La prima automobile che ho guidato regolarmente era una Fiat 126bis color verde vomitino pallido. Non sono mai stato particolarmente affezionato a quel mezzo, poiché, nonostante l’indubbio fascino retrò, la facilità di parcheggio e il tocco di classe di metterci l’autoradio, era davvero molto poco affidabile (ho perso il conto delle volte che mi ha lasciato a piedi!) e anche un po’ pericolosa, vista la qualità della tenuta di strada e dei freni e la solidità della carrozzeria. E poi con una 126 mica si rimorchia tanto.
Una sera, nell’inverno 1993-1994, dovevo andare a vedere un concerto a Imperia con un amico (che poi sarebbe diventato mio nemico, ma questa è un’altra storia, e si dovrà raccontare un’altra volta). Ci incontrammo, ci salutammo, decidemmo di andare con la mia macchina e, mentre lui andava a parcheggiare il suo mezzo, mi avviai verso la mia. Feci per aprire la portiere e…perpicchio pimpernacolo! La chiave non gira! Provo più volte, ma niente da fare. Mi rassegno al fatto che la serratura è rotta. Pazienza, ci penserò domani, per stasera faccio il giro dall’altra portiera e cerco di aprire. Niente da fare: dev’essersi rotta la chiave, non la serratura.
Ho però ancora una freccia al mio arco. La 126, ovviamente, non ha la chiusura centralizzata, quindi è possibile che il bagagliaio sia aperto. Verifico: bingo! Eh, sì: siamo nella sonnolenta provincia, sono altri tempi e io sono anche un pigrissimo distrattone che non chiude mai di dietro. A fatica mi introduco nel vano bagagli e con ancora più stento riesco a trascinarmi fino a davanti. E poi qualcuno, forse mio padre, ha avuto la brillante idea di mettere dei rami d’albero nel bagagliaio. Je possino, ma che gli salta in mente? Mi sistemo sul sedile anteriore, infilo la chiave di accensione e…non gira! Mentre sto per prorompere in una sonora invettiva contro il Creatore noto un dettaglio: un gagliardetto dell’Inter che scende dallo specchietto. Con un’enorme gocciolone di sudore sulla nuca sposto lo sguardo in avanti e vedo, un paio di posti più avanti, la mia macchina parcheggiata, senza che alcun giovane rincoglionito cerchi di scassinarla solo perché dello stesso modello e colore del proprio mezzo. Silenziosamente, ritornai nel bagagliaio, scusandomi mentalmente con il mio incolpevole papà e i suoi rami nel bagagliaio e fischettando andai a prendere la mia trappoletta.
Il concerto di quella sera fu mediocre, tanto che non ricordo manco chi suonasse. Potevo anche starmene a casa ed evitare tutto ‘sto casino. Diamine!
19 Comments »
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ahahah, pensa che ridere se ti arrestavano.
ahah.
ahah.
questo aneddoto mi ha fatto molto ridere. ora sarò costretto a fare pausetta dal lavoro.
Comment di golosino • 23 Settembre 2008 10:45
Ad un mio amico del liceo è successa la stessa cosa, ma lui riuscì ad aprire la portiera con la sua chiave (trattasi della uno) ma non a metterla in moto. Quante grasse risate.
Io invece perdetti la mia uno bianca, dimenticandomi dove l’avevo parcheggiata.
Comment di Serir • 23 Settembre 2008 15:40
Belin, ma allora non sono l’unico!!
Io ho avuto l’aggravante che mio padre (il quale sapeva benissimo dove avessi posteggiato l’auto) si offri` di accompagnarmi per fare la denuncia (si`, ero convinto me l’avessero rubata. Portandomi per una via (apparentemente, per me) assurda al commissariato, mi fece passare accanto alla macchina. Poi torno` a casa e mi lascio` li` come un salame.
Me lo sta menando ancora adesso! :-)
Comment di Botty • 23 Settembre 2008 17:46
Mi sono fumato di chiudere una parentesi… andate di fantasia…
Comment di Botty • 23 Settembre 2008 17:47
Ho riso come un crotalo.
Comment di Cementino • 23 Settembre 2008 22:00
Invero anch’io.
Luca, ricordati sempre che noi ridiamo *con* te, non *di* te.
