Quand’ero alle elementari, notai che al mattino è una sofferenza doversi alzare dal letto. Ci vuole ben poco spirito di osservazione per capire che godimento sia rimanere tra le coltri, soprattutto in inverno quando fuori fa freddo ed incombe la scuola, mentre sotto le coperte c’è un delizioso calduccio. E la promessa del latte col Nesquik della colazione era ben poco stimolo ad alzarsi. Rilevavo anche che di domenica, ai miei tempi unico giorno festivo, la situazione non si riproponeva semplicemente perché il meccanismo di risveglio era differente. La mia deduzione, quasi sillogistica, era la seguente: avrei dovuto riprodurre di domenica le condizioni di un giorno feriale, e l’azione più semplice era puntare la sveglia alle sette e un quarto.
Ero in un aeroporto, e stavo per partire, ma non trovavo più la mia valigia. Quand’ecco che un altoparlante fa il tipico "plin-plon" per attirare l’attenzione, più e più volte. Ma no,non è un altoparlante…è una sveglia. Apro un occhio e vedo mia sorella che spegne la sveglia imprecando contro chi ha avuto la pessima idea di attivarla di domenica. Ah, e ovviamente non ho goduto per nulla.
Per chi ama le storia colla morale a tutti i costi, questa può essere interpretata come una metafora contro la droga: non cercate paradisi artificiali, o almeno non cercateli la domenica alle sette e un quarto.