Di bello:
Mumin e i briganti di Tove Jansson: la migliore lettura del weekend è il primo volume della serie integrale dei Mumin pubblicata da Black Velvet, regalatomi da Golosino per il mio compleanno. Ero un po’ dubbioso, perché avevo solo sfiorato i Mumin tanti anni fa su Linus e non mi avevano colpito molto, ma sono rimasto davvero impressionato dal surrealismo, la sottile crudeltà, la follia di questi strampalati troll finlandesi. Ho apprezzato molto come le strisce paiano balzare follemente da un argomento all’altro da una all’altra, però mantenendo un vago canovaccio, e come i disegni, apparentemente semplici, siano in realtà ricchi di piccoli tocchi di classe come personaggi che agiscono sullo sfondo o separazioni tra le vignette costruite in modo elaborato. Una bella scoperta.
Super Paradise di Ralph König: il primo volume arrivato in Italia di König (che da noi è stato trattato editorialmente piuttosto male) non è il primo della saga di Conrad e Paul, ma piuttosto forse un punto di svolta, dato che si svolge quando nel colorato e pittoresco mondo gay di Colonia fa capolino l’AIDS. Divertente in modo amaro: curiosamente, di solito questa è una caratteristica delle opere italiane.
Dylan Dog n.4: Il fantasma di Anna Never di Tiziano Sclavi e Corrado Roi: sono affezionatissimo a questo Dylan Dog. Mi è sempre piaciuta la commistione di reale e sogno, il personaggio di Anna Never (le svampite sono sempre irresistibili!), i disegni di un Roi in ottima forma, persino il controfinale a sorpresa (cosa che poi diventerà una iattura per Dylan Dog). E pazienza se lo spiegone finale è un po’ raffazzonato e incoerente, è un albo che si legge davvero con piacere.
Di abbastanza bello:
(sigh, ero partito con l’idea di dare solo due categorie, bello e brutto, e ora siamo già a quattro…)
Dylan Dog n.5: Gli Uccisori di Tiziano Sclavi e Luca Dell’Uomo: disegnatore ospite per una storia con uno spunto un po’ scemino, ma che ha di buono l’introduzione di uno dei personaggi più memorabili di Dylan Dog, il lord H.G. Wells, e alcune scene di massacro ben congegnate. Si noti come, a questo numero, si continua a cercare di dare una continuity facendo spesso riferimento agli albi precedenti. Si smetterà presto.
(una nota sulla lettura dei Dylan Dog: nell’estate 1987 avevo a disposizione a Sassello la prima decina di Dylan Dog e ne rileggevo qualcuno ogni giorno, quindi se dico che ho letto i primi albi decine di volte non è un’esagerazione. La rilettura di questi primi numeri è quindi più che altro un tuffo nella nostalgia e nello riscoprire dialoghi che sapevo a memoria, ed è pertanto un po’ difficile darne un commento asettico. Quindi, non lo darò!)
Di così così:
Castelli 25 di Alfredo Castelli & AA.VV.: un volume dell’ANAF dedicato al venticinquennale proefessionale di Alfredo Castelli, pubblicato nel 1991. Esso raccoglie un’antologia di brevi storie del celebre e vanaglorioso sceneggiatore con divagazioni scritte da lui medesimo, ripropondendosi di tracciarne la carriera. In realtà l’obiettivo è alquanto mancato, perché arrivato al suo ingresso in Bonelli, intorno al 1980, le luci si spengono perché il materiale, a detta del BVZA, è facilmente reperibile, e probabilmente per questioni di diritti, aggiungo io. Ciò non toglie che ci sono alcuni gioiellini tratti dal Corriere dei Ragazzi o dal Giornalino che vale la pena recuperare.