Comment di Kumagoro • 24 Settembre 2008 00:15
Golo: mi dispiace che la tua azienda abbia perso 40 minuti-uomo (pausetta media di Golosino) di forza lavoro a causa mia…
Serir: bufo. Inoltre sappi che una chiave Ford può chiudere (ma non aprire, alas) tutte le serrature Ford. Quindi, se hai una Ka e il tuo vicino antipatico si ferma un momento dal giornalaio lasciando la macchina col motore acceso, gli puoi fare lo scherzone e chiudergliela sotto il naso.
Botty: Ah-ah! Tuo padre è un genio del male!
Cementino: i crotali sono animali bufi. Chissà che animali sono. Pesci?
Kuma: non avevo dubbi. :)
Comment di xx • 24 Settembre 2008 14:31
A rileggerlo oggi fa ancora ridere!
(*Con* te).
Comment di Kumagoro • 24 Settembre 2008 14:47
Anche a me è successo, ma col pandino: la portiera si era aperta ma la chiave non girava nel nottolino dell’accensione… dopo un quarto d’ora di moccoli mi accorsi che la mia panda era quella davanti a quella che stavo cercando di rubare.
Suppongo che per pand e uno la fiat facesse tipo dieci tipi di serrature esterne, confidando nel fatto che se uno possiede una panda (o una punto) perchè avrebbe dovuto rubarne un’altra.
Altra storia -invece- quella del tappo del serbatoio senza chiave delle panda (30, 45 e 750, la 1000 era da ricchi e la serratura ce l’aveva), che regolarmente qualcuno perdeva e dava inizio a una specie di gioco della sedia con gli altri possessori di panda della città.
Comment di mauz • 24 Settembre 2008 17:24
‘azz…beh, è un bell’investimento: compro una Panda (o una Uno) e poi posso rubare il 10% di quelle circolanti. Di Uno non ce ne sono quasi più (vivaddio), di Pande vecchi ce n’è un botto.
Comment di xx • 24 Settembre 2008 17:39
Puoi entrarci, perlomeno. A meno che tu non sia uno di quelli che riesce a fare partire una macchina fingendo di armeggiare con i cavi sotto il perno del volante.
Però se decidessi mai di fare il vagabondo, potresti sempre avere un tetto sopra la testa nelle notti di pioggia.
Comment di mauz • 24 Settembre 2008 17:57
Ma era la Panda Sole? Quella con cui siamo andati a Bologna, e che, come il suo nome suggeriva, convogliava il calore dell’attività solare riversandolo attraverso le lamiere a vista dell’elegante allestimento interno?
Comment di Kumagoro • 24 Settembre 2008 20:18
Ahah, no la panda era una 750 fire rossa, non so se l’avete mai vista, ma è plausibile che al primo impact mi sia palesato con quella (e forse ci ho portato a casa il povero Matteo.
La sole invece era una punto, quella che ha resistito fino all’anno scorso, quando una ruspa ha deciso di vedere se sarebbe riuscita ad aprirla come una scatola di sardine.
Ci è riuscita, per la cronaca.
Comment di Anonimo • 24 Settembre 2008 22:44
Anonimo sarei io, che da casa non ero loggato. -.-‘
Comment di mauZ • 24 Settembre 2008 22:45
“Punto Sole”, certo, ancora più emblematico. Fu quella a perire sotto l’assalto della ruspa? Mi spiace, anche se i tuoi figli un giorno saranno grati a quella ruspa per aver loro evitato danni agli organi interni.
Comment di Kumagoro • 26 Settembre 2008 03:08
Io ho giocato a GTA una sola volta: ho pestato circa 30 persone, sono stato ricoverato all’ospedale una volta, ho rubato 3 macchine, mi sono schiantato 4 volte -di cui una con la moto-, mi sono perso in periferia girando a vuoto per circa 45 minuti e ho comprato una T-shirt. Certo nulla a paragone dell’impresa di xx, ma secondo voi come sono andato?
Comment di M2 • 26 Settembre 2008 18:37
Pensavo che questa fosse la tua giornata-tipo.
Comment di Kumagoro • 26 Settembre 2008 20:38
Questo avveniva prima che uccidessi Kennedy, ma non facciamolo sapere in giro…
Comment di M2 • 26 Settembre 2008 23:01
Quel viaggio a Bologna, per un Impact in cui la birra flambé non si palesò (e secondo me non è mai esistita), lo fecimo con la Punto, lo ricordo bene. Ricordo anche che lasciai la mia macchina ad Alessandria e tornai a Genova alle 5 di mattina, girando poi per quasi un’ora per trovare una specie di parcheggio. Che tempi.
Comment di xx • 30 Settembre 2008 13:03