicevo “burocràzia”, non sapendo di cosa si trattasse) e, come scoprii più tardi, un’ovvia ragione per la mancanza di riferimenti espliciti alla politica interna argentina, se non la percezione generale di una società ricca di contraddizioni e con un disagio diffuso e difficile da esprimere. Mafalda ha lasciato un’impronta molto marcata sul mio modo di vedere le strisce: al di là della battuta, se non le vedo calate nella società e nel mondo contemporaneo mi paiono insipide. Persino i Peanuts.
Alba del domani, a cura di Isaac Asimov: sottotitolato La fantascienza prima degli anni d’oro, si tratta di un bel volumone cartonato in cui Isaac Asimov introduce una serie di racconti di fantascienza degli anni ’30, pubblicati su riviste pulp. Non sorprenderà nessuno sapere che la parte migliore del volume sono i cappelli di Asimov, in cui, tra autobiografia, divagazioni e vanagloria racconta l’intreccio tra l’evoluzione della letteratura di fantascienza in America e la sua gioventù. In inglese “fantascienza” è “science fiction”, narrativa scientifica (a pensarci, l’opposto del termine italiano!), ma i racconti, da questo punto di vista, erano ingenui e stupidini: no! anche se il modello comunemente proposto per gli atomi assomiglia ad un sistema solare, non è plausibile che rimpicciolendosi si scopra che è veramente un sistema planetario perdipiù popolato da omini strani! Il territorio della fantascienza è il verosimile, non l’impossibile! Ciononostante, o magari appunto per questo, erano racconti che avevano il giusto mix di esotismo, di avventura e di scorrevolezza per poter essere apprezzati da un giovane lettore. E infatti li apprezzai, li lessi, li rilessi e li rintintin. Se riuscite a tralasciare questo agghiacciante calembour, concluderò dicendo che non invece non ho mai letto un granché della fantascienza dei cosiddetti anni d’oro. Mi son limitato a quel che veniva prima: un po’ come se vedessi e rivedessi “Il colosso di Rodi” senza affrontare mai i western di Leone.
31 Comments »
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No, non ci riesco… Temo sia tutto quello ch mi rimarra` di questo Kilometrico post. Bel tentativo, comunque… ;-p
Comment di Botty • 11 Aprile 2008 16:59
Comunque un’ovazione per aver fatto il tentativo di tralasciarlo.. (E complimenti per l’avatar)
Comment di Joril • 11 Aprile 2008 19:24
Mamma mia, il SDA tutti gli anni? Io ho durato fatica a leggerlo una volta sola: per finirlo mi ci sono voluti ben 18 mesi, con lunghe pause tra un libro e l’altro… (questo diminuisce la mia nerditas, lo so e un po’ me ne vergogno)
Comment di MCP • 11 Aprile 2008 19:56
Ok, mi espongo al pubblico ludibrio et linciaggio. Mai letto tutto il SDA…
Comment di Botty • 11 Aprile 2008 20:14
Io mi sono fermato a metà del secondo libro, l’ennesima descrizione di quanto erano gioiosi gli hobbit mi ha stroncato. E poi non so, ci ho visto qualcosa di vagamente sessuale nella fissa di Tolkien per quei piccoli cagapalle, inquietante.
Comment di Serir • 11 Aprile 2008 20:33
Io da bambino leggevo Geppo.
Il SdA l’ho letto per la prima volta… uhm… forse a 18 anni (ok, non frega a nessuno. pace!)
Comment di Garion • 11 Aprile 2008 22:46
Io mi sono fermato al primo capitolo de “Lo Hobbit”, a 12 anni. Dopodichè ho deciso che esseri che rifiutano di indossare dignitose scarpe non potevano essere al centro di una storia che fosse di mio gradimento.
Comment di kotekino • 12 Aprile 2008 09:41
“lo hobbit” mi ha sempre infastidito e mi è sempre suonato sbagliato… Kuma, non è più corretto dire l’hobbit, visto che la h è muta sempre e comunque nell’italico idioma?
Comment di Serir • 12 Aprile 2008 11:44
Ehi, ma stiamo facendo tutti outing dunque!
Serir: SDA in effetti gronda omoerotismo e le parodie giocano spesso su questo, vedi ad esempio i notevoli diari segreti ;)
Comment di MCP • 12 Aprile 2008 14:07
Intanto l’unico libro della lista di XX che tutti hanno finora commentato è proprio ISDA… Tolkien vince.
