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Pinguini in cucina III: Spaghetti alla cremagliera

golosino_spaghetti.jpgAlla cremagliera? E come saranno mai? E che relazione ci sarà con un ingranaggio lineare, piano o ad asta, che assieme ad una ruota dentata viene utilizzato in meccanica per convertire il moto rotatorio  in moto lineare continuo o viceversa? Leggete oltre e lo scoprirete!

I pomposissimi spaghetti alla cremagliera non sono altro che spaghetti con olio, acciughe e briciole di pane, e ovviamente non c’è nessuna relazione con l’ingranaggio lineare etc. Però mi mancava un nome sintetico per questo piatto, e invece che descriverlo con la lista dei suoi ingredienti ho deciso di battezzarlo con un nome a caso che suonasse bene(*). Come potete immaginare, è un piatto semplice e povero, ma ricco di gusto e di calorie (i Pinguini in Cucina non proporranno mai piatti dietetici, siatene certi!) e, soprattutto, autarchico.

(*) Avrei potuto azzardare forse “spaghetti alla Pollicino pescatore”, ma suona un po’ scemino e privo della sussiegosità del nome che ho scelto. La so proprio lunga!

Nella foto, a Golosino gli spaghetti alla cremagliera non sono piaciuti.

Prepararsi

Dopo un piatto messicano e uno francese, e in attesa di quello cinese che tutti attendono ma che io centellino, finalmente propongo un piatto italiano. Quindi, per festeggiare il Belpaese, dovreste:

No, dai, seriamente: il Belpaese no, sa di plastica. Vi serviranno invece i seguenti ingredienti, questi per sul serio:

E l’attrezzatura:

Nota bene: non l’ho mai detto esplicitamente, ma ingredienti e attrezzatura devono essere nuovi per ogni ricetta, compresi i fornelli, ma non il grembiule. Quello dev’essere sempre lo stesso.

Cucinare

Se sapete già come si fa la pasta, questo sarà il piatto più facile di Pinguini in Cucina. Se non lo sapete, invece, oltre ad avere la disapprovazione di tutto il pubblico ed essere radiato dall’albo degli italiani, sarà più laborioso, perché non posso mica insegnarvi quanto sale ci va (12 grammi ogni litro d’acqua), come buttare gli spaghetti (gli integralisti dicono di non spezzarli, io me ne frego e spezzo) o come girarli (appena buttata la pasta perché non attacchi, dopo non serve più) o come scolarli (rovesciando la pentola sopra uno scolapasta messo in un lavandino) o quando sono cotti (dopo il numero di minuti indicato sulla confezione, ma per i piatti come questo che vengono ripassati in padella è meglio tirarli via un minutino prima). Per queste cose ci va un minimo di esperienza, non posso mica dirvelo io! Vi dirò invece i seguenti passi:

1) Indossate il grembiule e mettete a bollire l’acqua per la pasta. Mettete il sale subito, dai, non fate quelli che “così bolle prima”. Ne abbiamo già parlato. Coprite invece col coperchio, ci mette parecchio di meno a bollire.

2) Mentre l’acqua si scalda, prendete la padella, e fateci sciogliere le acciughe. Per compiere quest’operazione che ha del miracoloso, metteteci una certa quantità d’olio (diciamo sufficiente a coprire la superficie della padella, ma che rimanga poco più di un velo) e le acciughe. A fuoco medio-basso, spezzettate i simpatici pescetti col cucchiaio di legno e vedrete che, come per magia, pian piano si scioglieranno. Io rimango sempre incantato di fronte a questo spettacolo. Quando sono sciolte, spegnete il fuoco, ma lasciate la bottiglia dell’olio accanto alla padella. Vi servirà, eccome se vi servirà!

3) Accendete il forno o il tostapane, ma attendete a metterci dentro il pane. L’acqua bolle? Bene, buttate la pasta, giratela e subito dopo mettete a tostare il pane. Quest’ultimo dovrà risultare bello croccante ma non bruciato, quindi tenetelo d’occhio.

4) Ora viene il bello. Scolate la pasta (come detto sopra, un po’ più al dente di quanto siate usi fare e riversatela in padella. Alzate il fuoco, e iniziate a sbriciolare a mano il pane. Sì, a mano, le briciole devono essere irregolari: concedevene alcune parecchio grosse, meritano. Usate pure sia la crosta che la mollica, in proporzioni secondo il vostro gusto. Contemporaneamente girate la pasta, e aggiungete olio. Il pane si “mangerà” una tonnellata di olio, quindi dovrete metterne ancora. E’ questo il segreto calorico degli Spaghetti alla Cremagliera, il fatto che ci sono un sacco di grassi ma non sembra. Quando tutto vi pare pregno d’olio, togliete dal fuoco. Guardandola, vi sembrerà che manchi qualcosa: sì, aggiungete ancora un po’ d’olio a crudo. Ci sta bene.

Facile, no?

Mangiare, bere, varianti e impatto anale

Servite in tavola con la padella, fa allegria. Occhio però che, come tutti i piatti a base di spaghetti che siano ben conditi, è facilissimo sporcarsi, quindi non fate i fighi col tovagliolo sulle ginocchia, vi ritroverete con una patacca gigante sulla camicia rosa. Potete tenere il grembiule, oppure, ancora meglio, indossare il tovagliolo come Poldo Sbaffini legandolo dietro il collo. Per quanto riguarda il vino, è palese che si tratti di un piatto che si accompagna a un bianco, magari un po’ deciso. Per campanilismo, non posso non suggerire un Pigato.

Ora, se parlate di questo piatto in giro, ci sarà chi dice è meglio con altri ingredienti. Troverete chi suggerisce il pangrattato, e voi li guarderete con compatimento perché non sanno cosa si perdono coi bricioloni imbevuti d’olio; chi asserisce che ci sta il prezzemolo, e voi sbufferete dicendo che magari sì, però è inutile; infine, e sono i più numerosi e i più malvagi, ci saranno coloro che sosterranno la necessità dell’aglio. Questi ultimi li prenderete a cartoni in faccia per la loro impudenza. Mi sembrano invece alternative sperimentabili (ma non sperimentate da me in prima persona) l’aggiunta di pinoli, o di formaggio grattato nel piatto, o una spolveratina di pepe o di peperoncino. Tra le tre, i pinoli è quella che mi ispira di più.

L’impatto anale è basso. Il piatto si digerisce bene, magari fa venire un pochino di sete ma intanto avete il vostro Pigato bello fresco, non dà alito cattivo (se non l’avete già per gli affari vostri) e la cacca sarà perfettamente normale, forse solo leggermente più facile per le quantità di olio che avrete usato. Ottimo piatto quindi per stupire la vostra futura dolce metà al primo appuntamento con le vostre doti culinarie: basta che vi ricordiate di mettervi il tovagliolo sulla camicia rosa.

Un buon appetito autarchico!