Comment di M2 • 12 Aprile 2008 15:53
io ho letto lo hobbit, mi ha fatto schifo ed ho deciso che il sognore degli anelli non l’avrei letto. E così ho fatto. Non ho visto nemmeno i film. E non ho nemmeno mai visto Titanic.
Comment di tua sorella • 12 Aprile 2008 20:12
sua sorella: Dio/Buddha/Allah/Shiva/Zeus solo sà quanto vorrei non averlo visto nemmeno io… nessuna delle tre volte.
Comment di Serir • 13 Aprile 2008 12:14
MAi letto SDA neanche io. E non ho voglia di farlo. Tanto meno l’interesse. Non ho visto neanche Titanic.
Però ho letto Il PAdrino e visto la trilogia del Padrino almeno 4 volte. Il PAdrino parte III non è granchè grazie a Sofia Coppola. Epperò l’urlo muto di PAcino risolleva il film. MAi letto MArk Twain nè Asimov. Nè il post “De nuevo tu? – Parte II” intero.
MA che diavolo avrò mai letto in vita mia?
Comment di Chicca • 13 Aprile 2008 14:04
Sofia Coppola fa un po’ cagare, tolto lost in traslation. Ma perché hai litigato con le regole del maiuscolo? (cosa che ho fatto anche io, ma in realtà è per pigrizia e allergia al tasto shift)
Comment di Serir • 13 Aprile 2008 23:27
Ho letto il SdA una sola volta, in un mese circa durante la quarta o quinta ginnasio. Di seguito “l’Hobbit”, entrambi prestati da un compagno di classe.
Non l’ho mai più riletto, in compenso ora leggo molta “fantasy”.
Probabilmente uno dei pochi libri che ho riletto è “Io, robot” di Asimov, forse perchè l’ho comprato in diverse edizioni, prima in due parti, poi in volume unico. Anche lì c’erano gli impareggiabili commentarii di Asimov. :)
Comment di Skalda • 14 Aprile 2008 08:29
Botty: ci ho provato.
Tutti gli eretici che non hanno letto SdA: M2 ha ragione, curioso che abbiate commentato proprio quel libro. Non è che sia una lettura proprio obbligatoria, eh, anzi, sono certo che avrei potuto imparare di più leggendo libri diversi da quello di Tolkien, però è un libro che spacca di brutto. Nulla a che vedere con la letteratura di genere fantasy, che invece rinnego senza pietà. Persino Lo Hobbit ha ben poco a che vedere con Il Signore degli Anelli.
Chicca: l’unica cosa che avresti dovuto leggere è il post “De nuevo tu – parte II”, il resto è facoltativo. Il Padrino parte III è un bel film, il suo unico vero problema è il paragone con la parte I e II.
Garion: anch’io leggevo Geppo. Le cose non si escludono.
Skalda: beh, un mese per il Signore degli Anelli è un’ottima prestazione. Io sto arrancando verso la fine di Infinite Jest, di dimensioni simili, dopo tre mesi abbondanti. “Io, robot” lo lessi nel 1998 e mi piacque moltissimo. Però nell’edizione che avevo non c’erano i commentari. Dannaz.
Comment di xx • 14 Aprile 2008 09:41
dunque, procediamo con ordine.
Il triceratopo è il dinosauro più figoso di tutti, e da bimbo ero un suo grande fanz. tra i momenti più belli della mia bimbitudine, ci sono le varie gite al leggendario Parco dei dinosauri di non mi ricordo dove.
Il signore degli anelli l’ho letto ma saltavo le parti più noiose, senza provare rimorso alcuno.
La famosa invasione degli orsi in Sicilia l’ho riletto di recente, è divertente. Re Leonzio è un gallo.
Quino è quasi più figoso dei triceratopi.
Comment di golosino • 14 Aprile 2008 10:07
Ho idea che Tom Sawyer venga letto molto di più di Huckleberry Finn, anche se in effetti è meno interessante. Accade un po’ come per Finnegan’s Wake: tutti leggono Ulysses e nessuno legge Finnegan’s Wake. Mmm… sì, il paragone è calzante.
Comment di Kumagoro • 14 Aprile 2008 11:55
Anch’io volevo fare il paleontologo da bambino! E tutti mi consideravano molto colto già solo perché conoscevo quella parola strana. E dicevano: “Non vuoi fare l’archeologo?”. No, non voglio fare l’archeologo, non me ne frega niente dei vasi e delle punte di freccia, voglio fare il palentologo e trovare i dinosauri!
Comment di Kumagoro • 14 Aprile 2008 11:57
Golosino: abbiam già fatto il sondaggio “Qual è il tuo dinosauro preferito”. Siccome questo blog ha un mucchio di vizi, che la ripetizione sia uno di essi. Il mio preferito è il diplodoco.
Kuma1: e poi il Finnegan’s è anche più corto!
Kuma2: vuoi mettere Indiana Jones vs. Ross Geller? (è un aspetto di quel personaggio che secondo me non viene abbastanza sfruttato: uno che da adulto fa il paleontologo perché da piccolo gli piacevano i dinosauri)
Comment di xx • 14 Aprile 2008 12:54
Immagino che Sawyer non sia quello di Lost, vero!?
Comment di Jack • 23 Aprile 2008 12:54
Jacopo: no, è una persona differente.
Comment di xx • 28 Aprile 2008 11:04
Luca, ti consiglio i tre libri popup Antologia Preistorica di Reinhart e Sababuada (non sono sicuro sul secondo nome). Sono eccezionali.
Chicca, anche io ho letto Il Padrino e visto e stravisto i film. Però ho visto anche Titanic, al cinema una domenica pomeriggio, ridendo sguaiatamente mentre moriva Di Caprio.
Comment di Carlo • 29 Aprile 2008 14:57
Enciclopedia Preistorica. Fico, lo cercherò :)
C’è di peggio di Titanic, suvvia! E ancora mi chiedo come abbia fatto Di Caprio a liberarsi dell’ombra di quella sua interpretazione. Bravo Leo!
Comment di xx • 29 Aprile 2008 16:26
Ma anche brava la panzona, eh! Anche lei si è rivelata un’ottima attrice, nonostante Titanic.
E anche Jo Dee Foster, che qui faceva il cattivo, pur non brillando mai ha sempre avuto buone parti in tanti film. (Billy Zane è il nome dell’attore. Non ricordo ora il nome della panzona, ma pazienza).
Comment di Carlo • 29 Aprile 2008 16:49
Kate Winslet?
A parte che era un’ottima attrice già ben prima del Titanic (Peter Jackson, anyone?), se è grassa lei, son contento di far parte della sua stessa categoria di peso!
Comment di Kumagoro • 29 Aprile 2008 17:13
In Titanic la sua bravura non si era notata, e all’epoca qualche chiletto di troppo lo aveva. Nulla di insopportabile, beninteso, ma era qualche chilo di troppo.
E Kuma, tu non fai parte della sua categoria di peso.
Comment di Carlo • 30 Aprile 2008 11:36
Carlo: io non ho gardato Titanic perchè odio buttar via i soldi. Infatti quando ho fatto la Ola sulla morte di Anna Karenina, mica l’avevo comprato, il libro! L’avevo già in casa.
Kate Winslet mi sta simpatica. Jo Dee Foster? Uhauhauha! Ci credo che ha scelto un nome d’arte! però poteva sceglierne un altro. Billy Zane è urendo.
Comment di Chicca • 30 Aprile 2008 12:45
Ma Jo Dee Foster non era un’urenda battuta ne Il silenzio dei prosciutti, indimenticato film di Ezio Greggio?
Chicca: e guardalo Titanic! Cacchio c’entra con Anna Karenina? Cos’è che ti ispira antipatia? Le ragazzine urlanti per Di Caprio? Non ci sono più da dieci anni!
Comment di xx • 30 Aprile 2008 13:06
Chicca e Luca: Billy Zane si fa chiamare Billy Zane. Jo Dee Foster è appunto il nome del suo personaggio nell’indimenticato* Il silenzio dei prosciutti.
*nel senso che NULLA RESTERA’ IMPUNITO!
Comment di Carlo • 30 Aprile 2008 13:23
Titanic è come i telefonini gaberiani: non è che chi lo ha visto sia stupido, è che tutti gli stupidi lo hanno visto. In realtà è un buon film, e come dal regista di Terminator e Aliens ci si poteva facilmente aspettare, per tre quarti è un’odissea catastrofico-claustrofobica che di romantico ha ben poco. Il resto è appiccicato dal reparto marketing, ma non è che fosse il vero senso del film in quanto tale, è solo il packaging.
Ricordiamoci che Billy Zane è amico di Derek Zoolander. “Dai ascolto a Billy Zane. E’ un ciccio tosto”.
Comment di Kumagoro • 4 Maggio 2008 13:58